Negli ultimi mesi, le locazioni turistiche sono finite al centro dell’attenzione per via dei controlli mirati condotti dalle forze dell’ordine in diverse città, tra cui Venezia. L’obiettivo è accertare il rispetto delle normative previste dal Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS), in particolare l’articolo 109, che impone l’obbligo di identificare gli ospiti di persona al momento dell’arrivo.
Secondo quanto previsto dalla legge, i gestori di strutture ricettive, inclusi affittacamere e proprietari di appartamenti destinati a uso turistico, sono tenuti a registrare l’identità degli ospiti in modo diretto, esaminando personalmente i documenti. L’identificazione a distanza, sebbene sempre più diffusa grazie a strumenti digitali e keybox, non garantisce secondo le autorità una verifica certa dell’identità della persona che effettivamente occupa l’alloggio.
In base alla circolare diffusa dal Ministero dell’Interno a dicembre 2024, questo principio è stato nuovamente ribadito in vista dell’afflusso turistico previsto per il Giubileo, sollecitando controlli più rigorosi e frequenti.
Questionari, sanzioni e reazioni del settore
I controlli avvengono anche attraverso questionari, predisposti dalla Questura, che vengono somministrati agli ospiti per comprendere le modalità con cui è stato effettuato il check-in. In caso di discrepanze, le autorità possono procedere con sanzioni o denunce. Alcuni operatori del settore hanno segnalato episodi di controlli effettuati anche in orari notturni o all’arrivo degli ospiti, con verbali a carico dei proprietari.
Diverse associazioni rappresentative del settore extra-alberghiero, hanno espresso preoccupazione per gli effetti di questa rigidità normativa sull’operatività delle strutture, sottolineando la necessità di un approccio più aggiornato alle modalità di identificazione, coerente con l’evoluzione tecnologica e con le pratiche ormai consolidate nel turismo.
Aperture al dialogo da parte del Ministero
Nonostante le posizioni ufficiali, il Ministero dell’Interno si sarebbe mostrato disponibile ad ascoltare le istanze degli operatori, valutando la possibilità di ammettere anche forme di identificazione a distanza basate su tecnologie affidabili. Tra le opzioni al vaglio figurano sistemi di videocitofonia, identificazione tramite SPID per i cittadini italiani, lettori ottici per documenti e altre soluzioni digitali (per approfondire, leggi anche: “Check in a distanza di nuovo possibile? Probabile apertura del Ministero già prima di Pasqua“).
Anche Confedilizia Venezia ha preso posizione a favore della possibilità di utilizzare strumenti digitali per semplificare il check-in. L’associazione evidenzia il rischio che un eccesso di vincoli normativi possa trasformare le locazioni turistiche in attività para-alberghiere, limitando di fatto la libertà dei proprietari di disporre del proprio immobile.
Il tema delle keybox
Resta aperta la questione dell’utilizzo delle cassette porta-chiavi (keybox), spesso adottate per facilitare l’ingresso autonomo degli ospiti. Pur non essendo vietate dalla legge, il loro impiego è soggetto a condizioni specifiche. Ad esempio, se posti all’interno di condomini, è necessaria l’approvazione dell’assemblea condominiale, e nel caso del comune di Venezia deve essere richiesto alla Soprintendenza un nulla osta paesaggistico. Le associazioni rappresentative del settore extra-alberghiero invitano i gestori a regolarizzare questi strumenti, segnalando che eventuali abusi potrebbero comportare sanzioni.
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