LOMBARDIA ECONOMY – Imprese bresciane: sicurezza e passaggio generazionale


L’indagine sull’andamento economico delle imprese bresciane del commercio, del turismo e dei servizi: sicurezza e passaggio generazionale

Sicurezza e passaggio generazionale preoccupano le imprese bresciane del Terziario Presidente Massoletti: “Necessario trovare soluzioni concrete” Si è svolta questa mattina la conferenza-stampa di presentazione dell’“Indagine sull’andamento economico delle imprese bresciane del commercio, del turismo e dei servizi – Analisi al 28 febbraio 2025” realizzata da Confcommercio Brescia con l’istituto di ricerca Format Research. Due temi preoccupano in maniera significativa le aziende bresciane: la sicurezza, specialmente all’interno del comune di Brescia, ed il passaggio generazionale.

“Gli imprenditori ci segnalano sia una preoccupazione generale sul tema della sicurezza sia una specifica per quanto riguarda la propria azienda. Entrambi i dati sono in aumento rispetto a sei mesi fa e preoccupano decisamente di più chi opera in città”, ha detto il presidente di Confcommercio Brescia, Carlo Massoletti. I livelli di sicurezza sono peggiorati negli ultimi sei mesi per più di un’impresa su tre, con una punta addirittura del 42,1% per le aziende all’interno del comune di Brescia, mentre in provincia il dato si attesta al 30,7%. In riferimento al passaggio generazionale, il 37% degli imprenditori dichiara che nei prossimi anni sarà costretto a chiudere o a vendere l’attività.

Anche in questo caso il dato è peggiore per quanto riguarda la città, con la percentuale che arriva a superare il 45% e che sarà solo parzialmente compensata dalle nuove aperture. Resta, invece, positivo uno degli indicatori congiunturali più importanti: la fiducia nell’andamento della propria impresa negli ultimi sei mesi rimane più alta della media italiana: “Si tratta certamente – ha aggiunto il presidente Massoletti – di una buona notizia, perché significa che gli imprenditori bresciani sono più resilienti sugli aspetti che li riguardano da vicino rispetto ai loro colleghi nel resto d’Italia.

Per quanto riguarda la situazione del credito in provincia di Brescia, si conferma la poca propensione verso gli investimenti, con quasi l’80% delle aziende che chiede finanziamenti per liquidità o ristrutturazione del debito contro solo il 63% a livello nazionale”. Rimane il trend negativo per quanto riguarda il saldo tra imprese nuove nate e cessate nel terziario bresciano, con la perdita di 1.551 attività nel 2024: “È necessario trovare soluzioni concrete e sviluppare politiche attive a supporto dei nostri imprenditori del commercio, del turismo e dei servizi.

Sicuramente apprezziamo lo sforzo del Comune di Brescia che ha stanziato 150.000€ per le aziende all’interno del DUC, così come il fatto che tanti Comuni della nostra provincia stiano avviando progettualità nell’ambito dei Distretti del Commercio che rappresentano uno strumento efficace di confronto tra imprese private e le Pubbliche Amministrazioni. Supportare le attività del terziario è fondamentale perché generano un valore aggiunto in Lombardia pari al 69,8% del totale regionale, occupano oltre 3 milioni di addetti (pari al 69% del totale) e rappresentano il 78,9% del totale delle imprese”, ha concluso il presidente di Confcommercio Brescia.

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