Perché gli imprenditori italiani non sfruttano appieno i fondi del PNRR:
Ostacoli e sfide per un tessuto imprenditoriale frammentato
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta una straordinaria opportunità per il rilancio economico dell’Italia, specialmente in un periodo storico segnato dalla necessità di innovazione e trasformazione sostenibile. Tuttavia, nonostante le ingenti risorse stanziate dall’Unione Europea e canalizzate attraverso il nostro Paese, l’accesso ai fondi da parte delle imprese italiane sta registrando difficoltà significative.
Un tessuto imprenditoriale frammentato:
Per comprendere le radici del problema, occorre partire da una peculiarità imprescindibile del sistema economico italiano: il predominio delle micro, piccole e medie imprese.
Secondo i dati più recenti, oltre il 95% delle imprese italiane rientra nella categoria delle PMI, e molte di queste sono realtà a conduzione familiare con una struttura interna spesso semplificata e informale.
Queste caratteristiche, se da un lato hanno garantito dinamismo, resilienza e flessibilità nel tempo, dall’altro rappresentano anche un vincolo quando si tratta di affrontare processi di innovazione o di accesso a strumenti complessi come i fondi del PNRR.
Le piccole imprese italiane, in molti casi, non dispongono internamente delle competenze manageriali e amministrative, tecniche e progettuali necessarie per sviluppare proposte coerenti con i requisiti stringenti dei bandi PNRR.
La mancanza di figure specializzate nella gestione di progetti e nell’analisi delle opportunità legate ai fondi pubblici scoraggia numerose aziende dal tentare di accedere a queste risorse.
La situazione in numeri: quanto le aziende italiane ricorrono alla finanza agevolata e ai fondi PNRR?
Uno dei dati più emblematici riguarda il basso utilizzo degli strumenti di finanza agevolata da parte delle imprese italiane. Recenti studi condotti da associazioni di categoria e istituti di ricerca evidenziano come solo il 24% delle PMI italiane abbia fatto ricorso a strumenti di finanza agevolata negli ultimi anni, inclusi incentivi fiscali, bandi regionali, nazionali ed europei. Questo significa che ben 3 imprese su 4 non si avvalgono di queste opportunità, pur rappresentando uno strumento fondamentale per l’innovazione, lo sviluppo e la crescita sul mercato.
Concentriamoci però sulla specificità del PNRR. Secondo un’analisi svolta dal Centro Studi Confindustria, nei primi anni di implementazione del Piano, meno del 10% delle microimprese ha presentato domanda per accedere ai fondi disponibili. La percentuale sale leggermente nelle piccole imprese, arrivando a circa il 15%-18%, per poi registrare un incremento più marcato tra le medie e grandi aziende, che invece appaiono più attrezzate nel cogliere queste opportunità. Tuttavia, il dato globale rimane preoccupante, perché segnala che molte realtà produttive, soprattutto quelle di dimensioni più contenute, non riescono a beneficiare delle risorse stanziate.
Differenze tra settori e aree geografiche
La capacità di sfruttare i fondi del PNRR varia notevolmente anche in base alla tipologia di settore e all’area geografica. Settori come il manifatturiero avanzato, la tecnologia digitale e l’energia rinnovabile hanno mostrato un maggiore interesse e partecipazione ai bandi del PNRR, mentre le imprese operanti in ambiti più tradizionali o legati all’artigianato mostrano maggiori difficoltà nel rispondere ai criteri di accesso.
Dal punto di vista territoriale, emerge un divario significativo tra Nord e Sud Italia: al Nord, circa il 30% delle imprese dichiara di aver preso parte a percorsi di informazione o tentativi di accesso ai fondi del PNRR, mentre al Sud tale percentuale scende al 17%. Questa disparità riflette non solo l’esistenza di maggiori risorse e competenze nelle regioni settentrionali, ma anche una frequente mancanza di supporto istituzionale nelle aree meridionali.
Perché così poche aziende accedono ai fondi?
Un’indagine condotta da Unioncamere nel 2022 ha rilevato che tra le cause principali che frenano le imprese nell’accesso agli strumenti di finanza agevolata e al PNRR spiccano:
– Mancanza di competenze interne (indicata dal 45% delle aziende intervistate).
– Scarsa consapevolezza delle opportunità esistenti (37% delle aziende intervistate).
– Eccessiva complessità burocratica (34% delle aziende intervistate).
Inoltre, il 58% delle microimprese familiari non dispone di una figura professionale dedicata alla gestione dei finanziamenti o alla partecipazione ai bandi, aumentando così il rischio di esclusione a priori.
