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L’approccio innovativo di Nicola Zanetti per le startup – StartUp Magazine


Nicola Zanetti, fondatore di B-PlanNow® e autore di Startup Fundamentals, condivide la sua visione unica per accelerare la crescita delle startup, affrontando le sfide del mondo imprenditoriale con metodologie innovative e un approccio pratico alla scalabilità. Scopri come la sua esperienza internazionale e il “Metodo ScaleUp” possono trasformare le idee in aziende di successo.

Alessandra D’Amato: Salve dott. Zanetti! Vorrei iniziare ringraziandola per aver accettato di condividere la sua esperienza con noi di Startup Magazine. La sua expertise, unita alla passione per l’accelerazione aziendale, offre un punto di vista prezioso per tutti gli imprenditori e i professionisti che ci leggono e desiderano far crescere le proprie idee nel panorama attuale. Può raccontarci un po’ del suo percorso professionale e di come è arrivato a fondare B-PlanNow®?

Nicola Zanetti: Certamente. Il mio percorso professionale è stato piuttosto dinamico e internazionale. Ho iniziato con diverse avventure imprenditoriali che mi hanno portato a lavorare non solo in Italia ma anche all’estero – dalla Cina all’Egitto, dalla Svizzera fino alla Bulgaria – esperienze che hanno arricchito enormemente la mia visione globale del business​. Dopo aver realizzato una exit nel 2013 e aver accumulato esperienza come consulente strategico, ho sentito forte il desiderio di aiutare altri imprenditori a crescere. Questa spinta mi ha portato a fondare B-PlanNow®, un’iniziativa innovativa che incarna il mio impegno nel supportare la crescita e la scalabilità delle startup​. Sin dall’inizio ho voluto differenziarla come un acceleratore con un approccio collaborativo e personalizzato, orientato a trasformare idee in business scalabili, redditizi e finanziabili​. In sostanza, B-PlanNow® è nato per mettere a frutto le mie esperienze internazionali e restituire alla comunità startup ciò che ho imparato, guidando nuove imprese attraverso le tappe critiche verso il successo.

Alessandra D’Amato: Cosa l’ha spinta a intraprendere una carriera nel mondo dell’accelerazione aziendale e quale pensa sia la sfida più grande per le startup oggi?

Nicola Zanetti: La mia spinta nasce da una profonda passione per l’innovazione imprenditoriale e dal desiderio di vedere le idee prendere forma in aziende di successo. Sin dai primi anni della mia carriera mi sono reso conto che molte startup (ma non solo, anche aziende strutturate) con un grande potenziale fallivano non per mancanza di idee, ma per mancanza di supporto strategico e operativo. Volevo colmare questo divario. Essere un acceleratore di startup significa poter affiancare gli imprenditori in quel delicato percorso iniziale, aiutandoli a evitare errori e a crescere in modo mirato e strategico. Trovo estremamente gratificante contribuire a trasformare un progetto embrionale in un’impresa concreta.

Riguardo alla sfida più grande per le startup oggi, credo sia il riuscire a emergere e scalare in un ecosistema sempre più competitivo e complesso​. Oggi il mercato è globale, iper-competitivo e in continua evoluzione tecnologica: le nuove imprese devono sapersi adattare rapidamente, trovare il proprio spazio e modellare un business sostenibile. Inoltre, c’è la sfida di evitare gli errori comuni – ad esempio lanciarsi senza aver validato bene l’idea o senza un modello di business solido. In B-PlanNow® lavoro proprio su questo: preparare le startup ad affrontare il mercato competitivo odierno, dotandole di fondamenta robuste e di una strategia flessibile per il futuro​.

Alessandra D’Amato: Poco fa mi ha detto di aver avuto delle esperienze significative in diversi paesi, tra cui appunto la Cina, l’Egitto e la Svizzera. In che modo queste esperienze hanno influenzato il suo approccio alle startup e alla consulenza?

