Genova si candida “capitale del dato”, corsa ai fondi europei per ospitare la gigafactory dell’IA


Genova. Da capitale del supercalcolo a capitale del dato, città pioniera e leader nei computer ad alte prestazioni. Genova si candida ad attrarre una parte dei 200 miliardi di investimenti dell’Unione europea per l’intelligenza artificiale e lo fa con un protocollo d’intesa firmato oggi agli Erzelli da tutte le sue eccellenze scientifiche, tecnologiche, digitali e industriali. Il punto di partenza è la ricerca biomedica, che può già avvalersi dei due supercomputer Davinci-1 di Leonardo e Franklin dell’IIT, ma l’obiettivo è allargarsi agli altri settori di sviluppo e ospitare in futuro la gigafactory dell’intelligenza artificiale assegnata all’Italia, con enormi ricadute occupazionali.

Il documento Genova capitale dell’high performance computing per la ricerca biomedica è stato sottoscritto da Regione Liguria, Comune di Genova, Liguria Digitale, Confindustria Genova, CNR, Istituto Italiano di Tecnologia, Università degli Studi di Genova, Leonardo, Istituto Giannina Gaslini IRCCS, Ospedale Policlinico San Martino IRCCS, Camera di Commercio di Genova, Mnesys e RAISE.

“La firma di questo protocollo arriva a pochi giorni dall’approvazione in Senato del disegno di legge sull’intelligenza artificiale, fortemente voluto da questo governo, e in una fase di grande slancio per l’ecosistema dell’innovazione italiano – dichiara il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alessio Butti -. Genova e la Regione Liguria si confermano protagoniste nel super calcolo, nella gestione del dato, nella ricerca biomedica e nello sviluppo di tecnologie avanzate. È esattamente questo il modello che vogliamo promuovere: un’alleanza tra pubblico, privato e ricerca, per costruire un’infrastruttura digitale solida, sicura e orientata al futuro. I dati, se ben governati, sono una risorsa strategica per la crescita economica, la salute e la qualità della vita dei cittadini”.

“In verità l’affermazione forte che noi vogliamo portare è che Genova ha già tutti i requisiti per essere considerata la capitale del supercalcolo per tutto quanto riguarda la ricerca biomedica – spiega Enrico Castanini, direttore generale di Liguria Digitale -. Noi oggi candidiamo il grande tessuto digitale che noi abbiamo, i grandi istituti di ricerca scientifica e altri ingredienti importanti già riuniti in un ecosistema, ognuno con le sue competenze, a diventare ben di più, a diventare la città capitale del dato e partecipare a quei 200 miliardi di euro che la Commissione europea ha stanziato per il supercalcolo applicato all’intelligenza artificiale e altri campi. Partiamo da una base molto forte, quindi riteniamo di avere tutte le carte in regola per poter competere. Con questo accordo, con i nuovi finanziamenti previsti per i data center, con l’eccellenza internazionale di Leonardo radicata nel nostro territorio, con le connessioni ultraveloci garantita dai cavi sottomarini che passano da Genova, abbiamo tutte le carte in regola per candidarci a diventare un polo importantissimo e ospitare anche la gigafactory nazionale“.

“Abbiamo un pezzo di Liguria che si trova qui per sancire il fatto che abbiamo capacità tecniche di realizzazione di hardware e software: parliamo di intelligenza artificiale, bioinformatica, tutto quello che serve per avere applicazioni nel settore della salute – aggiunge Giorgio Metta, direttore scientifico dell’IIT -. La grossa scommessa è una medicina sempre più precisa, sempre più accurata, che va al target e consentirà di disegnare anche i farmaci con un costo molto più basso. La sfida dell’intelligenza artificiale è consentirci non tanto di scoprire a caso delle molecole, ma di disegnarle ad hoc per curare la malattia. Noi abbiamo già deliberato un investimento che raddoppierà la nostra capacità capacità di calcolo e consentirà di quadruplicare la capacità di storage dei dati. Parliamo di 9 milioni di euro che sono in fase di gara”.

