A partire dal 1° aprile 2025, le imprese italiane dovranno rispettare l’obbligo di stipulare polizze assicurative contro i rischi derivanti da calamità naturali, come inondazioni, terremoti e frane. Un provvedimento che riguarda anche le circa 60.000 realtà aziendali della provincia di Treviso, che si trovano ad affrontare questa scadenza con pochissimo tempo a disposizione. La misura, introdotta dalla Legge di Bilancio 2024 e recentemente accompagnata dal regolamento attuativo del 27 febbraio 2025, ha sollevato una serie di preoccupazioni tra gli imprenditori.
Luca Frare, presidente della CNA Territoriale Treviso, è uno dei principali detrattori del provvedimento: “Lo Stato sta scaricando sulle imprese la propria incapacità di gestire il territorio. Dopo aver impiegato 14 mesi per definire le regole, lascia alle imprese solo poche settimane per mettersi in regola con un adempimento così complesso e delicato”, ha dichiarato Frare, sottolineando che il tempo è insufficiente per una valutazione accurata e consapevole delle polizze.
L’obbligo di stipula delle polizze rischia di risultare iniquo, secondo Frare, non solo per i tempi stretti ma anche per la mancata previsione di incentivi economici o una detassazione significativa. Attualmente, le polizze contro le calamità naturali sono gravate da un’imposta del 22,5%, una percentuale decisamente alta rispetto ad altri tipi di assicurazione, come quella automobilistica (16%) o sanitaria (10%). “È necessario ridurre la tassazione su queste polizze, allineandola a quanto previsto per le abitazioni private, per le quali la Legge di Bilancio 2018 ha previsto l’eliminazione dell’imposta e una detrazione IRPEF del 19%,” ha aggiunto Frare.
La CNA ha quindi lanciato un appello urgente al governo, chiedendo un rinvio del termine per la stipula delle polizze al 31 dicembre 2025. Inoltre, sollecita misure di supporto per le imprese, come incentivi per la stipula delle polizze e una significativa detassazione, per evitare che le piccole e medie imprese siano penalizzate in un momento già difficile, tra costi crescenti e incertezze economiche.
Per le circa 60.000 imprese trevigiane coinvolte, il rischio di non rispettare l’obbligo in tempo è concreto. La CNA avverte che la situazione rischia di diventare insostenibile se non verranno introdotti provvedimenti che consentano alle imprese di affrontare con più serenità e tempo questa nuova sfida, in un quadro di crescente difficoltà economica.
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