Intesa Sanpaolo al Salone del Mobile 2025 per il Made in Italy – Economia e Finanza


(Teleborsa) – Il design come cifra comune per sviluppare filiere trasversali, connettere i settori produttivi e ampliare la presenza all’estero dell’industria italiana è stato il tema al centro dell’appuntamento annuale di Intesa Sanpaolo al Salone del Mobile di Milano. Il Gruppo, partner istituzionale della manifestazione internazionale per il nono anno consecutivo a testimonianza dell’impegno nel valorizzare
e supportare il design italiano, contribuisce alla crescita sostenibile delle imprese della filiera e alla promozione del Made in Italy a livello internazionale.

Per rafforzare la presenza globale dell’eccellenze dell’Italian Style e favorirne uno sviluppo sostenibile e duraturo, Intesa Sanpaolo ha dedicato una proposta ad hoc alle filiere del Made in Italy, all’interno delle quali il design svolge un ruolo centrale sia per la filiera a monte, legata quindi alla ricerca sui materiali, sia per la filiera a valle, in una logica B2B che abbraccia molti settori di sbocco.
Il Gruppo Intesa Sanpaolo, attraverso il Programma Sviluppo Filiere sviluppato dalla Divisione Banca dei Territori guidata da Stefano Barrese, ha sottoscritto contratti con oltre 200 filiere produttive del Made in Italy che includono più di 25.000 addetti e coinvolgono oltre 6.000 fornitori, per un giro d’affari superiore a 22 miliardi di euro.
Grazie alle collaborazioni con partner strategici, Intesa Sanpaolo accompagna le PMI sui mercati internazionali, favorendo l’accesso a nuovi corridoi commerciali e offrendo un servizio dedicato di Business Strategy che unisce finanza, consulenza e networking.

La ricerca è stata curata e presentata da Stefania Trenti, responsabile Industry & Local Economies presso il Research Department di Intesa Sanpaolo, che ha dichiarato: “La competitività del Made in Italy sui mercati internazionali grazie a filiere integrate e coniugate con l’elevato livello estetico delle produzioni di design. Italia prima in Europa per le attività di design specializzato: 6,3 miliardi di euro di fatturato (il 16,4% del totale UE27), circa 70 mila addetti, quasi il 20% del totale europeo, seguita da Francia e Germania”.
In sintesi secondo ciò che emerge dallo studio, dal titolo “Le prospettive per le filiere del Made in Italy”, i mercati internazionali continueranno a costituire un driver fondamentale per la crescita delle imprese del Made in Italy: la propensione all’export dovrebbe salire al 77,2% nel 2027 (era del 60% nel 2012). A fare da traino sarà soprattutto la fascia alta della gamma produttiva: la quota di mercato italiana sui prodotti ad elevato prezzo è pari all’11,2%, rispetto ad una quota del 4,6% sui prodotti a prezzi medi
e bassi. Dietro questo risultato c’è la forza delle filiere del Made in Italy, con la produzione altamente concentrata in aree ad elevata specializzazione, dove si tramandano know-how e competenze artigianali, coniugate con l’elevato livello estetico delle produzioni di design, che rappresenta una competenza chiave per il Made in Italy, a servizio di un ampio spettro di attività.
Le politiche protezionistiche statunitensi potrebbero accelerare il processo di ricerca di nuovi mercati di sbocco, già in atto da diversi anni. A conferma di questa tendenza, un’indagine Intesa Sanpaolo condotta sfruttando la rete degli specialisti all’internazionalizzazione, evidenzia come le imprese italiane si stiano già muovendo su questo fronte, guardando con crescente attenzione a nuove rotte commerciali vicine e lontane, tra le quali spiccano India e Nord Africa. Relativamente ai timori ispirati dai Dazi, Trenti ha citato la prima amministrazione Trump, che nel 2017 aveva già applicato dazi importanti ai prodotti del mondo della Moda, senza però di fatto andare a penalizzare particolarmente le esportazioni del Made in Italy.

Durante l’evento si è svolta anche una tavola rotonda animata da Anna Roscio, Executive Director Sales & Maketing Imprese della Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo, che ha riportato le sensazioni di alcune aziende protagoniste del made in Italy, da cui è emersa una costante propensione ad investire per superare l’incertezza della situazione mondiale attuale: “Supportiamo le filiere dell’Italian Style in investimenti sostenibili e ricerca di nuovi corridoi internazionali. In quattro anni abbiamo erogato alle imprese clienti del Made in Italy circa 20 miliardi di euro di finanziamenti per internazionalizzazione, gestione del business, crescita dimensionale e passaggio generazionale”. Alla tavola rotonda hanno partecipato DEA (Olmi Quarrata, Pistoia) per il settore tessile, Lario Hotels (Como) per il turismo e l’hotellerie di lusso, Yachtline1618 (Bientina, Pisa) per il settore nautico e Riva1920 (Cantù, Como) per il
mobile di alta gamma. L’architetto Alexander M. Bellman, operatore di riferimento nei settori del lighting design e delle tecnologie virtuali, ha invece posto l’accento sul patrimonio culturale italiano e l’innovazione tecnologica come prerogativa di unicità per il design nel mondo.

(Foto: Tavola rotonda Intesa Sanpaolo per il Made in Italy al Salone del Mobile)



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