Spunta il rinvio delle polizze catastrofali per le imprese tra i 325 emendamenti al decreto bollette presentati alla commissione Attività produttive della Camera. Un correttivo chiesto da FdI che fa slittare l’obbligo di sette mesi per evitare che il mondo delle imprese si trovi ad affrontare un altro aggravio di costi mentre è ancora alle prese con il caro-energia. Tra le proposte al vaglio questa settimana della commissione per le inammissibilità, in vista dell’arrivo del testo in Aula a Montecitorio dal 7 aprile, c’è anche lo slittamento del termine (dal 30 giugno al 31 dicembre 2025) per il passaggio delle famiglie vulnerabili al sistema a “tutele graduali”. E ancora, c’è la proposta contenuta in alcuni emendamenti bipartisan al decreto bollette di far scattare un contributo agli enti locali ad hoc contro il caro bollette, e anche di estendere alle imprese più piccole le misure di riduzione del costo dell’energia previste dal decreto bollette.
Sempre tra le leve individuate per alleviare i costi in bolletta c’è l’ipotesi della piena integrazione dei mercati all’ingrosso del gas. Le tre proposte di modifica identiche di FI (a prima firma Squeri), FdI (Zucconi) e Lega (prima firma Andreuzza) introducono «misure volte a promuovere la concorrenza e l’integrazione dei mercati all’ingrosso del gas». Nello specifico, «affinché il governo possa valutare l’opportunità di promuovere azioni finalizzate a superare le distorsioni di mercato legate al cumularsi dei costi di trasporto che gli operatori sono tenuti a sostenere per l’uso delle infrastrutture che collegano i sistemi energetici dell’Italia con quelli degli altri Paesi europei e, in particolare, Germania, Austria, Francia e Svizzera», c’è scritto, entro 90 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento, l’Arera presenti al Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica una proposta per la piena integrazione dei mercati europei del gas naturale attraverso l’azzeramento delle tariffe di trasporto crossborder tra gli stati membri.
IL PRESSING
La proposta, firmata dal deputato Riccardo Zucconi, che modifica il termine (dal 31 marzo al 31 ottobre 2025) entro cui stipulare i contratti assicurativi a copertura dei danni da calamità naturali ed eventi catastrofali attualmente fissato, è certamente molto sentita dalle imprese. Lo dice anche l’obiettivo puntualizzato nel testo: «Consentire il superamento dell’emergenza energetica senza ulteriori oneri per le imprese».
La modifica ha un valore soprattutto politico, dal momento che i tempi di conversione in Parlamento del decreto bollette (che scade a fine aprile) sono comunque più lunghi rispetto al termine del 31 marzo fissato per dotarsi della polizza assicurativa. Ma mettere nero su bianco il rinvio è considerato un segnale rassicurante per le aziende che nei giorni scorsi hanno incrementato il pressing per un rinvio. A farsi sentire è stata Confindustria, ma anche artigiani, commercianti e coop rappresentati da Cna, Confartigianato, Casartigiani, Confcommercio, Confesercenti e Confcooperative hanno evidenziato la mancanza di chiarezza su molti aspetti non dettagliati nel decreto ministeriale di fine febbraio. Fonti dell’esecutivo hanno comunque fatto sapere nei giorni scorsi che il governo sta già valutando la proroga: resta dunque da definire di quanto sarà lo slittamento e lo strumento legislativo per attuarlo.
Un strada considerata «corretta e opportuna» per il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara. «Abbiamo già sottolineato che il costo di queste coperture assicurative è insostenibile per molte piccole e medie imprese, con premi che possono arrivare fino a 12.000 euro all’anno. È evidente che, in una fase di forte incertezza economica e di pressione sui costi operativi, imporre un obbligo così oneroso avrebbe rappresentato un ulteriore ostacolo alla sopravvivenza di molte attività». Inoltre, prosegue Ferrara, «le imprese italiane si trovano già a fronteggiare il peso dell’aumento dei costi energetici, dell’inflazione e della stretta creditizia, fattori che incidono direttamente sulla loro capacità di investimento e di tenuta finanziaria». Per fare qualche esempio, secondo i calcoli di Facile.it che ha preso in considerazione tre diverse piccole attività commerciali, ristorante, autofficina e hotel, in altrettante città campione: Milano, Roma e Palermo, la spesa partirà da poco più di 300 euro fino a circa 1.500 all’anno.
La richiesta di Unimpresa è dunque quella di evitare «una tassa occulta» per le Pmi, anche considerando che l’eventuale l’inadempienza fa scattare anche la perdita di alcuni benefici. Sette mesi in più sono considerati preziosi per valutare meglio le soluzioni assicurative disponibili e le eventuali agevolazioni, incentivi fiscali o sconti sui premi, che il governo potrebbe introdurre per sostenere le imprese.
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