Caro energia, le bollette preoccupano le imprese del terziario


L’aumento vertiginoso dei costi energetici continua a rappresentare una delle sfide più difficili per il settore terziario italiano, riportando in luce l’esigenza di un impegno da parte della politica per assicurare la competitività  e la sostenibilità delle imprese. I dati pubblicati dall’Osservatorio Confcommercio Energia (OCEN) di febbraio 2025 evidenziano l’escalation dei prezzi che sta mettendo in ginocchio numerose imprese. Dopo l’annus horribilis del 2022 e il processo di riduzione dei costi nel 2023, la fine del 2024, si è contraddistinta da una nuova impennata dei prezzi energetici. A gennaio 2025, la bolletta elettrica per le imprese del terziario ha registrato un incremento del 24% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente e addirittura un +56,5% rispetto a gennaio 2019, l’anno precedente alla pandemia e alla crisi energetica che ha segnato l’inizio di questa lunga sequenza di aumenti. Una situazione che sembra destinata a perdurare e che sta pesando in modo drammatico sulla competitività delle imprese italiane, soprattutto in un contesto internazionale dove i costi energetici sono sensibilmente più bassi. “Siamo purtroppo ben lontani dal poter considerare superato o in via di superamento il rischio per l’economia rappresentato dai costi energetici– commenta il presidente Confcommercio Bergamo Giovanni Zambonelli-. Il sistema economico bergamasco rischia di nuovo l’ecatombe di chiusure di tre anni fa, quando l’emergenza energetica mise in seria difficoltà gli imprenditori. Sono positive le misure appena approvate dal Governo per contenere gli incrementi dei prezzi energetici così come la temporanea parziale riduzione degli oneri di sistema per le imprese con potenza superiore ai 16,5 KW. Tuttavia, anche se necessarie e attese, non ancora sufficienti. Servono interventi più incisivi e riforme strutturali, a cominciare dalla revisione complessiva di tutte le componenti fiscali e parafiscali che gravano sulle bollette energetichecome la riduzione IVA sul gas, l’abbattimento degli oneri generali e il credito di imposta. Andranno poi potenziate le misure di contrasto alla volatilità dei prezzi del gas, anche promuovendo una maggiore trasparenza sui mercati. Utile, al riguardo, il disaccoppiamento del prezzo dell’energia elettrica da quello del gas. E poi, ancora, lo sviluppo delle infrastrutture nazionali, più approvvigionamenti tramite acquisti congiunti europei, creazione di riserve strategiche di gas, nuovo impulso all’efficienza energetica, incremento della produzione rinnovabile, soprattutto di impianti di piccola taglia. Da parte nostra facciamo il possibile per mettere in campo assistenza e consulenza alle imprese, dall’analisi bollette al check-up energetico per ridurre il più possibile i consumi, oltre al supporto creditizio con la Cooperativa di Garanzia Fogalco e fiscale”.

Un salasso per le categorie

L’escalation dei prezzi dell’energia ha un impatto devastante sul bilancio delle imprese, che si trovano a fronteggiare un’impennata dei costi difficilmente sostenibile. A livello nazionale, si stima che le imprese dei settori rappresentati da Confcommercio spenderanno circa 12,5 miliardi di euro per l’energia nel 2025, con un aumento del 17% rispetto al 2024 e del 38% rispetto al 2023. Se si esclude il 2022, anno in cui i costi erano fuori controllo, il 2025 risulterà l’anno con la spesa più elevata per il terziario. La spesa risulterà più elevata anche del 2023, anno in cui il governo era intervenuto pesantemente per ridurre i costi delle bollette (riduzione IVA al 5% sul prezzo del gas, abbattimento oneri generali sistema, elevati crediti di imposta nel primo trimestre 2023 con aliquote al 45% per il gas e al 35% per l’energia elettrica; i crediti si sono dimezzati nel secondo trimestre 2023 e annullati in quelli successivi). Se confrontata con la spesa del 2023, inclusiva dei crediti d’imposta, la stima del 2025 per le bollette luce e gas del commercio e turismo risulta superiore ai 3,4 miliardi di euro, con un incremento del 38%. Tra i settori più penalizzati, quelli legati al turismo, alla ristorazione e alla grande distribuzione stanno affrontando aumenti particolarmente significativi. Gli alberghi, ad esempio, si sono visti addebitare bollette mensili che superano i 7.000 euro, con un aumento del 25% rispetto al gennaio 2024 e fino al 58% rispetto al 2019. Le grandi superfici di vendita, come i supermercati e i centri commerciali, non sono da meno, con un incremento che ha toccato punte del 58% rispetto a sei anni fa.  A far lievitare ulteriormente i costi, anche il gas, che a gennaio 2025 ha visto un aumento medio del 27% rispetto al 2024, arrivando a crescere addirittura del 90% rispetto al 2019. Gli alberghi sono stati ancora una volta tra i più penalizzati, con bollette del gas che hanno raggiunto in questi mesi invernali i 2.600 euro mensili, quasi il doppio rispetto a quelle di gennaio 2019. Un vero e proprio salasso che, oltre a erodere i margini di profitto, mette in discussione la sopravvivenza di molte attività, in particolare quelle di piccole e medie dimensioni. I negozi alimentari, ad esempio, si confermano la categoria con la spesa media più alta, pari a 2,4 miliardi di euro annui per l’energia elettrica.  Gli alberghi di medie dimensioni, invece, affrontano la spesa pro capite più elevata, con oltre 64.000 euro annui per singola struttura. Con una spesa media annua nel 2024 per singolo esercizio di 54 mila euro per le bollette di energia elettrica, gli alberghi medi risultano il settore con la maggior spesa pro-capite. All’opposto, il settore con una spesa pro-capite minore risulta quello dei negozi non alimentari, con poco più di 4 mila euro annui. Nello scenario di previsione sviluppato dall’ Osservatorio, tutti i settori OCEN registreranno nel 2025 significativi aumenti della spesa per energia elettrica, prossimi al 17%. Quanto al gas, con una spesa media annua nel 2024 per singolo esercizio di 12 mila euro, gli alberghi medi risultano il settore con la maggior spesa pro-capite anche per le bollette del gas. I negozi, sia alimentari che non, ed i bar, con meno di 2 mila euro annui pro-capite, sono i settori che nel 2024 hanno speso meno pro-capite per le bollette del gas. Nello scenario di previsione sviluppato  dall’Osservatorio, tutti i settori OCEN registreranno nel 2025 significativi aumenti, prossimi al 16%, della spesa per il gas.

