Giovedì la Banca Centrale Europea (BCE) ha deciso il sesto calo consecutivo dei tassi di interesse: ridurrà quelli di riferimento di 0,25 punti percentuali, portandoli così in un intervallo compreso tra il 2,5 e il 2,9 per cento. Questa nuova riduzione farà scendere ancora i tassi di interesse sui mutui e sui prestiti alle imprese, come del resto stanno facendo già da tempo.
I tassi di interesse sono lo strumento con cui le banche centrali tengono sotto controllo l’andamento dei prezzi: da giugno dello scorso anno la BCE li sta abbassando perché considera sostanzialmente risolto il problema della grave inflazione che aveva colpito le principali economie avanzate dal 2021 a causa della pandemia e poi della guerra in Ucraina, e che aveva costretto le banche centrali di tutto il mondo a portare i tassi di interesse a livelli storicamente molto alti per cercare di fermare l’aumento del costo della vita.
La BCE sostiene che il «processo di riduzione dell’inflazione è sulla buona strada», anche se da ottobre è tornata leggermente a salire: a febbraio ha raggiunto il 2,4 per cento nei paesi dell’area dell’euro, un livello superiore alla soglia del 2 per cento, quella generalmente ritenuta adeguata per un’economia sana e anche l’obiettivo che la BCE è impegnata a mantenere secondo il suo statuto. L’inflazione è comunque molto più bassa dei massimi del 2022, quando raggiunse anche il 10 per cento.
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