Ondata di freddo tardiva sulla Romagna. Nella nottata tra martedì e mercoledì la colonnina di mercurio è scesa al di sotto dello zero, con picchi anche di -3 nelle aree di aperta campagna. E sono entrati in azione le valvole antigelo. “Ovviamente i record di temperatura minima assoluta per la seconda decade di marzo sono molto lontani dai valori osservati nella notte, ma si tratta comunque di temperature ben inferiori alla norma – ha illustrato Pierluigi Randi, tecnico meteorologo certificato e meteorologo Ampro (Associazione meteo professionisti) -. La presenza di terreni molto umidi, se non praticamente intrisi, ha dato una piccola mano a contenere il calo termico negli strati più prossimi al suolo”.
Le temperature torneranno ad aumentare, anche in modo sensibile, dalla nottata tra giovedì e venerdì, quando il temperature si porteranno su valori tra 3 e 6°C. Nei giorni a seguire tornerà la pioggia. “L’ingresso di correnti sud-occidentali determinerà l’afflusso di masse d’aria relativamente temperate e umide di origine atlantica, accompagnate da un aumento della nuvolosità fino a totale copertura – informa il servizio meteorologico dell’Arpae dell’Emilia Romagna -. Dalla giornata di sabato è atteso un marcato peggioramento con piogge diffuse fino a termine periodo che interesseranno maggiormente il settore appenninico. Temperature in aumento su valori superiori alla media del periodo fino a domenica, successivamente quasi stazionarie”.
La Regione ha investito quasi 30 milioni di euro per l’installazione di impianti antibrina
Oltre 4 milioni di euro sono già messi a bando dalla Regione nella nuova programmazione dello Sviluppo rurale, in grado di generare investimenti potenziali sul territorio per circa 6 milioni. Ai quali si aggiunge un recente ulteriore bando da 1,4 milioni. Fondi a favore degli agricoltori e delle imprese agricole per contrastare le gelate, come quelle improvvise di queste notti in Emilia-Romagna. Un impegno che arriva da lontano: nel Programma di Sviluppo rurale precedente le risorse impegnate in questo senso avevano superato i 24 milioni di euro, divisi in 3 bandi (nel 2020, 2021 e 2023), che hanno generato investimenti sul territorio in impianti antibrina per quasi 35 milioni di euro.
“I cambiamenti climatici in atto e l’imprevedibilità di questa stagione, che alterna giornate di sole a temperature notturne molto basse, mettono a rischio la tenuta di molti impianti frutticoli – spiega l’assessore all’Agricoltura, Alessio Mammi -. Ma grazie ai sistemi antibrina, finanziati con i fondi dello Sviluppo Rurale, le imprese possono difendere i propri impianti dalle gelate e attivare forme di protezione necessarie a salvare la frutta in campo nei mesi a venire. Abbiamo già investito nel complesso più di 30 milioni di euro- ricorda Mammi- e continueremo a farlo se ci sarà richiesto. Oltre alla ricerca, operata in collaborazione con università, imprese e centri specializzati per individuare specie varietali sempre più resilienti, e all’attivazione delle tutele assicurative, la difesa meccanica rimane una buona soluzione per proteggere le produzioni”, conclude l’assessore.
Il progetto ‘Frutteti protetti’
Prevede bandi straordinari per la realizzazione di impianti per la protezione della frutticoltura, realizzati con il ricorso a materiale vegetale certificato e dotati di almeno due tipologie di dotazioni e impiantistiche volte all’adattamento ai cambiamenti climatici (sistemi antibrina, reti antigrandine, sistemi di irrigazione e raffrescamento). Nel complesso il progetto vale 70 milioni di euro, e per quanto riguarda gli impianti antibrina prevede l’installazione di ventoloni e pale per scaldare l’aria vicino ai frutteti, oltre ad attrezzature antigelo. I contributi coprono fino al 70% della spesa.
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