i dati città per città


La desertificazione commerciale continua a rappresentare un elemento di depauperamento economico e sociale dei centri urbani. E anche la Sardegna è colpita in pieno dal fenomeno, che ha portato negli ultimi anni centinaia e centinaia di piccoli imprenditori del commercio a chiudere la propria attività.

L’allarme arriva da Confcommercio, che ha diffuso i risultati di una ricerca condotta in collaborazione con il Centro “Guglielmo Tagliacarne”.

Secondo lo studio, tra il 2012 e il 2024 in Italia «sono spariti in totale quasi 118mila negozi al dettaglio e 23mila attività di commercio ambulante». E, come detto, le serrate riguardano anche le città dell’Isola. Ecco i numeri, città per città:

  • A Cagliari, ad esempio, nel 2012 si contavano – tra quelle all’interno del centro storico e quelle all’esterno – 2.329 imprese di commercio al dettaglio (negozi di merce varia, abbigliamento, telecomunicazioni, prodotti per la casa, farmacie, banchi ambulanti ecc.), salite nel 2019 a 2.338. Nel 2024, invece, il loro numero è diminuito a 2.099.
  • Calo significativo anche a Sassari: nel 2012 in città erano presenti 1.391 imprese di commercio al dettaglio, scese a 1.192 nel 2019 e a 1.104 nel 2024.
  • A Carbonia le attività di commercio al dettaglio erano invece 332 nel 2012, 306 nel 2019, 272 lo scorso anno. 
  • E poi Nuoro: 509 nel 2012, 470 nel 2019, 421 nel 2024.
  • Ancora, Oristano: 536 nel 2012, 505 nel 2019, 375 lo scorso anno.
  • Olbia, pur facendo registrare un calo (682 imprese di commercio al dettaglio nel 2012, 696 nel 2019 e 658 nel 2024), è però la prima città della Sardegna e la terza in Italia per migliore “tenuta”, con una diminuzione di negozi pari a “solo” -8,6%.

Tra i settori merceologici, sottolinea lo studio di Confcommercio, nei centri storici si riducono soprattutto le attività tradizionali (carburanti -42,1%, libri e giocattoli -36,5%, mobili e ferramenta -34,8%, abbigliamento -26%).

Per contro, sia a livello nazionale sia in Sardegna, tengono e anzi aumentano di numero le attività di ristorazione, i bar e gli alberghi. A Cagliari, ad esempio, erano 1.107 nel 2012, 1.308 nel 2019 e nel 2024 sono arrivate a 1.348.

A Sassari invece alberghi, bar e ristoranti sono passati dai 660 del 2012 ai 705 del 2019 e ai 712 del 2024.

Trend confermato anche a Olbia, dove hotel e locali per la ristorazione erano 543 nel 2012, 631 nel 2019 e nel 2024 sono arrivati a quota 705.

Turismo e ristorazione a parte, «la desertificazione commerciale – tira le somme Confcommercio – continua però a rappresentare un elemento di depauperamento economico e sociale dei centri urbani, che, con la contestuale riduzione degli sportelli bancari, rischia di trasformarsi in un vero e proprio declino delle città. È un fenomeno che va contrastato con progetti di riqualificazione urbana per mantenere servizi, vivibilità, sicurezza e attrattività», conclude Confcommercio, che ha lanciato una serie di proposte con il progetto Cities, proprio con l’obiettivo di «rigenerare le città».

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