un’analisi tra Perugia e Terni


Tra il 2012 e il 2024, l’Italia ha visto un drastico calo nel numero dei negozi al dettaglio, con quasi 118.000 attività che hanno chiuso, accompagnato da una significativa diminuzione nel commercio ambulante. Al contrario, le attività legate all’alloggio e alla ristorazione sono aumentate di circa 18.500 unità, riflettendo un trend che, seppur in modo variabile, si ripete anche nei capoluoghi umbri di Perugia e Terni.

Secondo i dati provenienti dall’Osservatorio Città e Demografia d’Impresa, realizzato da Confcommercio e dal Centro Studi delle Camere di Commercio, questo fenomeno ha visto una forte contrazione delle imprese commerciali al dettaglio, ma una stabilizzazione nel settore della ricettività e dei pubblici esercizi, nonostante il periodo critico del Covid-19.

Il commercio al dettaglio tra Perugia e Terni

Nel periodo 2012-2024, Perugia ha registrato una significativa riduzione delle imprese commerciali nei centri storici: da 349 attività nel 2012 si è passati a 227 nel 2024, con un calo anche rispetto alle 241 attività del 2023. Un trend simile si è verificato nelle aree fuori dal centro storico, dove si è passati da 1.252 attività a 1.035, segnando una perdita di oltre 200 imprese.

Nel caso di Terni, la contrazione delle attività commerciali è stata meno drastica, ma comunque evidente. Nel centro storico, si è passati da 388 attività nel 2012 a 303 nel 2024, mentre nelle aree non centrali si è passati da 945 a 765. Se si osservano solo i dati tra il 2023 e il 2024, il calo risulta più contenuto.

Settore della ricettività: stabilità e resistenza

Al contrario del commercio al dettaglio, il settore della ristorazione e ricettività ha mostrato segnali di resilienza. A Perugia, il numero degli alberghi, bar e ristoranti è aumentato nel centro storico: da 217 attività nel 2012 si è passati a 237 nel 2024. Fuori dal centro storico, tuttavia, si è registrato un lieve calo, passando da 577 attività nel 2012 a 531 nel 2024.

A Terni, nonostante una diminuzione nel centro storico, con 141 attività nel 2012 contro 137 nel 2024, il settore della ricettività non ha subìto un calo altrettanto marcato come nel commercio al dettaglio. Tuttavia, fuori dal centro storico, il numero delle attività è sceso da 344 nel 2012 a 319 nel 2024.

La crescente occupazione straniera nei settori terziari

Un altro dato interessante riguarda l’aumento dell’occupazione straniera nei settori terziari, con un incremento del 41,4% delle imprese straniere a livello nazionale. Questo fenomeno si è riflesso anche in Umbria, dove il 39% dell’occupazione straniera è concentrata nel commercio e nei pubblici esercizi.

Iniziative per la rivitalizzazione delle città umbre

Il presidente di Confcommercio Umbria, Giorgio Mencaroni, ha sottolineato la necessità di contrastare il fenomeno della desertificazione commerciale, soprattutto nei centri storici, e ha lanciato un appello per progetti di riqualificazione urbana. Tra le proposte avanzate, figurano tre principali linee di intervento: la progettazione integrata, i Distretti Urbani del Commercio e il Progetto Cities, volto a valorizzare i dati sugli accessi nei centri storici per una migliore pianificazione delle politiche urbane.

Questi strumenti mirano a sostenere le attività di vicinato, ritenute fondamentali per la vivibilità, la sicurezza e la coesione sociale delle città. Inoltre, si punta a rafforzare il settore del turismo, vista la crescita del comparto ricettivo, sebbene persistano alcune difficoltà legate alla formazione delle risorse umane e alla visibilità internazionale dell’Umbria.





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