Banco Bpm suona la carica a Nord Est: «Vicini alle imprese del territorio


«Il Nord Est è un territorio strategico per Banco Bpm, come dimostrano le quote di mercato superiori alla media nazionale: più del 10% quella degli impieghi alle imprese del Veneto e l’8% di presenza come sportelli. Numeri che dimostrano i nostri rapporti ormai consolidati con il tessuto imprenditoriale di questa area del Paese, dove guardiamo con interesse anche al Friuli Venezia Giulia e al Trentino Alto Adige». Alberto Melotti, responsabile della Direzione territoriale Verona e Nord Est di Banco Bpm, spiega così il ruolo dell’istituto di credito tra i protagonisti del risiko bancario che sta rivoluzionando il sistema finanziario italiano.

Il manager ha partecipato la scorsa settimana alla tappa veronese del roadshow dedicato alle piccole e medie imprese. Un incontro che ha coinvolto il top management del Banco, tra cui l’amministratore delegato Giuseppe Castagna e il condirettore generale Domenico De Angelis, chiamati a dialogare con oltre 500 imprenditori ed esponenti delle Istituzioni arrivati da tutto il territorio nordestino.

Cosa è emerso dall’appuntamento di Verona, una delle città dove Banco Bpm ha le sue radici più profonde?

«È stata prima di tutto un’opportunità per raccontare la crescita costante di risultati e la redditività di Banco Bpm, che dai territori è partito e oggi, come gruppo bancario completo, è capace di presentarsi sul mercato con un modello di business unico e distintivo, con fabbriche prodotto attive nell’investment e nel private banking, nel risparmio gestito, nel credito al consumo, nella bancassicurazione. Abbiamo, inoltre, colto l’occasione per presentare l’aggiornamento del Piano Industriale e l’operazione in corso su Anima».

Nel Nord Est, il Veneto è certamente una delle aree dove Banco Bpm è maggiormente presente. Con quali numeri e con quali obiettivi?

«Vogliamo continuare in questa missione di essere vicini alle famiglie e alle imprese del territorio. Abbiamo 159 sportelli e otto centri imprese dedicati alle aziende con un fatturato compreso tra i 5 e i 75 milioni. In Friuli Venezia Giulia siamo presenti con sette filiali e due centri imprese, che coprono rispettivamente Pordenone e Udine, Trieste, Gorizia. E l’essere organizzati per filiere di fatturato vuol dire avere strutture con gestori vicini alle realtà che devono sostenere. Voglio poi sottolineare che avere una quota sportelli dell’8,1% e una quota impieghi del 10,1% significa che oggi eroghiamo più credito rispetto alla presenza sul territorio. Siamo tuttavia aperti e attivi nell’innovazione di prodotto e di processo. Ad esempio, negli ambiti del digitale e dell’intelligenza artificiale i cui strumenti e soluzioni, tra l’altro, permettono di liberare i colleghi dalle mansioni più ripetitive e burocratiche permettendo loro di avere un rapporto più stretto e continuo con la clientela».

Con quali numeri avete dato sostegno all’economia in anni caratterizzati dalle diverse crisi geopolitiche?

«Nel triennio 2022 – 2024 abbiamo erogato, in Veneto, più di tre miliardi di euro ad aziende con un fatturato fino a 75 milioni. Oltre due miliardi a quelle con un fatturato superiore, per complessive 13.000 operazioni di finanziamento. Nello stesso periodo sono stati erogati 1,2 miliardi per 9.500 nuovi mutui e 400 milioni di euro di finanziamenti. Serviamo più di 55.000 aziende e 345.000 clienti privati».

Per quanto riguarda le richieste di finanziamento delle imprese vedete segnali di ripartenza dell’economia?

«La situazione va analizzata settore per settore. La meccanica è in una fase che si può definire riflessiva perché molto legata all’economia tedesca dove è entrato in crisi il modello aziendale. Questo evidentemente si riflette anche sulla nostra economia. C’è poi il settore moda che sta soffrendo, mentre tiene quello turistico e soprattutto l’agroalimentare che risulta meno soggetto alle fluttuazioni del mercato. Tuttavia, i costi dell’energia stanno impattando ancora in maniera significativa e dobbiamo capire in che modo influiranno i dazi. E, in questa situazione poco chiara, le aziende cercano di ridurre gli investimenti allo stretto necessario. Tornando alla Germania, si stima che gli effetti delle misure annunciate in questi giorni dal governo di Berlino si rifletteranno sulla nostra filiera da settembre».

Cosa avete detto agli imprenditori nordestini all’appuntamento di Verona?

«Abbiamo ribadito loro la nostra determinazione a continuare a essere vicini alle aziende e agli imprenditori, perché crediamo nei loro progetti e vogliamo essere loro partner». 



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