Nuovo Giornale Nazionale – LE POLITICHE PROTEZIONISTICHE DI TRUMP


di Sergio Restelli

Le politiche protezionistiche di Trump, e in particolare l’imposizione di dazi generalizzati, hanno gettato incertezza in un sistema finanziario già fragile, provocando un impatto immediato sui mercati e generando danni che vanno ben oltre il mero rincaro dei prodotti. Nel leggere e riflettere su queste osservazioni, mi sembra di cogliere l’immagine di un’economia che, in apparenza ambiziosa e rivoluzionaria, si stia invece autoinfliggendo ferite profonde.

Un’Economia in crisi e il paradosso dei dazi

Le parole di Trump, che proclamano “un grande momento per diventare ricchi”, si scontrano con una realtà ben più dura. Se le politiche non cambiano, ignorando le ripetute previsioni degli economisti, il risultato è una spirale negativa. Inflazione in aumento e  i dazi, applicati in maniera indiscriminata, fanno lievitare il costo dei beni importati, un effetto che si trasmette a catena lungo tutta la filiera produttiva e distributiva.

Depressione della crescita

L’aumento dei costi si traduce in una riduzione della competitività delle imprese, rallentando l’innovazione e frenando la crescita economica.

Incertezza e instabilità

I mercati finanziari rispondono con un calo vertiginoso degli indici, come visto a Piazza Affari, dove il crollo ha raggiunto livelli paragonabili ai momenti di crisi storica. Questa instabilità genera un clima di sfiducia, in cui investitori e imprese sono costretti a rivedere le loro strategie di lungo termine. Le conseguenze di una politica così rigida si ripercuotono direttamente sui cittadini e sulle aziende. L’aumento dei prezzi, stimato in circa 160 euro all’anno per le famiglie italiane, è solo la punta dell’iceberg. Dietro questo rincaro si nasconde un impatto strutturale.

Riduzione del potere d’acquisto

Le famiglie si trovano a spendere una quota maggiore del loro reddito per beni di consumo quotidiano, riducendo la capacità di investire in altre forme di benessere e sviluppo personale.

Contrazione degli investimenti:

Le imprese, in un contesto di costi crescenti e di incertezza, tendono a posticipare o addirittura annullare investimenti, frenando il progresso tecnologico e industriale.

Effetti a catena sul mercato del lavoro

La diminuzione degli investimenti e la contrazione della crescita si traducono in minori opportunità occupazionali, aggravando un quadro economico già difficile.

La guerra commerciale

Un gioco pericoloso. Sostenere una guerra commerciale globale significa, per chi non ascolta le analisi degli economisti, scommettere su una realtà parallela in cui il potere di fare a meno delle “regole” tecniche si rivela una trappola.

Un Eldorado illusorio

L’idea di un rapido arricchimento, basata sulla speranza di una crescita esplosiva e incontrollata, ignora il fatto che i dazi, applicati in maniera generalizzata, innescano un effetto boomerang che impoverisce progressivamente il sistema.

La perdita di un appiglio tecnico

Le decisioni prese senza un’adeguata base tecnica e senza ascoltare gli esperti rischiano di creare un ambiente economico disordinato, in cui il rischio di crolli improvvisi diventa elevato. Questo è il contesto in cui si sviluppa quella che definisco un’economia “scippata agli economisti”, ovvero una realtà in cui il potere decisionale si affida a convinzioni ideologiche piuttosto che a dati e analisi oggettive.

Una riflessione personale e una chiamata all’azione

Dopo aver analizzato attentamente questi aspetti, ho compreso che la strada migliore per affrontare queste sfide è quella di costruire strategie di resilienza economica, capaci di proteggere sia le imprese che le famiglie. È determinante riprendere il dialogo con il mondo degli economisti e dei tecnici, per definire politiche che, pur tutelando gli interessi nazionali, non compromettano la stabilità globale e locale.

Rafforzare la collaborazione europea:

Solo un fronte unito e strategicamente coordinato potrà contrastare gli effetti negativi di una guerra commerciale che minaccia il tessuto economico e sociale dell’Unione.

Investire nella competitività e nell’Innovazione:

È essenziale destinare risorse significative alla ricerca, allo sviluppo tecnologico e alla formazione, per trasformare le difficoltà in opportunità di crescita e di rinnovamento.

Sostenere il consumo e il benessere delle famiglie

Politiche mirate a contenere l’inflazione e a sostenere il potere d’acquisto sono necessarie per garantire che le misure protezionistiche non si traducano in un impoverimento diffuso. In sintesi, le misure protezionistiche dei dazi, come quelle promosse dall’amministrazione Trump, rivelano le insidie di un approccio che si basa più su convinzioni ideologiche che su analisi tecniche. L’impatto sui mercati, il rincaro per le famiglie, la contrazione degli investimenti e la minaccia di una guerra commerciale globale sono tutti segnali di un sistema in crisi.

A mio avviso, questa analisi dovrebbe rappresentare un monito: l’economia, come la vita, deve essere gestita con equilibrio, ascoltando la saggezza degli esperti e mantenendo sempre uno sguardo attento alle conseguenze a lungo termine delle nostre scelte. Solo così potremo evitare di cadere in una spirale di incertezza e disordine, e costruire un futuro in cui la crescita sia sostenibile, le opportunità siano alla portata di tutti e la ricchezza non sia riservata a pochi, ma diventi il frutto di un sistema giusto e condiviso.

Questa è la sfida che mi appello a condividere, una chiamata alla responsabilità collettiva per ricostruire un’economia solida, capace di resistere alle tempeste del protezionismo e di garantire un benessere diffuso e duraturo.

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