Nicola Zanetti: Le mie esperienze all’estero hanno inciso profondamente sul mio approccio. Trascorrere anni in Cina, Egitto, Svizzera e ora Bulgaria mi ha permesso di sviluppare una comprensione approfondita di culture aziendali diverse​. Ogni paese mi ha insegnato qualcosa di unico: in Cina ho vissuto il ritmo frenetico dell’innovazione e imparato l’importanza di pensare in grande, in Egitto ho visto la creatività nel saper fare impresa con risorse limitate, in Svizzera ho appreso l’attenzione alla pianificazione e all’efficienza e in Bulgaria sto toccando con mano quanto sia vitale un ecosistema di programmatori di alto livello. Queste esperienze mi hanno dato una prospettiva globale e la capacità di adattare le strategie a contesti differenti. Oggi, quando affianco una startup, porto con me quella visione internazionale: incoraggio i founder ad avere una mentalità aperta, a considerare fin da subito come il loro prodotto o servizio possa inserirsi in un contesto più ampio. Inoltre, avendo costruito un network globale in questi anni, posso mettere in contatto le startup con investitori e partner di diversi Paesi, se necessario. In sintesi, lavorare in tre continenti diversi ha reso il mio approccio alla consulenza più flessibile, aperto e attento alle variabili culturali, cosa che aiuta molto nel guidare le startup di oggi in un mercato globalizzato​.

Alessandra D’Amato: Il suo approccio all’accelerazione delle startup è unico rispetto ad altri acceleratori italiani. Può spiegare in cosa si distingue?

Nicola Zanetti: B-PlanNow® si distingue per un approccio altamente personalizzato e collaborativo. Mentre molti acceleratori adottano programmi standard uguali per tutti, io credo che ogni startup sia una storia a sé e meriti un percorso su misura. Ho sviluppato negli anni delle tecniche di management uniche e proprietarie, frutto dell’esperienza sul campo con oltre 200 startup seguite​.

Questo significa che applico un metodo innovativo, costruito sulle lezioni apprese da casi reali, e continuamente migliorato. In pratica, quando una startup entra in B-PlanNow®, non trova un semplice percorso preconfezionato, adatto a tutti e magari gestito da stagisti o junior, ma un affiancamento one-to-one direttamente con me: analizziamo il modello di business, le esigenze specifiche, e definiamo insieme le strategie migliori. Il mio ruolo è quello di mentor e partner: vivo i progetti come se fossero i miei, offrendo consulenze su misura e mettendo a disposizione la mia rete di contatti e investitori​.

Ciò che mi distingue è anche la completezza del supporto: non solo formazione o tutoraggio, ma anche aiuto pratico nella strutturazione del modello di business, nello sviluppo del business plan, nella creazione del pitch deck, nella preparazione dello speech attraverso le migliori tecniche di public speaking, nella formazione e nell’accesso ai finanziamenti. In definitiva, personalizzazione, metodo proprietario e approccio “hands-on” sono le tre caratteristiche chiave che rendono unico il mio acceleratore rispetto ad altri.

Alessandra D’Amato: Come aiuta le startup a scalare con successo e quali sono gli errori più comuni che vede fare da chi avvia una nuova impresa?

Nicola Zanetti: Aiutare le startup a scalare con successo significa guidarle attraverso una crescita ben pianificata. In concreto, fornisco consulenza one-to-one, formazione mirata e creo insieme ai founder una roadmap di sviluppo cucita sulle loro esigenze​. Partiamo spesso dall’ottimizzazione del modello di business – utilizzando metodologie innovative al posto dei vecchi schemi – perché un modello di business solido è la base per crescere in modo sostenibile. Poi li supporto nel mettere a punto un pitch convincente, un business plan efficace, e un piano di funding strategico per attrarre gli investitori giusti. Grazie alla mia esperienza, riesco ad anticipare i bisogni di scalabilità: ad esempio, assicuro che abbiano metriche chiare, processi replicabili e una strategia di marketing adeguata man mano che aumentano di dimensione (questo attraverso un mix di marketing predittivo e strategie di growth hacking). Inoltre, tramite B-PlanNow® offro anche accesso a finanziamenti pre-seed e metto le startup in contatto con business angel, venture capital o altre forme di finanziamento adatte al loro stadio​.

