Aumenta il numero delle donne occupate: 135 mila unità, +1,3%

“Le politiche del Governo sulla condizione socio-economica delle donne ci danno motivo di celebrare la Giornata della Donna con orgoglio e soddisfazione”. Così Laura Cavandoli deputata della Lega eletta a Parma. “I dati Istat sul lavoro femminile evidenziano, infatti, un aumento delle donne occupate di 135 mila unità, cioè dell’ 1,3%, e una diminuzione del 10% delle donne disoccupate rispetto al gennaio 2024. Questi sono i risultati delle politiche al femminile adottate, come il ‘bonus donne’ che prevede sgravi contributivi per quattro annualità alle imprese che assumono a tempo indeterminato donne inattive da 24 mesi. Così come gli investimenti nelle politiche di conciliazione dei tempi lavoro-famiglia: il potenziamento dei servizi asilo nido e prima infanzia, l’estensione del tempo pieno a più di mille istituti scolastici e l’aumento di una mensilità del congedo parentale elevata all’80% di retribuzione nel 2024. Senza dimenticare l’imprenditoria femminile dove è stato superato il primo obiettivo previsto dal PNRR con il finanziamento di ben 925 imprese femminili a fronte delle 700 previste. Grande attenzione poi per le donne vittime di violenza, tema molto caro alla Lega: con l’accesso all’assegno di inclusione le vittime vengono sostenute nell’inserimento sociolavorativo. Proprio in questi giorni è in pubblicazione in gazzetta ufficiale il decreto che aumenta da 400 a 500 euro mensili il ‘reddito di libertà’ per le donne vittime di violenza in condizioni di povertà: un contributo della durata di 12 mesi per l’emancipazione economica delle donne seguite dai centri antiviolenza.

I dati certificano il buon lavoro del Governo e del Parlamento in favore delle donne, senza nascondere – lo dico da donna – che molto lavoro resta ancora da fare. Per questo la Lega è al lavoro per un welfare efficiente e un modello socioeconomico che consenta a ogni donna di realizzare le proprie aspirazioni senza dover rinunciare alla carriera, ai figli o alla vita familiare, senza dimenticare le fragilità e le disabilità”.