Bruxelles – Le commissioni Difesa e Industria riunite del Parlamento europeo hanno dato oggi (24 aprile) il primo via libera al regolamento Edip, il nuovo piano per l’industria europea della difesa. 70 deputati hanno votato a favore, 46 contro e 8 si sono astenuti.
Il programma, che coinvolge il sostegno finanziario della Banca europea per gli investimenti (Bei), prevede acquisti congiunti per almeno il 40 per cento delle forniture militari entro il 2030 e anche appalti comuni e misure per garantire che, entro lo stesso anno, sia prodotto nell’Unione almeno il 35 per cento del mercato del settore. Il voto in plenaria è previsto nella sessione di Strasburgo di maggio.
Altri principi concordati dai deputati europei per rafforzare la capacità di difesa dell’Europa includono:
- Introdurre un principio “buy European” in base al quale l’Edip dovrebbe finanziare solo prodotti in cui il costo dei componenti originari dell’Ue o dei Paesi associati rappresenti almeno il 70 per cento del valore stimato del prodotto finale.
- Per poter beneficiare dei fondi, i progetti europei di difesa di interesse comune dovrebbero coinvolgere almeno sei Stati membri, o almeno quattro che sono esposti a un elevato rischio di minacce militari convenzionali; i deputati europei desiderano che anche l’Ucraina partecipi.
- Un “meccanismo europeo di vendita di prodotti militari” fungerebbe da catalogo centralizzato dei prodotti e dei servizi di difesa per sostenere la domanda a livello dell’Ue.
- Una nuova struttura volontaria per il programma europeo di armamenti rafforzerebbe la cooperazione tra gli Stati membri durante tutto il ciclo di vita delle attrezzature di difesa.
- Un regime di sicurezza dell’approvvigionamento dell’UE dovrebbe garantire gradualmente l’accesso continuo ai prodotti essenziali per la difesa al fine di far fronte a future crisi di approvvigionamento; il regime sarebbe gestito da un comitato per la preparazione industriale nel settore della difesa.
Nell’ambito del nuovo regolamento Edip, i deputati europei hanno inoltre approvato uno strumento di sostegno all’Ucraina (Usi) volto a garantire la modernizzazione e l’integrazione dell’industria della difesa ucraina nella Base tecnologica e industriale europea nel settore della difesa (Edtib).
“La nostra posizione sull’Edip invia un messaggio forte al Consiglio affinché definisca la propria posizione per avviare i negoziati interistituzionali. Il Parlamento europeo insisterà sull’istituzione di una normativa forte che incentivi gli Stati membri dell’Ue a potenziare gli appalti congiunti al fine di sviluppare capacità di difesa europee comuni, più forti, strategiche, efficienti e unite”, ha affermato Marie-Agnes Strack Zimmermann (Renew Europe), presidente della commissione per la sicurezza e la difesa.
Il 5 marzo 2024 la Commissione europea aveva presentato la proposta Eidp, con una dotazione finanziaria proposta di 1,5 miliardi di euro, che mira a garantire la prontezza industriale nel settore della difesa colmando il divario tra le misure di emergenza a breve termine, quali l’atto a sostegno della produzione di munizioni (Asap) e l’atto sul rafforzamento dell’industria europea della difesa attraverso appalti comuni (Edirpa), attuate dal 2023 e che giungeranno a scadenza nel 2025, e un approccio più strutturale e a lungo termine.
L’Edtib comprende una serie di grandi imprese multinazionali, imprese a media capitalizzazione e oltre 2.000 piccole e medie imprese, con un fatturato annuo complessivo stimato di 70 miliardi di euro.
“Condividiamo la valutazione dei 5stelle secondo la quale l’articolo 122 (procedura d’urgenza) è stato utilizzato in maniera eccessiva, e dunque politica, al punto da rischiare di sminuire o eliminare il ruolo del Parlamento sulla costituzione del futuro della difesa europea. A riprova di questa nostra posizione ci sono diversi emendamenti presentati in merito dal Pd, fin dall’inizio”. Lo afferma l’eurodeputata del Pd Lucia Annunziata, membro della commissione Difesa, come preambolo all’ammonizione che “siamo tanto d’accordo che una delle ragioni del voto del Pd a favore di Edip è essere riusciti a mantenere un ruolo del Parlamento di supervisione costante sui contratti futuri. Invitiamo dunque i 5stelle a mantenere una collaborazione su questo punto – esorta Annunziata – che rimarrà per noi dirimente. Edip rimane il primo strumento, e per ora l’unico a disposizione, per costruire una difesa comune e non un riarmo dei singoli stati”.
Il provvedimento però non va giù alla delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo, che in una nota lo boccia come un atto “vergognoso che facilita il commercio di armi all’interno dell’Unione, creando una corsa al ribasso sugli standard normativi e umanitari“. Secondo i parlamentari pentastellati “i principali beneficiari di questo programma saranno le maggiori imprese del settore della difesa, le imprese che tutelava il Ministro Guido Crosetto quando era Presidente della Federazione aziende italiane per la difesa e la sicurezza”. Secondo la delegazione “crea ulteriore sconcerto infine la richiesta di convertire linee di produzione industriali civili in linee di produzione industriali militari, come già sta avvenendo in Germania”.
Contrario anche il capodelegazione della Lega Paolo Borchia, che definisce il documento “una proposta squilibrata, pericolosa per l’interesse nazionale e per il bilancio. Siamo contrari a un’impennata di spesa militare in un contesto economico in cui famiglie e imprese attendono risposte concrete: da un’iniziale proposta della Commissione di 1,5 miliardi, il Parlamento è arrivato a proporre oltre 21 miliardi di fondi Ue per la difesa, senza neppure fornire garanzie di ritorno per Paesi come l’Italia. Una scelta irresponsabile“.
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