Sul fronte azionario quest’anno l’Europa ha sovraperformato sia gli Stati Uniti che altre regioni chiave e potrebbe esserci spazio per un’ulteriore sovraperformance. Sul fronte del reddito fisso, le obbligazioni europee possono essere sostenute dalla politica monetaria e opportunità ancora maggiori potrebbero esserci nei mercati obbligazionari periferici.
A cura di Eric Mijot – Head Of Global Equity Strategy di Amundi Investment Institute e Guy Stear – Head Of Developed Markets Strategy di Amundi Investment Institute
Negli ultimi due anni i mercati azionari europei (STOXX Europe 600) hanno sottoperformato gli indici statunitensi e mondiali (S&P 500 e MSCI ACWI), soprattutto a causa dell’eccezionalità delle “Magnifiche 7”. Tuttavia, in seguito alla scossa data quest’anno ai mercati da DeepSeek, sono emerse preoccupazioni per le valutazioni delle mega cap, dando la possibilità ad altre azioni e regioni di recuperare. Inoltre, l’ambiguità intorno alle politiche tariffarie del Presidente Trump (e delle ritorsioni) ha suscitato timori tra le imprese e i consumatori che potrebbero pesare sulla crescita economica. Allo stesso tempo, la riforma costituzionale del “freno al debito” in Germania e, più in generale, il cambiamento dell’orientamento fiscale a livello di UE hanno suscitato ottimismo nei confronti delle azioni europee. Finora, nel 2025, l’Europa ha sovraperformato sia gli Stati Uniti che altre regioni chiave e potrebbe esserci spazio per un’ulteriore sovraperformance.
Il recupero delle azioni europee
Mentre le azioni europee* sono state penalizzate negli ultimi giorni dalle preoccupazioni per i dazi statunitensi, i mercati hanno registrato una forte performance nel primo trimestre nonostante il conflitto tra Russia e Ucraina. Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, un cessate il fuoco avrebbe tre implicazioni: 1) un impatto al ribasso sui prezzi dell’energia, a cui l’Europa è molto sensibile; 2) la ricostruzione dell’Ucraina, stimata in 524 miliardi di dollari secondo la Banca Mondiale, di cui dovrebbero beneficiare le imprese della regione; 3) la necessità di decisioni strutturali per l’indipendenza della difesa. Infine, l’accordo tra CDU/CSU e SPD (in attesa di approvazione) per un forte allentamento della situazione fiscale tedesca porterà a un aumento significativo della spesa per la difesa e le infrastrutture e potrebbe prolungare il rally.
Ulteriore potenziale di crescita
Dalla crisi finanziaria globale del 2008, un rally del mercato europeo rispetto a quello statunitense simile a quella attuale si è verificato quattro volte, con una durata compresa tra quattro e dodici mesi e una sovraperformance dei prezzi compresa tra il 9% e il 22%. L’attuale rally dello STOXX Europe 600 ha generato una sovraperformance di circa il 12% rispetto allo S&P500 dall’inizio dell’anno. Nonostante questo forte rimbalzo, lo sconto dell’Europa rispetto agli Stati Uniti è tornato solo a due deviazioni standard al di sotto della media storica dal 1988. Tuttavia, al di là di un re-rating, per trasformare questo rimbalzo in un trend di sovraperformance sostenibile sarebbe necessario un miglioramento della crescita degli utili; attualmente, il consenso sull’Europa rimane inferiore a quello di altre regioni, come Stati Uniti, Giappone e paesi emergenti. L’esposizione ai mercati europei ha senso e può essere effettuata con un orientamento pro-ciclico, evitando l’esposizione ai rialzi tariffari. In termini di stile d’investimento, le mid cap soddisfano questo approccio con una serie di ulteriori vantaggi, tra cui valutazioni più basse, una crescita degli utili più sostenuta rispetto alle large cap, potenziali tagli fiscali in Germania e benefici derivanti dalla ricostruzione dell’Ucraina. A livello settoriale, privilegiamo il settore bancario (grazie all’irripidimento della curva dei rendimenti) e quelli del software (che non è impattato dai dazi), dell’aerospaziale e della difesa (sostenuti da una spesa strutturalmente più elevata).
Opportunità in Europa oltre le azioni
Nel primo trimestre dell’anno i rendimenti europei sono aumentati, mentre quelli statunitensi sono diminuiti. A fine marzo lo spread USA-Germania a 10 anni ha raggiunto il livello più basso dal luglio/agosto del 2023. Nel brevissimo termine, questo movimento sembra eccessivo; comunque, i fondamentali sono cambiati. I rischi per la crescita statunitense si sono moltiplicati mentre le prospettive di crescita, e le emissioni previste, sono aumentate in Europa. Tuttavia le obbligazioni europee possono essere sostenute dalla politica monetaria. Ci aspettiamo che la BCE continui a tagliare i tassi d’interesse, mentre riteniamo che la Fed non inizierà a farlo prima di maggio. Di conseguenza, lo spread dei tassi di riferimento potrebbe salire (anche se temporaneamente) a 225 punti base. Inoltre, potrebbero esserci opportunità ancora maggiori nei mercati obbligazionari periferici. Le coraggiose mosse del nuovo governo tedesco in materia di infrastrutture e di spesa per la difesa saranno probabilmente riprese da altri mercati. Ad ogni modo, l’aumento della spesa tedesca e la forte crescita nell’Europa meridionale e orientale implicano un continuo restringimento degli spread spagnoli, italiani e di altri paesi europei rispetto alla Germania nel segmento della curva a 5-10 anni.
*Redatto il 31 marzo 2025
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