«Oltre cento imprese venete rischiano di chiudere i battenti dopo l’approvazione del Decreto Sicurezza, che criminalizza il settore della canapa industriale». L’allarme è stato lanciato dalla parlamentare europea veneta dei Verdi Cristina Guarda, commentando gli effetti dell’entrata in vigore del decreto per le aziende della filiera della canapa.
È entrato in vigore sabato scorso, 12 aprile, il provvedimento che di fatto ha reso fuorilegge la cosiddetta “cannabis light”. La produzione di infiorescenze contenenti Cbd (cannabidiolo) è consentita solo nel “florovivaismo professionale”. Al di fuori di questo ambito, è diventata illegale. Un cambiamento che blocca un settore che in Italia conta un giro d’affari da mezzo miliardo di euro e che dà lavoro a circa 30mila persone, come spiegato da Arianna Cerone su Today. Posti di lavoro presenti anche nel Veronese, dove ad esempio opera Enecta, azienda che coltiva cannabis sativa da otto anni. Nel Veronese, Enecta si appoggio ad un’altra azienda agricola ed ha un centro operativo con 100 ettari di coltivazione. «Eppure, Luca Zaia sembra impegnato a commentare la bocciatura del terzo mandato da parte della Consulta e i cambi di casacca interni alla sua maggioranza – ha dichiarato Guarda – Al presidente del Veneto dev’essere sfuggito che, dall’oggi al domani, la furia ideologica del Governo ha trasformato migliaia di oneste lavoratrici e lavoratori in fuorilegge».
Ed oltre al Decreto Sicurezza, il settore è stato colpito anche da una sentenza del Tar del Lazio che rende possibile la vendita di oli a base di Cbd solo con con ricetta medica. Una sentenza «incomprensibile e antiscientifica», ha commentato a Today Antonella Soldo, coordinatrice del progetto “Meglio legale”.«Il governo Meloni ha creato un reato che esiste solo in Italia, violando la normativa europea – ha detto l’europarlamentare Guarda – Non si può equiparare la cannabis light a una droga, dato che è priva di effetti psicotropi ed è riconosciuta come sicura dalla giurisprudenza Ue. Invece, la destra ha deciso di colpire un comparto che sta portando innovazione in agricoltura, mettendo all’angolo anche chi produce infiorescenze a scopi terapeutici. Ora il governo avrà 90 giorni per rispondere ai rilievi dell’Unione Europea, grazie alla petizione presentata all’europarlamento dalla filiera della canapa italiana, che ho sostenuto con forza».
Infine, a Zaia Cristina Guarda invia questo messaggio: «Invece di chiedere il rinvio delle elezioni per poter inaugurare le Olimpiadi, dovrebbe chiamare Roma e pretendere lo stralcio delle norme contro la canapa in sede di conversione di questo vergognoso decreto».
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