C’è qualcosa di profondamente umano nel voler ricostruire ciò che è stato dimenticato, nel vedere una casa abbandonata che torna a vivere, e con lei una comunità che si stringe per tendere la mano a chi ha bisogno. È questo il senso più profondo dell’impegno dell’Associazione L’Albero di Zaccheo, che nei giorni scorsi ha rinnovato le proprie cariche sociali eleggendo una squadra coesa, appassionata, pronta a portare a termine una missione che profuma di speranza.
Quasi settanta soci si sono riuniti per confermare la fiducia a Michela Colombarini, che resta presidente dell’associazione. Con lei, il gruppo direttivo è composto dalla vicepresidente Silvia Ambroggio, dal tesoriere Gianni Franceschi, dalla segretaria Dionisia Marchi e dai consiglieri Cloe Polini, Mauro Bavosa e Giorgio Nigra. Volti diversi, ma uno stesso sguardo rivolto al futuro: l’apertura di Casa Zaccheo, ad Arpuilles, luogo simbolico di accoglienza e rigenerazione.
Durante l’assemblea è stato presentato il bilancio di fine mandato, tracciando il cammino compiuto in questi tre anni, ricchi di traguardi e sogni che oggi iniziano a prendere forma concreta. Dal permesso di costruire al Social Bonus, fino al momento tanto atteso: l’apertura del cantiere di ricostruzione, avvenuta nel novembre scorso, in coincidenza con il 15° compleanno dell’associazione. Un anniversario che ha il sapore di una nuova nascita.
Casa Zaccheo sarà molto più di una casa per ferie: sarà una casa dell’anima. Accoglierà turisti, pellegrini della Via Francigena e del Cammino Balteo, ma soprattutto aprirà le sue porte a chi la vita ha messo alla prova: soggetti fragili, giovani, donne e famiglie in difficoltà. Un rifugio temporaneo, sì, ma capace di lasciare il segno, come una carezza data al momento giusto.
Uno dei tasselli più preziosi di questo percorso è stato l’ottenimento del Social Bonus, riconoscimento concesso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali a pochissimi enti in tutta Italia. Un’opportunità straordinaria per i donatori, che potranno usufruire di importanti vantaggi fiscali: 65% di credito d’imposta per le persone fisiche e 50% per le imprese. Ma più di tutto, è un’occasione per essere parte attiva di un progetto che parla di solidarietà, futuro, comunità.
La sfida ora è la raccolta fondi. E l’appello è chiaro: la Valle d’Aosta intera è chiamata a raccolta. Perché Casa Zaccheo non è solo un edificio, è un simbolo. Un luogo in cui rinascono le persone e si rigenera il senso stesso di appartenere a una collettività che non lascia indietro nessuno.
In un tempo in cui l’indifferenza è spesso la regola, Zaccheo è l’eccezione che emoziona, costruisce, accoglie. E ci ricorda che anche dalle macerie può germogliare la speranza.
pi.mi.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link