La Bce sforbicia il tassi al 2,5%, ecco cosa accade ai mutui casa

La Bce ha tagliato i tassi di altri 25 punti base, abbassando il costo del denaro nell’Eurozona al 2,5%. Per le famiglie e le imprese italiane si tratta di una boccata d’ossigeno importante, che rischia però anche di essere l’ultima per parecchi mesi.

La presidente dell’Eurotower Christine Lagarde, commentando la decisione, ha infatti rimarcato come la politica monetaria dell’istituto centrale sia ormai diventata “sensibilmente molto meno restrittiva”. Un monito evidente che, secondo la Bce, il traguardo dei tassi è vicino.

Il retro pensiero non esplicitato da Francoforte sembra essere il seguente: visto il pericolo inflativo innescato dai dazi di Donald Trump è meglio procedere con piedi di piombo, fino ad arrestarsi. I 150 punti base limati finora al costo del denaro dai massimi storici possono essere insomma più che sufficienti, ritengono Francoforte facendo spallucce del fatto che l’economia europea ristagni da mesi.

Pazienza se la domanda di prestiti nel vecchio continente è scarsissima e con il risultato di spegnere anche gli investimenti. Sempre in seno alla Bce c’è infatti chi, come la fulva signora del rigore Isabel Schnabel, inizia a lasciarsi scappare dalle labbra che sarebbe il caso di invertire la rotta e rialzare il costo del denaro per dare da subito un pugno sulla testa alla possibile nuova corsa dei prezzi. Un pugno che però sarebbe un gancio da knock out per il prodotto interno lordo europeo.

Ancora peggio potrebbe andare al Pil  di un paese forte esportatore come l’Italia che, come ha avvertito di recente Bankitalia, rischia di essere tra le principali vittime della guerra commerciale che oppone in primo luogo Stati Uniti e Cina.

Vediamo allora qual è la situazione di mutui casa e prestiti personali dopo che la Bce ha concluso il compitino. Per quanto riguarda i finanziamenti contratti dagli italiani per comperare l’abitazione in cui abitano o dove trascorrono le vacanze, nulla cambierà in automatico per quelli a tasso fisso già oggi in essere.

Si stima, tuttavia, che il saggio possa a breve attestarsi al 2,65%  aprendo così la strada alle surroghe per traslocare il mutuo nella banca che propone le condizioni migliori. Basti dire che solo un anno fa il parametro era prossimo al 4 percento. I nuovi mutui a tasso fisso avranno inoltre, a parità di importo richiesto, naturalmente rate più leggere.

Per i mutui casa a tasso variabile il beneficio derivante dalla sforbiciata della Bce è maggiore all’aumentare della durata del finanziamento: secondo uno studio diffuso dalla Fabi, il principale sindacato dei bancari guidato da Lando Maria Sileoni, su un prestito decennale il risparmio varia tra 37 e 182 euro, secondo l’importo finanziato. Va da sè che l’effetto sarà più marcato sui mutui di lunga durata, dove il peso degli interessi è maggiore.

Per approfondire leggi anche: Possiedi un box un posto auto? Ecco quanto vale.

In Italia una famiglia su quattro è indebitata per un totale di 6,9 milioni di nuclei. Circa metà di questi ha stipulato un mutuo, spinti dall’amore per il mattone. Si può quindi sperare che un costo del denaro meno pesante, finirà con il favorire l’erogazione dei finanziamenti da parte delle banche dopo il rimbalzo dell’1,3% già messo a segno tra maggio e dicembre dello scorso anno. Se accadrà ne trarrà beneficio anche la dinamicità del mercato immobiliare, con una possibile ripresa generalizzata dei prezzi.

Una spinta potrebbe arrivare anche all’industria del credito al consumo, dove i tassi di interesse potrebbero calare rapidamente attorno al 7,65 percento. Meglio di adesso ma in ogni caso non proprio a buon mercato, vale la pena ricordarsene quando si firma l’acquisto a rate dell’auto, dello smartphone o del frigorifero. E a maggior ragione quando si ricorre a una carta di credito revolving per dilazionare ulteriormente i propri debiti.

Ecco alcune simulazioni sul fronte dei mutui casa.

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