Rinnovabili, dalle coltivazioni la strada verso l’energia green


Una felice intuizione di Confagricoltura, vent’anni addietro: così si potrebbe riassumere il legame ormai consolidato tra le imprese del settore primario e le energie rinnovabili, nello specifico biogas. Ai microfoni di Telenord, Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, ha riassunto la storia e tracciato la strada per l’evoluzione di questa connessione.

Il percorso – “In questi venti anni abbiamo lavorato per la diffusione, ovviamente della produzione di energie rinnovabili, del biogas, dal metano al solare fino al geotermico e di tutta la parte forestale. In questa dimensione, oggi la produzione elettrica assume un ruolo rilevante nell’ambito agricolo. Abbiamo una potenza installata importante, che contribuisce a dare un contributo al Paese, sia in termini di assetto strategico quanto più in generale, anche contribuisce aiuta le attività di impresa e aiuta anche a decarbonizzare, quindi un triplo effetto: fa bene per il Paese, fa bene per le imprese e fa bene per il clima”.

Le risorse fondamentali – “Stiamo vivendo un momento molto particolare, complesso il punto di vista politico. Gli asset strategici dell’Unione europea in questo momento sono la difesa comune, sono certamente le produzioni agricole e la produzione energetica. Sono tre asset fondamentali per garantire una vita a tutti noi decorosa decente e che soprattutto di prospettiva e quindi la possibilità di avere la disponibilità nello specifico di produzione elettrica o l’adozione di beni alimentari diventa strategico”.

Dubbi sul futuro – “In questo percorso quindi diventa molto importante definire le priorità europee e le priorità italiane. Certamente il Recovery Plan, il PNRR, ha lavorato molto bene, creando enormi prospettive possibilità di investimento nel settore rinnovabili. Se pensiamo agli investimenti promossi dal governo sia sul parco agrisolare che in generale sull’agricoltura voltaico, riteniamo che si debba poi aprire una riflessione da dopo il 2026, ossia cosa l’Italia vuole fare una volta terminata la politica degli incentivi del PNRR. Vorremmo capire come poter continuare un modello di crescita, un modello di integrazione tra produzione e sostenibilità delle produzioni, anche in una logica anche di certificazione. Andare verso un modello in cui l’alta qualità coniuga la sostenibilità ambientale credo possa essere un grande valore” conclude Giansanti.

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