Mantova trentaquattresima in Italia per calo di attività commerciali al dettaglio dal 2012. L’analisi Confcommercio-Centro Studi Tagliacarne


Mantova trentaquattresima in Italia per calo di attività commerciali al dettaglio dal 2012. L’analisi Confcommercio-Centro Studi Tagliacarne

Mantova PiazzaBroletto1MANTOVA, 24 mar. – Mantova è al 34mo posto nella graduatoria dei Comuni italiani (poco meno di 8mila) che hanno perso più negozi al dettaglio tra il 2012 e il 2024, con un calo del 26%, percentuale più alta della media nazionale e regionale. E’ quanto emerge dai dati dell’Osservatorio della demografia d’impresa nelle città italiane e nei centri storici, realizzato dall’Ufficio Studi di Confcommercio in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne aggiornati a giugno 2024.

Per il commercio al dettaglio fuori dal centro storico di Mantova, a giugno 2024 erano attive 219 imprese contro le 251 del 2019 e le 267 del 2012. Va ancora peggio in centro storico: a giugno 2024 le imprese del settore erano 230 contro le 286 del 2019 e le 317 del 2012.

Bilancio in rosso, ma decisamente meno accentuato, anche per l’aggregato alberghi, bar, ristoranti: fuori dal centro storico, a giugno 2024 c’erano 172 pubblici esercizi contro i 197 del 2019 e i 179 del 2012. Trend analogo in centro storico: 182 imprese a giugno 2024, 194 nel 2019, 190 nel 2012.

Su scala nazionale, tra i settori merceologici, nei centri storici si riducono le attività tradizionali (carburanti -42,1%, libri e giocattoli -36,5%, mobili e ferramenta -34,8%, abbigliamento -26%) e aumentano i servizi (farmacie +12,3%, computer e telefonia +10,5%) e le attività di alloggio (+67,5%) al cui interno si registra un vero e proprio boom degli affitti brevi (+170%), dovuto alla forte accelerazione nell’ultimo anno, mentre gli alberghi tradizionali calano del 9,7%

In Lombardia, in dodici anni, i negozi sono calati del 24%. A soffrire maggiormente i centri storici con un decremento del 27,5% (-1.365), mentre al di fuori ci sono 1.042 negozi in meno (-21,2%).

“Gli affitti elevati, l’aumento dei costi energetici, il calo del potere d’acquisto, la difficoltà di trovare personale qualificato si fanno sentire sul terziario mantovano che ha bisogno di misure di sostegno”, commenta il presidente di Confcommercio Mantova Lamberto Manzoli. “Occorre sostenere le attività di vicinato e il progetto Cities di Confcommercio nazionale punta a riqualificare le economie urbane con il contributo di istituzioni e imprese”.

“La desertificazione del centro storico e delle periferie è un rischio concreto che deve essere combattuto con politiche utili ad accrescere l’attrattività, l’accessibilità e la sicurezza della città, i negozi sono un presidio anti-degrado che garantisce socialità e sicurezza”, fa presente il direttore generale Nicola Dal Dosso. “Confcommercio sta facendo la sua parte e auspica il più ampio coinvolgimento possibile per un confronto di idee e di progettualità con le istituzioni e i principali attori del sistema economico e sociale”.

Cities: le proposte di Confcommercio

In tema di politiche pubbliche, contrastare il fenomeno della desertificazione commerciale è uno degli obiettivi del progetto Cities di Confcommercio per migliorare i centri urbani e rafforzare le economie di prossimità promuovendo il ruolo del terziario di mercato nell’ambito di un nuovo modello di sviluppo urbano basato su sostenibilità, comunità e identità. Queste, in sintesi, le principali proposte elaborate in collaborazione con le Associazioni territoriali:

Rigenerazione dello spazio pubblico e dei quartieri: rafforzare il coinvolgimento delle economie di prossimità e delle loro rappresentanze nella rigenerazione degli spazi pubblici e delle aree degradate, attuata attraverso interventi di trasformazione fisica delle infrastrutture, di mitigazione dell’impatto del cambiamento climatico, di urbanistica tattica e di placemaking. In questi percorsi, la collaborazione strutturata tra istituzioni e associazioni può generare ecosistemi di supporto per rendere tangibili i progressi e promuovere un’identità di quartiere più forte.

Mobilità e logistica sostenibili per la città della prossimità: si propongono Piani Urbani della Mobilità e della Logistica (PUMS e PULS) che integrino trasporti, urbanistica ed economia locale. Piani caratterizzati da misure concrete che includono, tra le altre: piattaforme di smistamento merci con magazzini di prossimità urbana per ridurre il traffico e la congestione, sistemi di logistica a basso impatto ambientale (inclusi mezzi a zero emissioni e cargo bike) per ridurre l’inquinamento.

Patti locali per la riapertura dei negozi sfitti: si propone di attivare accordi tra Comuni, associazioni e proprietari per agevolare la definizione formale di canoni di locazione calmierati, in particolare nei quartieri e nei quadranti più fragili e rendere accessibili gli immobili anche alle imprese nascenti o in difficoltà. Questi accordi possono anche contribuire alla riqualificazione dei luoghi, promuovono un uso più efficiente del patrimonio immobiliare esistente e riducono i rischi per tutti gli attori in campo.

Gestione partecipata e collettiva delle città: occorre promuovere la città come “bene comune”, quel modello di sviluppo urbano in cui la città è vista come un patrimonio collettivo da gestire in modo partecipativo, equo e sostenibile. Questo approccio considera lo spazio urbano, i servizi pubblici e le risorse della città come beni comuni, cioè accessibili a tutti, con imprenditori e cittadini attivi nella rivitalizzazione dei luoghi, nella creazione di servizi per la comunità e nella promozione di iniziative culturali e commerciali, per valorizzare il tessuto urbano e rafforzare la coesione sociale.

Politiche per il commercio locale più efficaci grazie all’uso di tecnologie digitali: l’uso dei Big Data e dell’Urban Analytics può guidare politiche più efficaci per il commercio locale. Cities ha sviluppato e sperimentato sul campo, con il fondamentale contributo delle Associazioni territoriali, un applicativo di monitoraggio (web-dashboard basata su dati di telefonia mobile) che analizza i flussi pedonali e le dinamiche commerciali nelle vie del commercio dei centri urbani. Lo scambio di dati con Comuni e istituzioni e la collaborazione con istituti di ricerca e università per la loro analisi può contribuire alla programmazione degli eventi e delle campagne di marketing, al miglioramento dell’accessibilità dei luoghi e all’ottimizzazione degli interventi di arredo urbano.









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