La storia di Giuseppe Santangelo, manager di estrazione Usa. Ha lanciato Space Industries per produrre satelliti fino a 500 chili. Con un investimento di 15 milioni in 5 anni per realizzarne 220 l’anno. E 300 nuovi posti di lavoro
Lui si chiama Giuseppe Santangelo, manager e startupper. Un visionario, certamente un pendolo per definizione tra Torino, dove è nato, e gli Stati Uniti. Da qualche anno è tornato in Piemonte per scommettere sui satelliti. Un comparto che sta esplodendo visto il «dual use» di questi strumenti, fondamentali per usi civili (come la connettività Internet) e militari (come insegna il caso Ucraina che per difendersi da Mosca ha bisogno della tecnologia di Starlink riconducibile ad Elon Musk).
La prima startup
Appena dieci anni fondò una start-up, Skypersonic, dedicandosi alla produzione di droni. Alti e bassi, poi nel 2021, dopo la fusione con un altro paio di aziende, portò l’azienda in Borsa raccogliendo 75 milioni di dollari sul mercato. Nel frattempo aveva aperto una sede a Torino (dentro Leonardo) e stipulato contratti con la Nasa, anche in prospettiva di Marte.
Ora Space Industries
Ora la nuova realtà. Si chiama Space Industries e intende specializzarsi nell’assemblaggio, integrazione e testing di satelliti fino a 500 chili. Con un investimento di 15 milioni di euro in cinque anni vuole arrivare a produrre 220 satelliti l’anno, serializzando la produzione e assumendo fino a 300 addetti. Tra i profili ricercati ingegneri e tecnici AIT, meccanici, informatici, elettronici, responsabili commerciali, ma anche figure amministrative e gestionali. Si stima la nascita di un indotto di circa 500 professionisti.
La produzione a Settimo Torinese
L’area produttiva si estenderà a Settimo Torinese su circa 6 mila metri quadrati, di cui la metà dedicate alla Camera Bianca, ovvero dove ci si prende cura dei satelliti, dalla produzione alla rampa di lancio. Sarà una delle più grandi d’Europa e potrà ospitare fino a 40 satelliti in parallelo. Il manager ha spiegato ai media locali che avere nello stesso stabilimento la possibilità di assemblare e testare i satelliti permette di diminuire i tempi di produzione e i costi.
Spingere l’indotto aerospaziale
La missione di Santangelo è convertire l’azienda in un contoterzista spingendo il comparto dell’aerospazio che a Torino già vanta un’eccellenza come la Argotec, provando anche a riconvertire l’industria dell’auto in crisi profonda. Ha definito la fabbrica «un residence per satelliti», una «casa», con delle stanze private, in cui i clienti stessi potranno seguire la realizzazione dei propri progetti senza preoccuparsi della concorrenza. Questo permetterà all’impresa torinese di creare sinergie strategiche con più commissioni, fino a 40 satelliti in parallelo.
La capofila Argotec
D’altronde già la Argotec fa ricerca e sviluppo per la Stazione Spaziale Internazionale, realizzando nano satelliti e addestramento degli astronauti e del personale di Terra che supporta le missioni nello Spazio. A San Mauro Torinese c’è il suo SpacePark. Si tratta di un’altra azienda torinese nata nel 2008 con contratti di fornitura per Esa e Nasa. Con obiettivi di capacità di 52 satelliti all’anno, circa uno a settimana, per applicazioni nelle telecomunicazioni, il monitoraggio del cambiamento climatico, l’agricoltura di precisione e la difesa.
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