Crisi del settore canapa in Veneto: oltre 100 aziende a rischio dopo il DL Sicurezza e la sentenza del Tar del Lazio
Venezia – Più di 100 imprese agricole venete operanti nella filiera della canapa industriale sono in una fase critica in seguito all’entrata in vigore del Decreto Sicurezza il 12 aprile e alla recente sentenza del Tar del Lazio che ne ha rafforzato l’impianto restrittivo. Il provvedimento legislativo vieta la lavorazione della canapa anche con un contenuto minimo di THC, limitandone l’uso alla sola produzione per il florovivaismo professionale.
A denunciare la situazione è Federico Caner, assessore all’Agricoltura della Regione Veneto e presidente della Commissione Agricoltura della Conferenza delle Regioni. L’assessore ha annunciato che il tema sarà al centro della seduta del 29 aprile, convocata a Roma per discutere con gli altri assessori regionali e con il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.
“La filiera della canapa, che in Veneto vede oltre 100 aziende attive su tutto in territorio regionale, è sostenuta da una legge del 2019 che tutela la produzione di cannabidiolo attraverso specifici progetti, bandi, normative e iniziative di valorizzazione”, ha dichiarato Caner.
Secondo i dati forniti dall’assessore, a livello nazionale sono circa 3.000 le aziende coinvolte, per un totale di 30.000 addetti e un fatturato stimato in 500 milioni di euro, di cui il 90% destinato all’export. L’impatto economico delle nuove norme, quindi, coinvolge l’intero comparto.
Il nodo normativo è l’articolo 18 del DL Sicurezza, che consente la produzione di infiorescenze contenenti cannabidiolo (CBD) solo a fini ornamentali, vietandone l’uso per commercio, lavorazione, detenzione e vendita.
“Dobbiamo trovare perciò una soluzione che consenta agli agricoltori, certificati e con produzioni di qualità, di tenere viva la filiera. Vanno bilanciati da una parte la giusta preoccupazione del legislatore per la sicurezza pubblica, e dall’altra gli investimenti fatti nel tempo dalle aziende e i finanziamenti pubblici alla filiera”, ha aggiunto Caner.
Un ulteriore elemento di criticità riguarda l’importazione del prodotto da Paesi esteri, che non è attualmente soggetta alle stesse limitazioni, creando una potenziale disparità competitiva per i produttori italiani.
“Anche l’Oms ha dichiarato il cannabidiolo sostanza sicura che non crea dipendenza né danni alla salute”, ha ricordato l’assessore.
Il confronto tra Regioni e Governo, in programma il 29 aprile, sarà decisivo per delineare una linea d’azione condivisa e valutare eventuali modifiche normative a tutela del comparto.
“Una soluzione perciò va trovata, e su mia iniziativa ne parleremo tra assessori regionali il 29 aprile, nella speranza di trovare dalla nostra parte – a tutela delle 3.000 imprese italiane del settore – anche il ministro Lollobrigida”, ha concluso Caner.
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