“La firma del protocollo d’intesa conferma Genova come capitale del supercalcolo e dei big data – commenta il presidente Marco Bucci – con Regione Liguria in prima linea nel sostenere questo primato. La città ospita già due supercomputer di eccellenza, Davinci-1 di Leonardo e quello gestito da Liguria Digitale per IIT. Da un lato i dati e lo studio sull’intelligenza artificiale, dall’altro la ricerca: agli Erzelli il nuovo ospedale integrerà un centro di ricerca traslazionale e laboratori di scienze computazionali, favorendo l’innovazione anche nel campo della medicina. A partire da oggi la Liguria si pone ufficialmente alla guida della trasformazione digitale e sostenibile a livello internazionale“.

In Italia ci sarà una delle quattro gigafactory dell’intelligenza artificiale, strutture avanzate per lo sviluppo collaborativo dei modelli più complessi con cui l’Europa vuole mettersi al passo di Stati Uniti e Cina. “Si tratta di decidere tra noi e Bologna – spiega Bucci -. Bologna si candidata col Cineca, noi abbiamo il computer di Leonardo che è più potente, più importante, e soprattutto abbiamo una filiera enorme tra IIT, le università, tutte le nostre aziende. Abbiamo veramente la capacità di fare un grande passo avanti, quindi io vedo importanti ricadute economiche occupazionali”.

Dove si troveranno le aree necessarie? Per il momento Bucci non si sbilancia: “Non servono grossi spazi. Una gigafactory ha bisogno di spazi per i computer, ovviamente, e di scrivanie per le persone che lavorano. Si parla di 15-20 metri quadrati per persona circa. Come vedete lo sviluppo dell’industria consente di avere posti di lavoro concentrati in spazi minori che in passato. La gigafactory, invece, è molto energivora perché i computer consumano un sacco di elettricità, però troveremo l’energia verde necessaria”.

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Genova può essere capitale del dato perché ha una potenza di calcolo pro capite molto elevata. La prima cosa che mancano, però, sono i cervelli umani. Ricordo che la Cina produce 4,5 milioni di ingegneri all’anno, gli Stati Uniti un quinto, l’Europa è sulle centinaia di migliaia – ha dichiarato Roberto Cingolani, amministratore delegato e direttore generale di Leonardo -. High performance e cloud computing, intelligenza artificiale sono le tecnologie che guidano l’attuale evoluzione dell’industria e della società. Basti pensare al ruolo rilevante che queste occupano nell’ambito della sicurezza o ancora in quello delle scienze della vita. Avere queste capacità significa garantire competitività al sistema delle imprese e servizi state of the art ai cittadini. Il protocollo di oggi è uno dei passi fondamentali per poter attrarre e mantenere sul territorio le competenze necessarie a garantire lo sviluppo nel lungo periodo”.

“L’amministrazione comunale ha aderito con entusiasmo e convinzione a questo protocollo perché crediamo alle importanti opportunità che possano discendere da Genova hub del dato, dal campo della ricerca biomedica, sanitaria sino alle imprese e all’attività amministrativa – dice il vicesindaco reggente Pietro Piciocchi -. Genova ha un elevata percentuale, anche in termini di crescita, di start up innovative, e si sta affermando come porto dei dati con i nuovi cavi sottomarini, avremo il primo Liceo tecnologico sperimentale in Val Polcevera e la Fabbrica delle idee al Waterfront di Levante: fare sistema tra mondo della ricerca, aziende di eccellenza, università e istituzioni è fondamentale per creare quel necessario ecosistema territoriale per cogliere tutte le opportunità e le ricadute sul futuro della città e delle prossime generazioni”.

“Il tema della digitalizzazione, del super calcolo, dei data center è fondamentale non solo per quello che attiene al mondo della ricerca, di cui l’Università di Genova è un attore importante, insieme a IIT, CNR, INFN, per citare solo alcuni dei principali partner con cui ogni giorno svolgiamo attività che riguardano il trattamento dei dati e la loro gestione, ma è un tema che ha un impatto crescente nel business quotidiano delle aziende – prosegue Federico Delfino, rettore dell’Università degli Studi di Genova -. A Genova, in Liguria, si può costituire una filiera importante che può guidare il Paese in una transizione ricca di prospettive”.





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