Per quanto riguarda gli errori più comuni, purtroppo ne vedo diversi ripetersi. Il primo è lanciarsi sul mercato senza aver validato a sufficienza l’idea: spesso per l’entusiasmo si costruisce un prodotto senza aver testato se risolve davvero un problema sentito dal mercato. Un altro errore frequente è sottovalutare l’importanza del business model – avere una buona idea non basta, bisogna capire come monetizzarla e renderla sostenibile. Anche focalizzarsi solo sul prodotto e poco sul cliente è un passo falso comune: le startup di successo ascoltano molto il feedback degli utenti e adattano di conseguenza l’offerta. Inoltre, noto che alcuni founder peccano nel gestire le priorità e le risorse: ad esempio investono troppo in aspetti secondari e trascurano quelli fondamentali come il marketing o la struttura finanziaria. Infine, c’è la tendenza a cercare finanziamenti subito, troppo presto, magari prima di aver dimostrato traction: questo può far perdere tempo prezioso. Nel mio programma pongo sempre molta enfasi sull’evitare proprio questi errori tipici di chi avvia una startup​, facendo in modo che ogni passo, dalla validazione iniziale alla crescita, sia fatto con consapevolezza.

Alessandra D’Amato: Nel suo libro “Startup Fundamentals”, affronta temi come il fallimento e la sua importanza nel percorso imprenditoriale. Qual è, secondo lei, il ruolo del fallimento nell’evoluzione di una startup?

Nicola Zanetti: Il fallimento è un elemento inevitabile – e oserei dire prezioso – nel percorso di crescita di una startup. Nel mio libro “Startup Fundamentals” sottolineo proprio questo concetto: invito i lettori a non temere il fallimento, ma a considerarlo un gradino verso il successo​. Spesso dalla paura di fallire nascono le esitazioni che bloccano l’innovazione; invece, accettando che qualche errore accadrà, ci si predispone a imparare e migliorare rapidamente. Nel testo porto esempi di imprenditori di successo che prima di “sfondare” hanno fallito una o più volte, per mostrare come ciascuna sconfitta abbia insegnato loro qualcosa e li abbia resi più forti e preparati​. Per una startup, un fallimento può voler dire scoprire che un certo modello di business non funziona, o che il mercato non reagisce come previsto: è un’opportunità per correggere la rotta. Chiaramente fallire non è piacevole, ma è fondamentale non confondere il fallimento con la fine del percorso. Al contrario, credo sia una fase di evoluzione: le startup che sanno analizzare i propri sbagli, farne tesoro e adattarsi hanno molte più probabilità di emergere alla lunga. In sintesi, il fallimento, se ben compreso, diventa un maestro di resilienza e innovazione – insegna all’imprenditore cosa non fare e spiana la strada a decisioni migliori in futuro. È questo il messaggio che ho voluto dare: ogni caduta può essere il preludio di una risalita più forte di prima.

Alessandra D’Amato: Può parlarci del “Metodo ScaleUp”? Come può aiutare gli imprenditori a gestire la crescita della loro startup in modo sostenibile?

Nicola Zanetti: Il Metodo ScaleUp è la metodologia proprietaria che ho sviluppato per guidare le startup passo dopo passo nella loro crescita. In pratica, si tratta di un approccio strutturato che copre tutte le fasi cruciali dello sviluppo di una nuova impresa. Il cuore di questo metodo è aiutare i founder a costruire fondamenta solide prima di accelerare. Si parte dall’analisi di mercato approfondita (spesso con analisi predittive lato marketing, per capire quale canale può supportare davvero la crescita, evitando di sprecare budget in strategie che possono rivelarsi poi fallimentari) e dalla definizione del target: capire bene a chi ci si rivolge e in quale contesto competitivo ci si muove è il primo tassello. Poi si passa alla validazione dell’idea di business, secondo i principi Lean: testare l’idea sul campo, raccogliere feedback, assicurarsi che esista un reale bisogno da soddisfare​

Un altro elemento chiave è la creazione del vantaggio competitivo: il metodo aiuta a identificare cosa rende unica la startup e come differenziarsi in modo difendibile. E così via, toccando aspetti come la costruzione di un modello di business scalabile, la preparazione per raccogliere investimenti e l’ottimizzazione dei processi interni.