Burocrazia e complessità dei bandi
Un altro freno significativo è rappresentato dalla complessità burocratica e normativa. I bandi del PNRR richiedono il rispetto di numerosi criteri tecnici, formali e temporali, che spesso risultano ostici per chi non ha familiarità con il funzionamento della macchina amministrativa pubblica. La documentazione richiesta è ampia e dettagliata, e la necessità di fornire report dettagliati sui risultati attesi rischia di intimidire gli imprenditori, che già lottano quotidianamente con mille altre sfide. Inoltre, gli iter di approvazione e le tempistiche di erogazione dei fondi non sempre sono compatibili con i ritmi di lavoro delle PMI, che spesso necessitano di interventi immediati per far fronte alla concorrenza o garantire la propria sopravvivenza sul mercato.
Mancanza di visione strategica a lungo termine
Un altro fattore importante è la natura stessa di molte PMI italiane, storicamente votate a una gestione pragmatica e orientata al breve termine. Nelle imprese a conduzione familiare, dove spesso decisioni strategiche e operative vengono affidate ai membri del nucleo familiare, può mancare una pianificazione strutturata e di lungo periodo. Questo aspetto rende difficile l’identificazione di progetti che possano essere allineati agli obiettivi e alle priorità del PNRR, quali la transizione ecologica, digitale o l’inclusione sociale.
Difficoltà nell’accesso alle informazioni
Un altro elemento critico è la difficoltà nel reperire informazioni chiare e comprensibili sui bandi disponibili. Nonostante gli sforzi delle autorità centrali e regionali per promuovere e divulgare le opportunità del PNRR, molte aziende continuano a segnalare scarsa chiarezza riguardo alle modalità di partecipazione e alle opportunità concrete riservate al loro specifico settore.
Le possibili soluzioni
Di fronte a queste problematiche, appare evidente che non basta mettere a disposizione risorse economiche ingenti: è necessario creare un ecosistema in grado di supportare attivamente le PMI nell’accesso ai fondi del PNRR.
Le soluzioni possibili potrebbero includere:
- Semplificazione delle procedure: snellire i processi burocratici, riducendo sia la mole di documentazione richiesta che i tempi di approvazione dei progetti.
- Potenziamento dei servizi di assistenza tecnica: creare sportelli dedicati o piattaforme digitali semplici ed efficaci, che forniscano consulenza gratuita su come partecipare ai bandi.
- Promozione di reti di collaborazione: incentivare la creazione di reti tra piccole imprese e associazioni di categoria, per favorire la condivisione di conoscenze e risorse, nonché lo sviluppo di progetti comuni.
- Formazione e sensibilizzazione: investire in programmi di formazione per imprenditori e manager, al fine di accrescere le competenze necessarie per accedere ai fondi e gestire progetti complessi.
Questo sono interventi che le istituzioni dovrebbero prevedere ma, nel mentre anche gli imprenditori possono fare qualcosa:
- Affiancamento di professionisti esterni o interni: facilitare il ricorso a consulenti specializzati, attraverso incentivi pubblici, per aiutare le PMI nella redazione e gestione delle proposte progettuali.
Previsioni future: un miglioramento possibile?
Nonostante questi dati poco incoraggianti, esiste ancora margine per migliorare. Nel primo semestre del 2023, da un report elaborato dalla Cassa Depositi e Prestiti (CDP) è emerso un lieve aumento, pari al +5%, delle domande di accesso ai fondi PNRR rispetto al 2022. Questo incremento è stato attribuito a campagne di sensibilizzazione promosse dal governo, dalle associazioni di categoria e dalle Camere di Commercio, nonché alla crescente presa di coscienza da parte delle imprese riguardo alla necessità di adeguarsi alle transizioni ecologiche e digitali richieste dai mercati.
Conclusioni
L’Italia ha davanti a sé un’occasione irripetibile per accelerare il proprio sviluppo economico, ma per farlo è essenziale superare le barriere che impediscono a gran parte del tessuto imprenditoriale, composto da PMI e microimprese, di accedere pienamente ai fondi del PNRR. La combinazione tra la complessità burocratica, la mancanza di competenze interne e una scarsa visione strategica rischia di trasformare questa grande opportunità in un’occasione persa. Sicuramente le istituzioni possono fare molto per semplificare alcune procedura ma, le imprese devono comunque avviare un processo di riflessione interna per essere pronte e propositive nell’affrontare le opportunità in essere.
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