Cinque azioni del Dax per scommettere sul bazooka da 500 miliardi di euro della Germania




Ultim’ora news 7 marzo ore 20

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Il Dax è salito di oltre il 15% in poco più di due mesi, trainato dal super fondo di 500 miliardi annunciato dalla coalizione Csu-Spd per riavviare il motore dell’economia e aumentare le spese della difesa come ha intimato all’Ue il presidente Usa, Donald Trump. Infatti i primi cinque titoli che hanno corso molto sono per lo più legati al riarmo e al settore finanziario che eroga prestiti alle imprese: Rheinmetall (96%), Commerzbank (45,6%), Heidelberg Materials (39,7%), Deutsche Bank (30,71%) e Bayer (27%). Nel frattempo, i mercati hanno cominciato a rivivere scosse e volatilità importanti a causa della politica dei dazi Usa. E ora si chiedono: la guerra commerciale può raffreddare la corsa del Dax (+29% a un anno)?

Rheinmetall, multipli stellari. Ma ci sono alternative

Secondo Gabriel Debach, market analyst di eToro, «se la difesa resta il motore caldo del riarmo europeo, Rheinmetall continua a essere in prima linea. Ogni incremento della spesa militare si traduce in cifre monstre: 45 miliardi per la Germania, 30 miliardi per la Francia, 22 miliardi per l’Italia per ogni punto percentuale di pil. L’ipotesi di un debito comune europeo per la difesa prende piede, ma il percorso è irto di ostacoli. Il sentiero è tracciato, ma le variabili non mancano». Con un titolo che viaggia su valutazioni stellari (ad un rapporto prezzo/utile di 42,6 volte rispetto alla media triennale di 18,6) «la pressione è alle stelle: il margine d’errore si restringe, e ogni imperfezione potrebbe costare cara», avverte Debach.

Cinque titoli sul Dax che possono correre ancora

Oltre alla difesa, il cuore della sfida sono tech e sicurezza informatica. Una partita che non si gioca solo in chiave militare, «ma anche sul terreno dell’indipendenza strategica dall’America. Tra i nomi da tenere d’occhio: Secunet Security Networks, uno dei leader tedeschi in cybersecurity, potrebbe essere tra i principali beneficiari di una strategia europea che punta a rafforzare la protezione delle infrastrutture critiche. Così come Siemens, con la sua esposizione su automazione e infrastrutture energetiche. Debach ricorda che il comparto infrastrutturale ha già ingranato la marcia con Heidelberg Materials (che ha corso molto), Thyssenkrupp, Salzgitter e Basf. «Un settore ciclico che, nonostante le incertezze macro, continua a cavalcare l’ottimismo sugli investimenti pubblici», riprende l’analista. Ma «il vero termometro di un eventuale Whatever it takes tedesco potrebbe essere misurato sulle midcap, più sensibili ai movimenti dell’economia. E qui si giocherà la partita più interessante», conclude Debach.

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Le magnifiche tedesche e l’incognita euro

Simone Strocchi, Presidente e Managing Partner di Electa Ventures, ricorda che la corsa del Dax dipende da un gruppo di società, «le magnifiche tedesche, come Sap grazie alla transizione cloud e all’esposizione nel settore dell’AI, cui si aggiunge la spinta di Rheinmetall, Siemens, Deutsche Telekom, Allianz e Munich Re. Molte generano una parte significativa dei ricavi al fuori della Germania beneficiando della debolezza dell’euro». Che negli ultimi giorni ha ripreso a correre. (riproduzione riservata)



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