L’aspetto più importante è che ScaleUp non è teoria astratta, ma un percorso pratico: fornisce checklist, modelli e strumenti concreti per ciascuna tappa​.

Seguendo questo metodo, gli imprenditori possono gestire la crescita in modo sostenibile e ordinato, evitando di saltare passaggi fondamentali. Ad esempio, spesso la voglia di crescere velocemente porta alcune startup a espandersi senza avere ancora validato il modello o senza sistemi adeguati: col Metodo ScaleUp scongiuriamo questo rischio, perché la crescita avviene solo dopo aver messo in sicurezza gli elementi base del business. Aiuta anche a mantenere una visione d’insieme: l’imprenditore sa quali sfide lo attendono ad ogni stadio e arriva preparato. In sostanza, il Metodo ScaleUp funge da roadmap: consente di far decollare il progetto il prima possibile ma con solide basi, in modo da poter sostenere l’accelerazione senza sbandamenti​. Per questo è così efficace – guida la startup attraverso un’espansione veloce ma responsabile, dove ogni step di crescita è supportato da strategia e dati.

Alessandra D’Amato: Quali sono le principali caratteristiche di una startup che ha successo? Ci sono aspetti comuni che ritrova in tutte quelle che hanno superato le difficoltà iniziali?

Nicola Zanetti: Osservando le startup che ce l’hanno fatta, emergono certamente dei tratti comuni. Prima di tutto, le persone: un team di fondatori di successo condivide spesso caratteristiche come la visione chiara, la dedizione assoluta, se non maniacale, al progetto e una grande determinazione nel perseguire gli obiettivi. Nel Capitolo 1 del mio libro sottolineo che gli imprenditori di successo hanno la capacità di stabilire priorità in modo efficace e una conoscenza approfondita del mercato e dei clienti cui si rivolgono​. Questi elementi fanno sì che non si perdano in iniziative secondarie: sanno dove concentrare gli sforzi. Inoltre, hanno la consapevolezza che il successo richiede tempo e non cercano scorciatoie miracolose​.

Un altro aspetto comune è l’adattabilità: le startup vincenti sono spesso quelle che sanno pivotare o aggiustare il tiro quando le condizioni di mercato cambiano o quando i feedback lo richiedono. Questo va di pari passo con una mentalità aperta al feedback e al miglioramento continuo.

Noterei anche la capacità di esecuzione: avere buone idee è importante, ma saperle trasformare in realtà giorno dopo giorno lo è ancora di più. Le startup di successo sono molto orientate all’azione e ai risultati concreti, misurano i propri progressi e imparano dai dati. E, come dicevamo, non si lasciano abbattere dai momenti difficili: mostrano resilienza di fronte agli ostacoli iniziali e, anzi, fanno del problem solving una routine. Infine, tutte tendono ad avere un modello di business sostenibile e chiaro fin dall’inizio: sanno come far soldi o quantomeno hanno un piano valido su come raggiungere la redditività. In sintesi, i fattori vincenti che ritrovo più spesso sono visione, competenza, focalizzazione, adattabilità e perseveranza – con questi ingredienti, le probabilità di superare le difficoltà dei primi anni aumentano esponenzialmente.

Alessandra D’Amato: B-PlanNow® offre un programma di accelerazione personalizzato. Come si adatta il programma alle specifiche esigenze di ogni startup?

Nicola Zanetti: La parola chiave è proprio “personalizzazione”. Quando una startup entra in B-PlanNow®, la prima cosa che faccio è ascoltare: ci prendiamo il tempo di capire a fondo l’idea, il mercato di riferimento, il modello di ricavo, il team e anche le ambizioni dei founder. Da questa analisi iniziale disegniamo una sorta di roadmap su misura. Ad esempio, se una startup ha bisogno di rafforzare il proprio modello di business, lavoriamo fianco a fianco per crearne uno unico e sostenibile, magari sfruttando metodologie innovative che ho testato su decine di altri progetti​.

