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Meno tasse su auto aziendali, modifica bonus elettrodomestici e proroga polizze catastrofali in nuovo Decreto Governo


Tra le pieghe del decreto Bollette, in discussione in commissione Attività produttive della Camera, si delineano tre correttivi normativi che il governo intende introdurre per rispondere alle sollecitazioni di imprese e cittadini.

Si tratta della proroga dell’obbligo di sottoscrizione delle polizze catastrofali per le attività produttive, di una modifica sostanziale al bonus elettrodomestici con un occhio di riguardo al comparto industriale italiano, e dell’introduzione di una clausola di salvaguardia fiscale per le auto aziendali date in uso promiscuo ai dipendenti. Esaminiamoli nel dettaglio:


  • Bonus elettrodomestici, più spazio al Made in Italy e fine del click day

  • Auto aziendali e fringe benefit, una clausola salva-imprese e lavoratori

  • Polizze catastrofali, proroga dell’obbligo per le imprese

Bonus elettrodomestici, più spazio al Made in Italy e fine del click day

Uno dei nodi riguarda la revisione del bonus elettrodomestici. L’incentivo, previsto dalla Legge di Bilancio, ha subito un rallentamento nella sua attuazione a causa di un problema tutt’altro che secondario: la soglia minima di efficienza energetica fissata alla classe B rischiava di escludere gran parte dei prodotti realizzati in Italia. Di conseguenza, molte aziende italiane si sarebbero trovate tagliate fuori da una misura che avrebbe dovuto sostenere la transizione ecologica e, al contempo, l’economia interna.

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, insieme al Ministero dell’Economia, ha lavorato per correggere la rotta. L’emendamento rimuove l’obbligo della classe energetica B come prerequisito per accedere al contributo. Sarà invece un decreto interministeriale, in fase di redazione, a definire i criteri tecnici e i prodotti ammessi. Il nuovo approccio darà priorità ai beni prodotti all’interno dell’Unione europea, vincolando l’incentivo anche allo smaltimento di un elettrodomestico obsoleto con una classe energetica inferiore.

Quanto agli importi, il contributo pubblico potrà arrivare fino al 30% del prezzo di acquisto, con un tetto massimo pari a 100 euro per elettrodomestico. Questo limite potrà salire a 200 euro per le famiglie con un Isee inferiore a 25.000 euro. La dotazione finanziaria è pari a 50 milioni di euro, anche se una parte (fino al 4%) potrà essere destinata a coprire i costi di gestione affidati a PagoPa e Invitalia.

Una delle innovazioni più apprezzate riguarda la modalità di erogazione del bonus: non ci sarà un click day ma uno sconto diretto in fattura. Sarà dunque il punto vendita ad applicare il beneficio economico, recuperandolo attraverso un credito d’imposta in compensazione, come già avvenuto con il bonus Tv nel 2021.

Auto aziendali e fringe benefit, una clausola salva-imprese e lavoratori

Il secondo fronte normativo toccato dagli emendamenti al decreto Bollette è quello delle auto aziendali concesse in uso promiscuo ai dipendenti. Si tratta di un tema delicato perché legato alla recente riforma che prevede un aggravio fiscale sui costi chilometrici dei veicoli a motore termico o ibrido, utilizzati anche per finalità personali dai lavoratori.

Per evitare penalizzazioni per aziende e lavoratori che abbiano ordinato l’auto entro la fine del 2024, ma che riceveranno la consegna nel corso del 2025, il presidente della commissione Finanze della Camera ha presentato un emendamento che introduce una clausola di salvaguardia. Il correttivo prevede che, per i veicoli concessi in uso promiscuo tra il primo luglio 2020 e il 31 dicembre 2024, nonché per quelli ordinati entro il 31 dicembre 2024 e consegnati entro il 30 giugno 2025, continueranno ad applicarsi le regole fiscali in vigore.

Questa precisazione evita quella che sarebbe stata una vera e propria beffa fiscale: dipendenti e imprese si sarebbero trovati a subire un regime più oneroso nonostante avessero agito in anticipo rispetto all’entrata in vigore delle nuove regole. Ma alcuni osservatori sottolineano un rischio di disparità di trattamento: chi riceverà l’auto dopo il 30 giugno 2025, pur avendola ordinata prima della fine del 2024, rischia di non beneficiare della clausola.

La richiesta che arriva dalle imprese è quella di ancorare il regime fiscale alla data dell’ordine, non a quella di consegna. Una modifica che, tra l’altro, non avrebbe impatti negativi sulla finanza pubblica, dato che la Ragioneria dello Stato ha già stimato le coperture sulla base degli ordini effettuati, pari a 8,3 milioni di euro nel 2025, 9,5 milioni nel 2026 e 2027, e 1,2 milioni nel 2028.

Polizze catastrofali, proroga dell’obbligo per le imprese

Il terzo provvedimento riguarda l’assicurazione obbligatoria contro i rischi catastrofali per le imprese. Introdotto di recente, l’obbligo era destinato a entrare in vigore il 31 marzo 2025, ma è stato oggetto di critiche da parte del mondo produttivo, in particolare da parte delle piccole e medie imprese situate in aree geografiche ad alta esposizione al rischio.

A seguito di numerose segnalazioni e con il supporto di Confindustria, il Parlamento ha accolto la proposta di proroga e spostato il termine al 31 ottobre 2025. Il rinvio di sette mesi viene ritenuto necessario per avviare un confronto costruttivo tra governo e rappresentanze imprenditoriali, volto a chiarire gli aspetti applicativi delle nuove regole, garantire uniformità di trattamento e, soprattutto, evitare che nella fase iniziale si verifichino squilibri tariffari.

Il timore è che, in mancanza di una diffusione capillare delle coperture, le compagnie assicurative possano applicare premi molto elevati proprio nei confronti di quelle imprese che operano in territori più esposti.

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