Il supporto Confcommercio Bergamo

Di fronte a questa nuova crisi, Confcommercio Bergamo  ha messo in campo una serie di misure per sostenere le imprese del terziario e ridurre l’impatto del caro energia. Innanzitutto, sono state siglate convenzioni con partner strategici per l’offerta di soluzioni energetiche più vantaggiose. Questi accordi permettono alle imprese di accedere a contratti di fornitura collettiva, con l’obiettivo di abbattere i costi energetici, grazie alla contrattazione su larga scala. Inoltre, Confcommercio Bergamo ha attivato lo Sportello Energia, un servizio di consulenza gratuito dell’area Sicurezza, Qualità, Ambiente rivolto alle imprese e ai dipendenti, finalizzato a offrire informazioni sulle migliori soluzioni disponibili sul mercato, sull’ottimizzazione dei consumi e sulle modalità di accesso a incentivi e sgravi fiscali, dall’iva agevolata o ridotta, o sconto sulle accise per il gas naturale destinato- previa verifica dei requisiti-  alla combustione nel settore della distribuzione commerciale, alberghiero e della ristorazione.
Siamo a fianco delle imprese per cercare di alleggerire l’impatto del caro energia, che di nuovo, dopo l’emergenza del 2022, torna a gravare sui bilanci, impattando negativamente sulle imprese – commenta Giulia Riccardi, responsabile dell’Area Sicurezza, Qualità e Ambiente Confcommercio Bergamo – . Si parte semplicemente dall’analisi della singola bolletta di luce e gas: una prima consulenza- gratuita- analizza tutte le componenti in bolletta e consente di individuare possibilità di risparmio o di eventuali sgravi fiscali. Una prima risposta concreta e immediata per iniziare ad alleggerire il peso del caro energia, per cui stiamo ricevendo numerose richieste (basta inviare una mail – energia@confcommerciobergamo.it– con le ultime bollette di gas ed energia elettrica). L’analisi dei costi suggerisce inoltre alcuni accorgimenti da mettere in campo per ridurre i consumi, dalle tariffe e contratti agli impianti, dagli elettrodomestici impiegati alle caldaie, fino alla tipologia di illuminazione adottata. È sempre a disposizione la consulenza con  studio di illuminotecnica o luci a Led per ottenere risparmi anche considerevoli”.
Anche gli  Enti Bilaterali Territoriali del Terziario e del Turismo confermano l’impegno contro il caro energia. Gli Enti- organismi paritetici costituiti da Confcommercio Imprese per l’Italia Bergamo, Filcams-Cgil Bergamo, Fisascat-Cisl Bergamo e Uiltucs Bergamo – tra i nuovi sussidi e contributi per il 2025, per uno stanziamento  totale pari a 1,2 milioni di euro, hanno destinato 400mila euro ai sussidi contro il caro energia. I lavoratori delle aziende iscritte agli Enti Bilaterali del Terziario e del Turismo di Bergamo e provincia- una platea di 40mila dipendenti nel nostro territorio-  possono richiedere un contributo economico per far fronte ai rincari energetici. Il sussidio varia in base all’ISEE del nucleo familiare: 150 euro per nuclei con ISEE fino a 15mila euro; 100 euro per nuclei con ISEE superiore a 15mila euro. Le erogazioni, disponibili per un solo componente iscritto del nucleo familiare, saranno concesse fino al raggiungimento di 400mila euro complessivi (200mila per il Terziario e 200mila per il Turismo). Le domande dovranno essere presentate attraverso l’apposita sezione del sito www.eblink.it. Un aiuto concreto per far fronte alle difficoltà economiche legate al caro-bollette.
Sono inoltre a disposizione  i bonus bolletta per disagio economico, oltre che per disagio fisico. I bonus sociali si attivano in automatico, previa compilazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica- DSU, che si può richiedere in Confcommercio, negli uffici del Patronato 50& Più Enasco. I requisiti per poter accedere ai bonus sociali parto dai valori Isee (fino a 9.530 euro per famiglie con massimo 3 figli a carico; fino a 20mila euro per le famiglie numerose con almeno 4 figli a carico). Il Governo ha recentemente ventilato l’ipotesi di un innalzamento della soglia Isee d’accesso al beneficio  per coinvolgere un maggior numero di utenti.

Il gap con il resto d’Europa

Il divario tra l’Italia e gli altri Paesi europei è un ulteriore elemento di preoccupazione. A gennaio 2025, l’energia elettrica in Italia è costata ben 143 €/MWh, un prezzo significativamente più alto rispetto a quello di Paesi come la Francia (98 €/MWh), la Spagna e la Germania (poco sopra i 100 €/MWh). Questo gap, che si è amplificato ulteriormente dal 2023, aggrava la posizione delle imprese italiane sul mercato internazionale, dove i costi energetici sono uno dei fattori determinanti per la competitività.

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