Ecco quali giornali hanno beneficiato dei contributi del Fondo straordinario per gli interventi di sostegno all’editoria riferito all’anno 2023 e calcolato sulle vendite del 2022. L’importo complessivo richiesto è stato pari a circa 68 milioni di euro. Fatti, nomi e numeri
Il decreto del Capo del Dipartimento per l’informazione e l’editoria, emanato lo scorso 12 marzo, approva l’elenco dei soggetti cui è riconosciuto il contributo previsto dall’articolo 3 del D.P.C.M. 10 agosto 2023 e disciplinato dall’articolo 1 del decreto del Capo Dipartimento per l’informazione e l’editoria del 4 luglio 2024.
Ecco quindi i giornali che hanno beneficiato dei contributi del Fondo straordinario per gli interventi di sostegno all’editoria riferito all’anno 2023 e calcolato sulle vendite del 2022. L’importo complessivo richiesto è stato pari a 67 milioni 867 mila euro.
I REQUISITI PER ACCEDERE AL FONDO STRAORDINARIO
Come scriveva pochi giorni fa Policy Maker, il Fondo straordinario interviene a sostegno dei giornali che non godono dei requisiti per i contributi diretti previsti dal Fondo per il pluralismo, in cui rientrano invece giornali e siti internet gestiti da cooperative giornalistiche o enti morali, ossia editori “puri” che agiscono senza scopo di lucro.
È nato con l’obiettivo di supportare le imprese editoriali tramite un credito d’imposta, rimborsando parzialmente i costi contenuti per la carta e la distribuzione in base alle copie vendute (10 centesimi a copia venduta), per interventi di innovazione tecnologica e transizione digitale (rimborso del 70% delle spese sostenute), per l’assunzione di giovani giornalisti (contributo forfettario di 10.000 euro per contratto) e per la stabilizzazione degli stessi (14.000 euro).
Per l’anno 2023, il Fondo prevedeva una dotazione di 140 milioni di euro, suddivisi in diverse linee di intervento, di cui 60 milioni destinati alle imprese editrici di quotidiani e periodici, con almeno tre giornalisti inquadrati con contratto di lavoro giornalistico e non destinatari di altre agevolazioni.
A CHI FA CAPO
Per quanto riguarda la competenza ministeriale, la gestione e l’erogazione del fondo rientrano nelle prerogative del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria, che fa capo a Luigi Fiorentino, e che opera sotto la Presidenza del Consiglio dei Ministri. La relativa delega è in mano al sottosegretario Alberto Barachini (Forza Italia).
LA TOP 3 DI RIZZOLI, GEDI E CAIRO
Sul podio dei beneficiari si piazza al primo posto il gruppo Rizzoli Corriere della Sera, a cui vengono riconosciuti oltre 11,3 milioni di euro, seguono Gedi (Repubblica e Stampa) con 6,7 milioni di euro e Cairo Editore (tra cui Dipiù, Diva e Donna e Nuovo) con 5,25 milioni di euro.
SOPRA IL MILIONE DI EURO
Tra gli 80 editori totali che hanno presentato richiesta, sopra al milione di euro di contributi ricevuti ci sono poi il gruppo Editoriale Nazionale (QN, Il Giorno, Il Resto del Carlino e La Nazione) che ottiene un contributo di 3,7 milioni di euro, Mondadori Media (2,9 milioni), Nord Est Multimedia (che pubblica tra gli altri Il Mattino di Padova e Il Piccolo di Trieste) con 2 milioni.
In questa parte della classifica anche Il Messaggero (1,45 milioni), Il Sole 24 Ore (1,44 milioni), il Corriere dello Sport (1,27 milioni) e il gruppo Hearst, editore di vari settimanali e mensili periodici, con 1,05 milioni.
SOTTO IL MILIONE DI EURO
Tutti gli altri editori, visibili nella tabella, hanno ricevuto contributi inferiori al milione di euro. Tra questi, Società Europea di Edizioni (Il Giornale) con 915.000 euro, Società Editrice Italiana (La Verità) 827.000 euro, Blu Media (Il Secolo XIX) 791.000 euro, L’Unione Sarda 740.000 euro, la Gazzetta di Parma 605.000 euro, L’Espresso 529.000, Il Mattino 489.000 euro, Il Tempo 201.000 euro, Domani 169.000 euro, Panorama 169.000 euro, Milano Finanza 141.000 euro.
CHI MANCA
Tra i beneficiari, il Fatto Quotidiano sottolinea che oltre a mancare il suo editore Seif, “che volontariamente non ha richiesto il contributo, non figurano neanche le testate pubblicate da cooperative di giornalisti, quelle rivolte a minoranze linguistiche o edite da enti senza fini di lucro, come quelli religiosi che, secondo quanto previsto dal decreto del Dipartimento per l’Editoria, non hanno potuto partecipare”.
Tra loro, Dolomiten (il quotidiano in lingua tedesca più letto dell’Alto Adige), Famiglia Cristiana, Avvenire , Libero, ItaliaOggi o Il Foglio “che ogni anno si spartiscono l’altra fetta principale dei fondi da 50 milioni messi a disposizione del governo attraverso gli aiuti diretti all’editoria”.
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