Frosinone, Unindustria: i tempi delle autorizzazioni scoraggiano le imprese


I dazi spaventano, i tempi delle autorizzazioni scoraggiano, ma gli ultimi investimenti ad Anagni e Fiuggi alimentano una certa speranza. Poi c’è il convincimento diffuso che soltanto la realizzazione della Stazione Tav potrebbe rilanciare in maniera forte e definitiva il territorio. Questi i punti fermi dell’analisi di Corrado Savoriti, presidente della Territoriale di Frosinone di Unindustria. Ma Savoriti aggiunge pure che è necessario «provare a cambiare la narrazione di una provincia nella quale ci sono tante eccellenze, oltre ad investimenti importanti». Con lui c’era Pamela Morasca, direttore di Unindustria Frosinone. L’associazione ha voluto effettuare il bilancio a sei mesi dall’insediamento di Savoriti alla guida.

Il Piano industriale
Si è fatto riferimento al Piano industriale per il Lazio, frutto «di diversi incontri e di una condivisione con la Regione», come ha sottolineato Savoriti. Ha spiegato il presidente di Unindustria Frosinone: «Il quadro che emerge è che il manifatturiero rimane un settore fondamentale nella nostra provincia. Specialmente per quello che riesce ridare al territorio in termini di “ricchezza”. Indubbiamente il Piano industriale è un documento concreto e importante. Un Piano pensato per diffondere consapevolezza dei problemi reali della crescita, per condividere un processo di miglioramento, per contribuire all’esecuzione dello stesso, per avere criteri pratici e misurabili».

Le infrastrutture e non solo
Nessun dubbio sul fatto che la realizzazione della Stazione Tav darebbe un impulso enorme al rilancio del territorio. Ma il fatto è che non ci sono novità sul versante Ferrovie dello Stato e di Rfi, che poi sono i soggetti competenti in materia. Rileva Savoriti: «Noi stiamo continuando a lavorare sul versante della Stazione Tav. Ero rimasto al fatto che all’attenzione del ministro dei trasporti Matteo Salvini c’era una proposta relativa a tre milioni di euro di progettazione. È evidente che la Stazione Tav andrebbe inquadrata come un’opera di bacino. Con un compasso di almeno 60 chilometri. Punto di riferimento non soltanto per l’area nord della provincia, ma anche per il Cassinate, la Valle del Liri, la provincia di Latina. E perfino oltre. Per quello che mi riguarda potrebbe essere definita come la Stazione di un’intera parte del Centro.

Capisco le motivazioni e le ambizioni dei Comuni, ma i campanilismi rischiano di allontanare gli investitori. L’ho detto nei mesi scorsi, lo confermo oggi». Argomenta ancora il presidente di Unindustria Frosinone: «Ci sono però importanti novità che si sono delineate nelle ultime settimane. Penso al progetto della Novo Nordisk. Un programma strategico, che conferma il Lazio come hub europeo per la produzione farmaceutica avanzata, grazie a un investimento diretto di oltre 2 miliardi di euro fino al 2029 da attuare già dal 2025. Si tratta di un valore aggiunto per tutto il sistema industriale e di ricerca regionale. Ed è stato scelto il territorio di Anagni. È previsto un incremento della capacità produttiva e dei livelli occupazionali con circa 800 nuove assunzioni. Poi c’è tutto quello che sta prevedendo un imprenditore del calibro di Leonardo Del Vecchio a Fiuggi. Non mi riferisco soltanto all’acqua naturalmente. Infine, non dimentichiamo il Polo del freddo. Voglio dire che sono elementi che confermano l’attrattività del territorio». Per quanto concerne invece lo scalo aeroportuale civile, Savoriti nota: «Fermo restando che sono favorevole a qualunque ipotesi in grado di generare sviluppo e occupazione, mi sembra che stia emergendo una forte volontà di continuare a potenziare Fiumicino. In ogni caso, se dovessi scegliere una delle due ipotesi, punterei sempre sulla Stazione Tav».

Dazi e autorizzazioni
Afferma Savoriti: «L’ombra dei dazi indubbiamente mette paura. Parliamo di cifre fino al 25%. È chiaro che siamo preoccupati, anche per gli effetti sulle imprese del territorio. Vediamo cosa succede, ma indubbiamente è necessario tenere la guardia alta. Penso alle aziende che lavorano con l’acciaio, ma penso pure alla produzione di vini. Ovvio che sono necessarie risposte come Sistema Europa. Sarà una “guerra” commerciale, come ha detto il nostro presidente Emanuele Orsini. Poi c’è la questione dei tempi relativi alle autorizzazioni: ci sono tante imprese disposte ad investire, che poi però non lo fanno perché scoraggiate dai ritardi enormi nelle risposte sul versante delle autorizzazioni». Un messaggio chiaro.

L’automotive
Per Corrado Savoriti «le dimensioni della crisi del settore sono internazionali». Prosegue: «Le parole di John Elkann in Parlamento sono state molto chiare. Per esempio sui costi di produzione che per Stellantis sono tripli rispetto ad altre realtà. Ma resto dell’opinione che non ci sia una volontà di smobilitazione. E per quanto riguarda lo stabilimento di Piedimonte San Germano, va sempre comunque sottolineato che determina un effetto importante per quella che possiamo definire la “filiera lunga”. Mi riferisco sia ai fornitori che ai subfornitori».

Il fattore “orgoglio”
C’è la consapevolezza che fenomeni come lo spopolamento dei piccoli Comuni e il calo demografico prima o poi avranno effetti pure sul versante dell’economia e della produzione industriale. Ma c’è anche un’altra consapevolezza. Pamela Morasca argomenta: «Dobbiamo iniziare a raccontare in modo diverso il “pianeta industria” di questa provincia. Dove ci sono tantissime eccellenze. Questa provincia è quattordicesima in Italia per export e abbiamo il secondo polo della carta. Poi c’è il chimico-farmaceutico. E ci sono realtà come l’Its Meccatronico, che dimostrano come ci si ponga il problema di una formazione funzionale al mondo del lavoro». Corrado Savoriti conclude: «Come territorio dobbiamo raccontarci meglio proprio perché sappiamo fare industria bene. È il momento dell’orgoglio. È evidente che la logistica e le infrastrutture sono i settori fondamentali sui quali andrebbero sviluppati degli investimenti. Perché i segnali arrivati da Anagni e Fiuggi dimostrano che la vicinanza a Roma e a Napoli continua a rappresentare un valore aggiunto che non tutti hanno. Ecco perché insisto sulla strategicità di una Stazione dell’Alta Velocità. Dicevo che Unindustria continua a muoversi in questo senso. Si tratta di una partita indubbiamente difficile, ma intendiamo giocarcela fino in fondo. Senza esitazioni».



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