Se invece il punto debole è la comunicazione verso gli investitori, allora mettiamo l’accento sul perfezionare il pitch deck e la strategia di pitching. In altri casi ancora la priorità può essere validare meglio il prodotto: in tal caso aiutiamo a impostare test di mercato mirati. Insomma, non esiste uno schedule fisso valido per tutti – adattiamo tempi e contenuti in base alle esigenze specifiche.

Un altro aspetto del programma personalizzato è che offro consulenze individuali regolari: questo mi consente di monitorare i progressi e aggiustare il tiro in tempo reale​. Ogni settimana, o con la cadenza necessaria, mi confronto con il team per affrontare insieme le sfide del momento. Così, se emergono nuovi ostacoli o cambiano le condizioni, il programma stesso viene rimodulato. Inoltre, metto a disposizione risorse mirate: ad esempio, se una startup opera in un settore specifico, la collego con esperti verticali di quel settore per approfondimenti ad hoc. In parallelo, grazie al mio network, posso facilitare l’accesso a investitori che abbiano interesse per quello specifico tipo di business, rendendo anche la ricerca di capitali più efficiente. L’insieme di questi elementi fa sì che l’accelerazione non sia un pacchetto standard, ma un percorso flessibile che cresce e si evolve insieme alla startup, massimizzandone le chance di successo.

Alessandra D’Amato: Come vede l’evoluzione dell’ecosistema delle startup in Italia e quali sfide pensa che le nuove generazioni di imprenditori dovranno affrontare?

Nicola Zanetti: Negli ultimi anni l’ecosistema italiano delle startup ha compiuto grandi passi avanti. Siamo passati da un ambiente quasi pionieristico, dieci o quindici anni fa, a una realtà in cui oggi non è insolito vedere investimenti complessivi annuali superiori al miliardo di euro in startup​. Questo è un traguardo simbolico importante, che segnala la crescita di interesse e capitale attorno all’innovazione. Inoltre, si sta creando un circolo virtuoso: imprenditori che hanno avuto successo (magari con una exit) iniziano a reinvestire in nuove iniziative, facendo da angel investor o mentor per la nuova generazione​. È un segnale di maturità dell’ecosistema – una sorta di “effetto PayPal Mafia” in chiave italiana, dove chi ha esperienza aiuta chi sta partendo.

Detto questo, non mancano le sfide. Gli ultimi due anni, ad esempio, hanno visto un rallentamento negli investimenti causa l’incertezza economica globale, indice che il nostro ecosistema è ancora giovane e risente degli shock esterni​. Una sfida strutturale rimane la burocrazia e il contesto normativo: avviare e far crescere un’impresa innovativa in Italia comporta ancora iter burocratici complessi e lentezze che possono frenare gli entusiasmi. Tuttavia, vedo segnali positivi anche su questo fronte – iniziative come lo Startup Act 2.0, i fondi di CDP Venture Capital e in generale una maggiore attenzione istituzionale stanno cercando di creare condizioni più favorevoli, riducendo il gap con altri ecosistemi europei​

Credo che le nuove generazioni di imprenditori dovranno essere resilienti e adattabili: il mondo cambia velocemente (si pensi all’impatto dirompente delle nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale) e servirà saper pivotare e apprendere continuamente. Dovranno anche avere una mentalità più internazionale: l’Italia offre opportunità, ma è fondamentale guardare oltre confine per mercati più ampi e per reperire capitali o talenti. In definitiva, sono ottimista: l’ecosistema italiano sta crescendo in adattabilità e innovazione, e con il giusto sostegno strategico – da parte di investitori, istituzioni e acceleratori – potrà affrontare con successo le sfide future​. Ai nuovi imprenditori dico sempre: oggi ci sono più strumenti e supporto di ieri, approfittatene, ma siate pronti a metterci tenacia e creatività, perché la strada startup non è mai in discesa.

Alessandra D’Amato: Cosa consiglierebbe a un giovane imprenditore che sta per avviare una startup ma non sa da dove cominciare?

