Polizza obbligatoria per le imprese contro le calamità naturali: ecco cosa succede. “E’ una tassa per 120mila aziende marchigiane”


di Raffaele Vitali

FERMO – C’è una nuova ‘tassa’ in arrivo per le imprese. Così viene vista la decisione del Governo di obbligare le aziende a sottoscrivere la cosiddetta Cat Nat, la polizza assicurativa contro le calamità naturali, che copra i danni diretti ai beni aziendali, inclusi terreni, fabbricati, impianti e macchinari causati da eventi quali sismi, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni, ma non le mareggiate.

Per il Governo è un modo per tutelare il tessuto imprenditoriale italiano in caso di calamità naturali. Per il sistema economico, però, è una vera tassa che tra l’altro rischia di penalizzare in primis chi si trova nelle zone più fragili del paese, dalle aree interne ai territori lungo i fiumi.

La critica principale è che “non si può far pagare all’imprenditore la mancata manutenzione o l’assenza di accorgimenti spettanti allo Stato”. Da qui le critiche delle associazioni di categoria e di parte della politica. Ultima in ordine di tempo l’affondo di Matteo Ricci, Europarlamentare, sollecitato dalla Cna durante un incontro. “Nelle Marche riguarderà 120mila aziende, è inaccettabile. Servono misure adeguate, non questa tassa” ha sottolineato il politico Dem.

“Pagare per eventuali danni per l’incuria e la mancata tutela del territorio dovranno essere le imprese; in secondo luogo perché non sono chiari termini e modalità di applicazione dei premi; terzo perché non è chiaro quali eventi le polizze copriranno e quale sarà la natura dei risarcimenti; infine perché lo Stato incasserà da questa operazione il 22,25% per ogni premio assicurativo. Per noi si tratta di una vera e propria gabella sulla quale l’associazione chiede anche l’attenzione da parte di Bruxelles” ribadisce il segretario Cna Marche, Moreno Bordoni.

La questione è seria. Secondo una recente indagine commissionata da Facile.it all’istituto mUp Research, a settembre 2024 erano oltre 278.000 le micro e piccole imprese italiane che nei 12 mesi precedenti avevano subito danni da calamità naturali, per un controvalore di circa 3 miliardi di euro di perdite.

Sempre secondo l’indagine, solo il 6,2% delle micro e piccole imprese intervistate ha dichiarato di avere già una polizza contro terremoti, inondazioni, alluvioni, esondazioni e franamenti, a cui si aggiunge un 4% che, invece, ha detto di essere coperto solo parzialmente.

La norma prevede che senza polizza assicurativa, lee imprese non potranno più accedere ad agevolazioni e contributi, inclusi gli sgravi fiscali. “Lo Stato ‘esce’ dal rischio e lo scarica sulle imprese” ribadiscono gli imprenditori

Facile.it ha elaborato alcune simulazioni sui costi di queste tutele prendendo in esame tre diverse attività commerciali, ristorante, autofficina e hotel, in altrettante città campione: Milano, Roma e Palermo. Nel caso del ristorante – con un immobile da 300.000 euro e attrezzatura di valore pari a 100.000 euro – il premio annuale per sottoscrivere un’assicurazione Cat Nat a Milano è pari a 343,50 euro, valore che diventa 401 euro a Roma e 469 euro a Palermo.

Per l’autofficina invece il costo della polizza se l’attività è ubicata a Milano è pari a 359 euro, diventa 434 euro se a Roma e arriva a 551 euro, invece, a Palermo. Le quotazioni per l’hotel salgono, in virtù di valori assicurati più elevati: in questo caso un immobile dal valore di 1 milione di euro e attrezzatura per 500.000 euro. La struttura posizionata a Milano deve mettere a budget un costo annuale pari a 703,5 euro, a Roma 720,5 euro, mentre a Palermo 1.033,5 euro.

Difficile fare una previsione dei costi, perché i parametri sono tanti. Il timore è però che imprese più piccole, magari in difficoltà, possano decidere di rinunciare a coperture assicurative più comuni, magari legati a furti e incendi, per firmare la polizza obbligatoria. Del resto le compagnie assicurative hanno ottenuto che tutte debbano sottoscriverla, tolti professionisti, Asd e alcune realtà agricole.

“Stiamo ricevendo chiamate da parte di nostri associati che lamentano di essere stati più volte contattati da assicurazioni e banche, le quali stanno presentando telefonicamente o via mail diverse proposte commerciali a loro dire vantaggiose. Crediamo che questo agire stia creando parecchia confusione tra le aziende, soprattutto nelle micro e piccole imprese che non hanno al proprio interno figure capaci di studiare bene il singolo caso e comprendere la rispondenza di una copertura assicurativa, che potrebbe essere addirittura sottostimata. La consulenza, allora, risulta basilare per la sopravvivenza dell’attività industriale stessa” riprende la Confartigianato di Fermo, Ascoli e Macerata.

“Ad incidere sul prezzo – spiega Andrea Ghizzoni, Managing Director assicurazioni di Facile.it – sono tante variabili. Fra le principali vanno citate, ad esempio, la rischiosità del territorio dove sono ubicati gli immobili in cui hanno sede le aziende, la probabilità di eventi calamitosi in quella zona, la vulnerabilità dei beni assicurati, le caratteristiche costruttive dell’immobile, il tipo di attività svolta dall’impresa, la collocazione dell’immobile all’interno dell’edificio (distanza da terra in numero di piani) e il capitale assicurato. In ogni caso, si tratta di importi modesti se confrontati con i benefici in caso di danni da calamità naturali” prova a rassicurare.

Ma gli artigiani in particolare non ci stanno: “Bisogna spiegare meglio queste polizze catastrofali, perché le si rende obbligatorie: i tempi sono assolutamente impossibili. Non è possibile, entro la fine del mese, far sottoscrivere 4 milioni di polizze assicurative alle imprese. Noi – conclude il presidente della Cna, Dario Costantini – pretendiamo rispetto, soprattutto per quelle imprese che le catastrofi le hanno vissute in Emilia Romagna, nelle Marche e in Toscana”.

Non avere fretta è il consiglio finale, anche perché, è il chiarimento finale della Confartigianato “dal 1° aprile le imprese che hanno contributi attivi e hanno avuto accesso a dei bandi non perderanno le agevolazioni. Di certo una proroga è indispensabile”.





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