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L’export italiano verso gli Stati Uniti e nuovi orizzonti commerciali: un piano d’azione strategico


L’export dell’Italia ha raggiunto nel 2024 la cifra di 64,7 miliardi di euro verso gli Stati Uniti, rappresentando il 10,4% del totale delle esportazioni italiane. Questa situazione impone di considerare le ripercussioni sulla nostra economia e sulle aziende nostrane in caso di un cambiamento nelle politiche commerciali da parte dell’amministrazione americana. A fronte di tali incertezze, il Ministero degli Esteri sta agendo con proattività, esplorando nuove possibilità di mercato e alternative per evitare l’impatto negativo sulle esportazioni italiane.

Le conseguenze di un possibile cambiamento nel mercato americano

L’ipotesi che si attuino misure protezionistiche da parte degli Stati Uniti potrebbe alterare significativamente il panorama economico per le imprese italiane. Il Ministero degli Esteri, sotto la guida del Ministro Antonio Tajani, ha avviato misure per mitigare questi effetti attraverso l’esplorazione di mercati extra-G7, con oltre 130 miliardi di valore potenziale. In zone come Turchia, Cina e Medio Oriente, si apre la strada per alternative ai tradizionali sbocchi commerciali. Questi mercati presentano opportunità da non trascurare, considerato che da soli possono compensare le perdite provenienti dagli Stati Uniti.

Il Ministero sta preparando piani per facilitare l’ingresso in queste altre aree di mercato, puntando a creare strategie che possano sostenere le esportazioni italiane. La collaborazione con diverse agenzie e associazioni di categoria sarà fondamentale per esplorare e sviluppare nuove opportunità commerciali.

Un piano d’azione per l’internazionalizzazione

Il Governo italiano ha avviato un Piano d’Azione per l’Export, che verrà presentato alle associazioni di categoria. Questo piano mira a coordinare le attività delle agenzie italiane per il commercio estero, creando un sistema che faciliti il dialogo tra le imprese del nostro Paese e i partner commerciali internazionali. Le misure comprendono la facilità di accesso ai mercati esteri attraverso missioni istituzionali, partecipazioni a fiere di settore e altre iniziative promozionali.

I numeri parlano chiaro: nel 2024, l’export italiano si è comportato piuttosto bene nei mercati al di fuori dell’Unione Europea, con incrementi notevoli in Turchia e Emirati Arabi Uniti . Questi risultati confermano l’esistenza di un potenziale non pienamente sfruttato.

In futuro, la Farnesina si propone di destinare ulteriori risorse ai mercati emergenti dell’Africa e dell’ASEAN, dove l’export ha già mostrato segni di crescita e dove potrebbero intensificarsi le opportunità commerciali.

Diplomazia commerciale: un approccio strategico per il futuro

Il Piano d’Azione include una forte componente di “Diplomazia della crescita”, che si avvale delle ambasciate italiane nel mondo. Queste rappresentanze istituzionali divengono il punto di riferimento per le aziende che desiderano espandere la loro presenza all’estero. Con l’obiettivo di fornire supporto e informazioni utili, le Ambasciate stanno elaborando delle guide complete su come avviare e gestire attività commerciali nei nuovi mercati target.

Il Piano prevede anche l’offerta di supporto finanziario attraverso strumenti come finanza agevolata e garanzie pubbliche per stimolare gli investimenti delle imprese italiane. Queste misure intendono facilitare non solo l’ingresso in nuovi mercati, ma anche la stabilizzazione delle aziende in contesti economici differenti.

In questo scenario, la distribuzione dei prodotti italiani all’estero gioca un ruolo cruciale. Le strategie includono il rafforzamento delle relazioni con catene distributive internazionali e piattaforme e-commerce, rendendo più semplice per le piccole e medie imprese nazionali accedere a questi circuiti.

Il sostegno del Governo e l’impegno delle agenzie sono fondamentali per garantire che l’export italiano non solo resista, ma cresca anche in periodi di incertezza internazionale. I prossimi mesi saranno decisivi per monitorare l’efficacia di queste misure e per valutare l’evoluzione della nostra economia rispetto agli scenari globali.





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