Nicola Zanetti: Il mio consiglio principale è: parti dalle basi. Prima ancora di pensare a trovare investitori o sviluppare in grande il prodotto, assicurati di aver validato la tua idea. Significa verificare che il problema che vuoi risolvere sia sentito da un numero sufficiente di persone e che la tua soluzione abbia un riscontro positivo. Può sembrare ovvio, ma tante startup saltano questo passaggio – la validazione deve precedere lo sviluppo effettivo​. Parla con potenziali clienti, conduci piccoli esperimenti di mercato, raccogli feedback sinceri: questo ti darà la direzione giusta e magari ti farà scoprire aspetti da migliorare prima di investire troppo tempo e denaro. In parallelo, studia il mercato e i concorrenti: conoscere il contesto in cui ti muovi ti aiuterà a posizionare meglio la tua offerta.

Un altro consiglio è struttura un piano. Non serve un business plan di 100 pagine all’inizio, ma metti nero su bianco il modello di business: come pensi di generare valore e ricavi, quali risorse chiave ti servono, che strategia di go-to-market adotterai. Avere una mappa ti guiderà nelle prime mosse e ti aiuterà a comunicare la tua visione ad altri (soci, collaboratori o finanziatori). Inoltre, cerca supporto e mentorship. Un mentor può aiutarti a evitare errori comuni e a velocizzare il tuo apprendimento. Anche solo confrontarti con altri startup founder può essere illuminante. Infine, mantieni la mentalità flessibile: se non sai da dove cominciare, inizia in piccolo ma pronto a cambiare approccio in base a ciò che impari lungo la strada. Non innamorarti ciecamente dell’idea iniziale, ma innamorati del problema che vuoi risolvere – la soluzione potrà evolvere. E ricordati che ogni grande impresa è iniziata dal primo passo: l’importante è iniziare, fare esperienza sul campo e iterare. Con umiltà, curiosità e determinazione, anche un giovane imprenditore può costruire qualcosa di straordinario.

Alessandra D’Amato: In futuro, quali progetti o iniziative pensa di intraprendere per continuare a supportare le startup e l’ecosistema imprenditoriale?

Nicola Zanetti: Sto concentrando molte energie su tre direttrici fondamentali. La prima è un investimento continuo sul mio blog [https://b-plannow.com/blog/], che oggi raggiunge oltre 10.000 lettori ogni mese. Sto verticalizzando sempre di più i contenuti, per offrire articoli tecnici, pratici e strategici su temi cruciali per ogni startup o azienda che vuole crescere: business model, raccolta fondi, growth hacking, validazione, pitch, go-to-market, landing page per validazione, marketing automation, marketing predittivo, ecc. Un punto di riferimento concreto per chi cerca valore, non banalità.

La seconda direttrice è lo sviluppo del canale YouTube, dove sto portando avanti un progetto editoriale ambizioso: fare informazione e formazione gratuita, diretta e senza filtri, per startupper, consulenti e aspiranti imprenditori. Pubblicherò un video a settimana, in cui condividere casi reali, errori comuni e strategie applicabili subito, anche con budget ridotti.

Infine, nel 2025 pubblicherò il mio secondo libro: Startup Kickoff. In questo nuovo lavoro raccolgo le esperienze più recenti vissute nel mondo startup e introduco la mia nuova tecnica DSETS: un metodo operativo per far crescere una startup attraverso cinque leve essenziali – Dati, Strategia, Esperimenti, Tattica e Strumenti. È uno sistema pratico, pensato per chi vuole passare dall’idea all’impresa in modo serio e strutturato.

Come membro attivo di Italian Tech Alliance, InnovUp, Bulgarian Venture Capital Association e Besco, mi impegno a fare da ponte tra l’Italia e la Bulgaria, due ecosistemi in rapida evoluzione. Il mio obiettivo è condividere buone pratiche, facilitare connessioni tra imprenditori e investitori e creare occasioni di collaborazione e co-investimento tra i due Paesi. Credo molto nella contaminazione tra ecosistemi: solo così possiamo costruire una nuova generazione di startup solide, internazionali e visionarie. E comunque la mia missione non cambia: restituire valore all’ecosistema, supportando le nuove generazioni di imprenditori con strumenti concreti e una visione lucida.

Alessandra D’Amato: Grazie mille dott. Zanetti!

Nicola Zanetti: Grazie a lei Dott.ssa D’Amato!



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