Columbia Threadneedle guarda oltre la tregua temporanea nella guerra commerciale


È importante cercare di capire quali siano stati i fattori che hanno portato gli Stati uniti ad annunciare la sospensione dei dazi per 90 giorni con l’eccezione di quelli con la Cina. “A preoccupare l’amministrazione Trump sono state le ripercussioni sul mercato dei Treasury combinate con un ulteriore crollo del dollaro. I problemi dei titoli di stato USA sembrano avere natura tecnica, in quanto gli hedge fund hanno rapidamente liquidato le posizioni in un contesto di maggiore volatilità” spiega Anthony Willis, Investment Manager di Columbia Threadneedle Investments.

BUND TEDESCHI E ORO PREFERITI A TREASURY USA E DOLLARO

Il manager nota come l’imprevedibilità dell’attuale politica governativa statunitense abbia modificato lo status tradizionale di bene rifugio che gli investitori internazionali hanno storicamente riconosciuto a Treasury e dollaro. Un cambio di regime che ha portato a cercare alternative nei titoli di Stato tedeschi, che hanno registrato performance particolarmente positive, e nell’oro, che ha raggiunto nuovi massimi storici.

DIVERSI ELEMENTI DI RISCHIO PER I MERCATI AZIONARI

La sospensione dei dazi per 90 giorni e la possibilità che possano essere previste alcune esenzioni, tra cui quelle relative a cellulari, apparecchiature per la produzione di chip e determinati modelli di computer, prodotti che rappresentano circa il 20% del totale delle importazioni statunitensi dalla Cina, sembra comunque una tregua temporanea. “E’ improbabile che la fase di volatilità sia giunta al termine, dal momento che all’orizzonte rimangono diversi elementi di rischio per i mercati azionari” riferisce Willis.

COMMERCIO TRA USA E CINA BLOCCATO

Resta il fatto che, al momento, il commercio tra i due maggiori partner commerciali del mondo è praticamente bloccato con Washington che applica una tariffa totale del 145%, mentre Pechino ne adotta una del 125%. L’anno scorso, il commercio combinato tra i due Paesi ha raggiunto i 585 miliardi di dollari e la Cina rappresenta circa il 13% delle importazioni degli Stati Uniti. “Si tratta di una situazione che incide negativamente sul sentiment dei consumatori e sulla fiducia delle imprese, con il concreto rischio di un rinvio nelle decisioni di spesa e investimento, il che, a sua volta, potrebbe avere un impatto sfavorevole sulla dinamica della crescita economica, almeno fino a quando non emergeranno segnali di maggiore chiarezza” puntualizza il manager di Columbia Threadneedle.

LA NUOVA STAGIONE DELLE TRIMESTRALI

La nuova stagione delle trimestrali, appena iniziata, potrebbe offrire indicazioni più dettagliate sugli effetti concreti del contesto attuale. Le imprese, pur muovendosi all’interno di un contesto fortemente incerto, stanno infatti cercando di valutare l’impatto delle misure tariffarie e potrebbero rilasciare proiezioni sull’andamento futuro dei loro affari. “Ci sono rischi al ribasso sia per la crescita economica sia per gli utili, ma risulta estremamente complesso quantificarli nelle stime previsionali, a causa dell’elevata incertezza politica che, più delle scelte in materia tariffaria, è il vero freno per la crescita economica globale” commenta Willis.

NEGOZIATI DIRETTI CON GLI STATI UNITI

Secondo il manager, un aspetto positivo è che, al momento, si conosce il limite massimo delle tariffe mentre sembra esistere un confine oltre il quale l’amministrazione Trump non potrà sostenere ulteriori pressioni. Mentre l’evoluzione delle relazioni tra Washington e Pechino seguirà un percorso specifico, altri Paesi hanno l’opportunità di tentare di limitare l’impatto, principalmente attraverso negoziati diretti con gli Stati Uniti e/o cercando di attenuare le conseguenze interne con interventi fiscali mirati

UN OSTACOLO PER IL COMMERCIO E PER LA CRESCITA GLOBALE

“Anche se il tasso effettivo dei dazi statunitensi sarà probabilmente inferiore al 20-25% ipotizzato dopo il primo annuncio, rimarrà comunque significativamente più alto rispetto al 10% inizialmente previsto e molto al di sopra del 2,5% del tasso dello scorso anno. Per fare un paragone, tra il 1970 e il 2025 non si è mai registrato un incremento superiore all’1% in un singolo anno. Si tratta quindi di un ostacolo significativo per il commercio e per la crescita economica globale” conclude l’Investment Manager di Columbia Threadneedle Investments.



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