Raggiungere la “pace attraverso la forza” è diventato il nuovo mantra dell’Unione europea. O almeno, così appare dalla bozza di conclusioni in vista del Consiglio Ue straordinario del 6 marzo nel quale si punta a stilare un piano per il riarmo e lo sviluppo della Difesa europea tarato anche sul futuro sostegno alla causa ucraina. Nel documento, che Ilfattoquotidiano.it ha potuto visionare, si richiede un’ampia sburocratizzazione dei passaggi legati allo stanziamento di fondi per gli investimenti nel settore militare. Si chiede, inoltre, di reindirizzare soldi previsti per altre spese a bilancio in favore di investimenti in campo militare. E si arriva a invitare la Commissione “a proporre fonti di finanziamento aggiuntive per la Difesa a livello Ue, anche mediante una flessibilità aggiuntiva nell’uso dei fondi strutturali, e a presentare rapidamente proposte pertinenti”. Tradotto: reindirizzare parte dei soldi destinati alla crescita economica, occupazionale e allo sviluppo degli Stati membri e delle loro regioni per acquistare armi.
Il documento, come detto, è una bozza e dovrà essere approvato da tutti i capi di Stato e di governo dell’Ue il prossimo 6 marzo. Difficile credere che, nel caso si arrivasse all’approvazione, il documento non subisca modifiche, anche se perfettamente in linea con quanto preannunciato sia dalla Commissione Ue che dalla Nato che hanno più volte proposto di investire nella Difesa anche a scapito dei fondi destinati al welfare. Uno dei passaggi più controversi è proprio quello che riguarda i fondi strutturali, che comprendono il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo sociale europeo Plus, i Fondi di coesione, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura. Soldi gestiti, tra l’altro, dal commissario italiano Raffaele Fitto.
Dopo aver ribadito che “non possono esserci negoziati sull’Ucraina senza l’Ucraina; non possono esserci negoziati che influiscano sulla sicurezza europea senza il coinvolgimento dell’Europa; un cessate il fuoco può aver luogo solo come parte di un accordo di pace globale (in contrasto con la richiesta di un cessate il fuoco di un mese della proposta anglo-francese, ndr) e che qualsiasi accordo del genere deve essere accompagnato da solide e credibili garanzie di sicurezza per l’Ucraina”, il documento cita le dichiarazioni di Ursula von der Leyen sostenendo che “per raggiungere ‘la pace attraverso la forza’ è necessario che l’Ucraina sia nella posizione più forte possibile. A tal fine, l’Unione europea rimane impegnata, in coordinamento con partner che condividono gli stessi ideali, a fornire un maggiore sostegno politico, finanziario, economico, umanitario, militare e diplomatico all’Ucraina e al suo popolo”. Di conseguenza, “il Consiglio europeo chiede di intensificare urgentemente gli sforzi, in particolare per quanto riguarda la fornitura di sistemi di difesa aerea, munizioni e missili, nonché la fornitura della formazione e delle attrezzature necessarie per le brigate ucraine. Il Consiglio europeo sottolinea inoltre l’importanza di intensificare i lavori per sostenere e sviluppare ulteriormente l’industria della difesa dell’Ucraina e per approfondire la sua cooperazione con l’industria della difesa dell’Ue”.
Per poter raggiungere gli obiettivi di sicurezza prefissati, conclude la bozza, i provvedimenti da adottare possono essere molteplici. Ad esempio, si richiede maggiore “flessibilità nell’ambito del Patto di stabilità e crescita per agevolare una spesa significativa per la difesa a livello nazionale” e si “invita la Commissione a proporre fonti di finanziamento aggiuntive per la Difesa a livello Ue, anche mediante una flessibilità aggiuntiva nell’uso dei fondi strutturali, e a presentare rapidamente proposte pertinenti”. Oltre a questo, si propone di “adeguare ulteriormente e con urgenza le pratiche della Banca europea per gli investimenti (Bei) in materia di prestiti all’industria della Difesa, in particolare rivalutando l’elenco delle attività escluse”.
Il documento ha provocato già la reazione di alcuni partiti politici, tra cui anche il Movimento 5 Stelle che critica le posizioni raggiunte dai rappresentanti dei 27 governi europei: “La bozza delle conclusioni del Consiglio europeo del 6 marzo sono uno scippo per l’Italia – si legge in una nota firmata dall’europarlamentare Valentina Palmisano – I leader europei chiederebbero infatti alla Commissione europea una nuova proposta legislativa che preveda un incremento delle spese per la Difesa attraverso un ridimensionamento dei fondi strutturali. L’Italia è tra i primi beneficiari di questi fondi europei che rappresentano una speranza di riscatto per molti territori del Sud Italia. Se Giorgia Meloni dovesse avallare questo scippo saremmo davanti al clamoroso autogoal di un governo che dice sì ai tagli di Bruxelles per alimentare le spese militari. Traditori d’Italia: è questo il nome più appropriato del partito della premier”.
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