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Manifestazione d’interesse, c’è fiducia – La Provincia di Civitavecchia


CIVITAVECCHIA – Difficile replicare quanto avvenuto per Brindisi, con 53 manifestazioni di interesse arrivate: differenti il territorio, la storia e il percorso avviato attorno agli impianti. Ma, come sottolineato dal presidente di Unindustria Civitavecchia, Fabio Pagliari, «siamo fiduciosi perché Civitavecchia, in questi mesi, sta facendo e ha fatto di tutto per rendersi competitiva».

Scadono infatti il 28 aprile prossimo i termini per la presentazione delle manifestazioni di interesse nell’ambito del phase out dal carbone della centrale Enel di Tvn. Un passaggio cruciale per il futuro dell’area e dell’intero territorio, che cerca di costruire un nuovo modello economico basato su logistica, industria e transizione energetica. «Come è diventata più interessante Civitavecchia? Attraverso una collaborazione sinergica e proficua tra tutti gli attori interessati e le parti coinvolte a tutti i livelli – spiega Pagliari – attraverso la Zls, ormai in approvazione, che insieme alle aree già oggetto di contributi statali previsti dalla legge 107, trasforma questo territorio in un’opportunità eccezionale per investimenti privati diventando, considerata l’importanza e il potenziale economico, paragonabile a una Zona Economica Speciale (ZES), come avviene nelle regioni del Sud Italia. E poi le nuove aree in zona industriale, un retroporto sempre più vantaggioso». L’obiettivo è quello di rilanciare Civitavecchia come hub di sviluppo per l’intero Lazio. «Anche l’intervento del presidente Biazzo andava in questo senso – ha aggiunto Pagliari – comunicare quanto più possibile a livello nazionale le potenzialità di questa area. Come Unindustria stiamo facendo la nostra parte, lavorando per intercettare possibili investitori interessati. Ci sono delle interlocuzioni, siamo fiduciosi». Il presidente Giuseppe Biazzo, in una recente intervista sul “Sole 24Ore”, ha evidenziato il ruolo strategico della città per lo sviluppo del Lazio e del Paese: «Civitavecchia è di cruciale interesse per lo sviluppo del Lazio e del Paese. Il porto è uno degli scali core della rete strategica transeuropea dei trasporti (la TEN-T) che ha attratto finanziamenti pubblici importantissimi negli ultimi cinque anni, a cominciare dai 180 milioni del Pnrr, tra le cui misure spiccano il cold ironing o il completamento dell’ultimo miglio ferroviario. A Civitavecchia è istituita l’Hydrogen Valley per lo sviluppo di una filiera sperimentale dell’idrogeno nell’area, con la collaborazione di aziende private ed enti pubblici. Sarà fondamentale che quest’area venga rapidamente inclusa tra quelle del Consorzio Industriale del Lazio». Intanto, restano sullo sfondo le incertezze legate alla tempistica della transizione. Il dibattito sulla possibile proroga dell’uso del carbone oltre il 2025 è aperto, ma Pagliari chiarisce: «Non è una scelta che dipende dal territorio ma dal Governo. In attesa delle direttive che dovranno arrivare dal Mase, ad esempio, e dell’azione di Enel, lavoriamo con l’obiettivo dichiarato ormai della chiusura della centrale al 31/12/2025». E sul perché un investitore dovrebbe scegliere Civitavecchia, Pagliari non ha dubbi: «Perché c’è un porto di questa importanza strategica, al centro del Mediterraneo e vicino a Roma. Per il retroporto, la zona industriale, la Zls e la legge 107 che garantiscono importanti incentivi fiscali. Attendiamo poi anche la nomina, che sembra ormai imminente, del commissario straordinario di Governo che potrà garantire ancora di più uno snellimento delle pratiche burocratiche». L’ultimo punto riguarda la forza lavoro del territorio, un aspetto cruciale per attrarre nuove imprese e garantire una transizione efficace: «In tutto questo le aziende di Civitavecchia, con le loro maestranze super specializzate e il loro know-how, sono pronte ad accogliere nuovi progetti. Siamo convinti che Civitavecchia, da area di crisi, possa diventare un hub importante di sviluppo e volano per la crescita di tutto il Lazio».

©RIPRODUZIONE RISERVATA





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