Incertezza e tassi frenano il credito alle pmi ma Banco Bpm rilancia


Rallenta il credito alle imprese, specie alle pmi. Secondo i dati più recenti di Bankitalia, a livello nazionale, nel 2024 il credito alle imprese ha subito una contrazione complessiva di poco superiore al 2%, mentre per le piccole imprese la flessione supera il 5%. Su base annua scendono anche i prestiti alle famiglie dell’1%. Delinea meglio i contorni del fenomeno Alberto Melotti, responsabile della Direzione territoriale Verona e Nord Est di Banco Bpm.

La diminuzione del credito erogato dalle banche ha origine nel rallentamento della crescita economica. Ma non è questo l’unico fattore…

È vero. Da questo punto vista, il Covid ha rappresentato un grande spartiacque. La concessione di credito in quel periodo di emergenza, spesso con garanzia statale, ha permesso a molte aziende di accantonare quote di tesoreria rilevanti che hanno fatto scendere le necessità di liquidità. Dopo la pandemia molti imprenditori hanno imparato a ottimizzare la cassa e il circolante creando maggiore equilibrio tra le fonti di finanziamento.

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In Italia dove calano di più?

Il fenomeno riguarda più da vicino il Veneto e il Nordest. Nella nostra regione il calo del credito alle imprese, specie alle pmi e a quelle artigiane, è certamente più pronunciato che altrove. È un dato riconducibile soprattutto alle perduranti difficoltà dell’economia tedesca che, per riflesso, si ripercuote sul tessuto produttivo veneto, storicamente interconnesso con il mercato tedesco. Questa situazione di incertezza produce una minore richiesta di credito, anche se si evidenzia come molte imprese abbiano investito nel periodo di ripresa post covid sfruttando gli incentivi dell’industria 4.0 e le misure di finanziamento con garanzia statale».

Il calo dei tassi potrebbe favorire una ripresa del credito?

È evidente che sul rallentamento degli impieghi ha avuto un forte impatto l’elevato costo del denaro, raggiunto a fine 2023, con l’Euribor al 4,5%. Il calo dei tassi è però in atto e ciò dovrebbe contribuire ad una ripresa degli investimenti grazie anche ai minori oneri finanziari. L’attuale politica monetaria espansiva della Bce dovrebbe portare l’Euribor attorno al 2% entro l’anno, rendendo così più sostenibile l’accesso al credito. Tutto dipenderà dall’andamento dell’inflazione, legata a doppio filo ai costi energetici. Confidiamo in una ripresa degli investimenti in tecnologia con le agevolazioni della transizione 5.0.

Quali sono oggi i parametri aziendali più osservati dalle banche per la concessione di credito?

«Patrimonio e redditività generata sono indicatori importanti, ma oggi è altrettanto fondamentale avere una visione dell’evoluzione dell’azienda in un arco temporale dai tre ai cinque anni. Banco Bpm vuole consolidare sempre di più il dialogo con gli imprenditori per capirne i progetti di crescita – per linee interne, per linee esterne o sviluppo su nuovi mercati esteri – e fornire così le soluzioni più coerenti alle diverse esigenze. Senza dimenticare il tema del ricambio generazionale, un momento delicato della vita dell’azienda da cui spesso dipende la sopravvivenza futura della stessa».

Quali riflessioni sull’attuale qualità del credito bancario?

«Dai bilanci 2024 delle principali banche italiane emerge una buona qualità del credito con accantonamenti in calo rispetto al 2023 e in controtendenza rispetto alle banche europee. Il dato è ancor più significativo se guardiamo agli esiti della pandemia che, a conti fatti, non ha prodotto alcun peggioramento nella qualità del credito. Merito di un lavoro concertato fra il sistema bancario, il Governo e le associazioni di categoria, del quale si raccoglie oggi il frutto che, ci auguriamo, possa ridare impulso all’economia».

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