Italiani indebitati, 22 milioni devono soldi all’Agenzia delle Entrate: è la norma


Oltre 22 milioni di italiani hanno debiti con il Fisco, in quasi l’80% dei casi sono recidivi negli ultimi tre anni. È il quadro tracciato in audizione al Senato dal direttore dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, Vincenzo Carbone, la cui relazione fa emergere una macigno di circa 1.300 miliardi di crediti non riscossi sulle spalle dell’Erario. Il 40% è considerato ormai difficilmente recuperabile.

Si tratta dei numeri di un fenomeno evasivo ormai strutturale in Italia, rappresentato dall’elevata recidività degli evasori, come sottolineato dal numero uno del Fisco italiano.

Gli italiani con debiti con il Fisco

Durante il ciclo di audizioni in commissione Finanze di Palazzo Madama, Carbone ha fatto il punto sul magazzino fiscale, l’ammontare dei crediti con i contribuenti non riscossi dall’Erario.

Secondo quanto riferito dal direttore dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, dei 22,3 milioni di soggetti con debiti con l’Agenzia delle Entrate-Riscossioni, circa 3,5 milioni rappresentano persone giuridiche, mentre sono 18,8 milioni le persone fisiche, di cui 2,9 milioni con un’attività economica.

In audizione, Carbone ha sottolineato che “dei circa 10 milioni di contribuenti destinatari ogni anno di cartelle di pagamento, avvisi di addebito e avvisi di accertamento esecutivi, oltre il 77% risulta avere già avuto iscrizioni a ruolo nei 3 anni precedenti” mentre il 60% è recidivo da almeno 10 anni.

La composizione dei crediti fiscali nella pancia dello Stato mostra però uno sbilanciamento degli importi dovuti all’Erario: circa l’87% del valore del magazzino fiscale è riconducibile a 1,32 milioni di italiani con residui oltre quota 100mila euro, mentre lo 0,2% è composto da debiti inferiori a 1000 euro, riferiti però al 43% del totale dei debitori.

I numeri del magazzino fiscale

Dal 2000 al 2024 i carichi affidati agli enti di riscossione risultano pari a quasi 1.300 miliardi di debiti. La cifra esatta è di 1.272,9 miliardi, l’importo residuo della mole di 1.874,62 miliardi di debiti, a cui sono stati sottratti 421,39 miliardi di sgravi e carichi annullati e i 180,32 miliardi di crediti incassati.

Secondo i calcoli dell’Ufficio parlamentare di bilancio, sono oltre 290 milioni i singoli crediti ancora da riscuotere, in circa 173 milioni di cartelle, avvisi di addebito e avvisi di accertamento esecutivo, riferiti a circa 21,8 milioni di contribuenti.

Nonostante i numeri della riscossione abbiano registrato un aumento costante negli anni, il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha fatto notare alla commissione Finanze del Senato che “il cosiddetto magazzino della riscossione ha registrato una costante crescita e, ormai da tempo, ha assunto una consistenza anomala”.

I debiti inesigibili dall’Agenzia delle Entrate

Le difficoltà nel recuperare il 40% dei crediti contenuti nel magazzino fiscale sono causate dalla mancata convenienza economica nel recuperare somme inferiori a 100 euro, in quasi il 25% dei casi, ma in larga parte dalle “condizioni soggettive del contribuente”:

  • 149 miliardi di euro sono dovuti da soggetti interessati da procedure concorsuali;
  • 224,4 miliardi di euro da persone decedute e imprese cessate;
  • 138,9 miliardi da soggetti che risultano nullatenenti.

Circa 51 miliardi di altri crediti residui al 31 gennaio 2025 risultano poi interessati da provvedimenti di sospensione che non ne permettono il recupero: 28,4 miliardi oggetto di provvedimenti emessi dagli enti creditori o disposti dalle autorità giudiziarie e un ammontare di 22,5 miliardi sospeso per l’adesione alla Rottamazione-quater.

I circa 580 miliardi restanti sono dovuti da contribuenti nei confronti dei quali l’Agenzia delle Entrate ha già svolto negli anni azioni esecutive e/o cautelari.

Infine, le problematiche di riscossione dei crediti sono legate alla capacità da parte dell’Erario di recuperarli: soltanto il 20% degli atti notificati ogni anno viene regolarizzato subito dopo la notifica, mentre un 25% viene saldato nei successivi 4/5 anni, solo dopo l’avvio di procedure di recupero, a seguito di rateizzazione.





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