La Corte Costituzionale boccia la moratoria della Regione sulle aree idonee


Sassari La moratoria di 18 mesi sulla realizzazione di nuovi impianti di produzione e accumulo di energia da fonti rinnovabili, disposta dalla Regione Sardegna con la legge del luglio dello scorso anno era incostituzionale. Lo ha deciso la Corte Costituzionale con la sentenza depositata oggi che ha dato ragione al governo nel ricorso aveva presentato all’indomani dell’approvazione della legge regionale.  La legge impugnata, e dichiarata oggi incostituzionale, è già stata superata dalla legge sulle aree idonee approvata dalla Regione lo scorso 5 dicembre. E anche su questa legge è pende ora un ricorso del governo.

Con la sentenza di oggi la Corte si è espressa sull’articolo 3 della legge della Regione Sardegna n. 5 del 2024. La norma, introdotta per tutelare il paesaggio in attesa di individuare aree idonee, è stata giudicata in contrasto con i principi costituzionali e con la normativa statale ed europea in materia di energia rinnovabile e decarbonizzazione.

Il Governo aveva impugnato la legge regionale, sostenendo che ostacolava gli obiettivi nazionali ed europei di transizione energetica, violando il decreto legislativo n. 199 del 2021, che recepisce la direttiva Ue sulle rinnovabili. La Regione Sardegna aveva difeso la norma, affermando di aver già raggiunto gran parte dei target energetici e di agire nell’ambito delle proprie competenze sul paesaggio.

La Corte ha respinto queste argomentazioni, sottolineando che il divieto temporaneo contrastava con il principio di massima diffusione delle rinnovabili, sancito dalla normativa Ue. La sentenza di oggi ribadisce la preminenza degli obiettivi di transizione energetica, pur riconoscendo l’importanza della tutela paesaggistica.



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