Avellino.  

Il denaro ricevuto sotto forma di finanziamenti coperti dalla garanzia dello Stato, in particolare il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, non veniva restituito, ma impiegato per concedere prestiti usurari. E’ quanto emerge dall’inchiesta della Procura di Salerno che ha portato la Guardia di Finanza a eseguire un’ordinanza cautelare del gip salernitano che dispone per 12 indagati il carcere, per altri 12 i domiciliari e 4 misure interdittive.

Gli indagati devono rispondere, a vario titolo, di associazione per delinquere, usura, esercizio abusivo dell’attivita’ finanziaria estorsione, favoreggiamento, truffa ai danni dello Stato, turbata liberta’ degli incanti, trasferimento fraudolento di valori, emissione di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio e reimpiego di denaro provento di reato, oltre ad illeciti in materia di contrasto all’immigrazione clandestina. Per gli inquirenti, a capo del gruppo c’era Massimo Graziano, che si era stabilito da tempo nell’agro nocerino-sarnese, boss dell’omonimo clan storicamente operante nella Valle del Lauro (Avellino), come stabilito da una sentenza definitiva del 2015. Coinvolti anche un commercialista e due direttori di filiale di banca. 

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