Von der Leyen e il piano ReArm Europe: 800 miliardi per la difesa Ue. «La sicurezza europea è minacciata, viviamo tempi pericolosi». L’ok di Tajani


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Redazione Online

La presidente della Commissione europea ha svelato il piano ReArm Europe, in 5 punti: prestiti per 150 miliardi, possibile utilizzo dei fondi di coesione. Giovedì il vertice straordinario. Schlein e M5S:«Non è la strada giusta», sì di Tajani

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«Viviamo in tempi pericolosi, la sicurezza dell’Europa è minacciata in modo serio, la questione ora è se saremo in grado di reagire con la rapidità necessaria». 

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha presentato così – a due giorni dal vertice straordinario sulla difesa che si terrà giovedì 6 marzo – il piano ReArm Europe in 5 punti. «Siamo pronti», ha detto, «ad aumentare la spesa per la difesa, per sostenere l’Ucraina e per il bisogno a lungo termine di assumerci maggiori responsabilità per la sicurezza europea. Continueremo a lavorare con i nostri partner nella Nato, questo è un momento chiave per l’Europa e siamo pronti a fare di più».




















































Per l’Italia è già arrivato l’apprezzamento del ministro degli esteri Antonio Tajani (che con von der Leyen condivide anche l’adesione al Ppe): «Finalmente si fanno passi in avanti per costituire una efficace difesa europea. Era il sogno di De Gasperi e Berlusconi. Ora bisogna realizzarlo» ha scritto Tajani su X.  

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Parlando a poche ore dall’ufficializzazione del congelamento degli aiuti militari statunitensi per l’Ucraina, deciso dal presidente Donald Trump (che ha ricevuto il plauso del Cremlino e del leader ungherese Viktor Orban), von der Leyen ha indicato una serie di proposte per potenziare l’azione europea. «Si tratta di usare tutte le leve finanziarie a disposizione per il riarmo, l’Europa deve investire massicciamente e urgentemente per il breve e per il lungo termine».

Tra le proposte il ricorso alla «clausola nazionale» del patto di stabilità per permettere agli Stati una maggiore spesa per la difesa (in sostanza si tratta di non conteggiare tale spesa ai fini delle procedure per deficit eccessivo) e la possibilità con incentivi per gli Stati di usare a questo fine programmi della politica di coesione.

Il piano, che consentirà di mobilitare fino a 800 miliardi in totale, prevede anche prestiti per 150 miliardi di euro, a disposizione dei 27 Paesi membri.

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«Se gli stati membri aumentassero la loro spesa per la difesa dell’1,5% del Prodotto interno lordo in media, ciò potrebbe creare uno spazio fiscale di circa 650 miliardi di euro in un periodo di quattro anni». E poi l’Ue «fornirà 150 miliardi di euro di prestiti agli stati membri per investimenti nella difesa» per un totale appunto di 800 miliardi. «Si tratta fondamentalmente di spendere meglio e spendere insieme. Stiamo parlando di domini di capacità paneuropee come ad esempio, difesa aerea e missilistica, sistemi
di artiglieria, missili e munizioni, droni e sistemi anti-drone. Ma anche di soddisfare altre esigenze dalla mobilità informatica a quella militare, ad esempio. Questo aiuterà gli stati membri a mettere in comune la domanda e ad acquistare insieme. E naturalmente con questa attrezzatura gli stati membri possono aumentare notevolmente il loro sostegno all’Ucraina. Quindi attrezzatura militare immediata per l’Ucraina. Questo approccio di approvvigionamento congiunto ridurrà anche i costi. Ridurrà la frammentazione, ma aumenterà l’interoperabilità e, naturalmente, rafforzerà la nostra base industriale di difesa».

«Noi in Europa siamo molto riconoscenti per il sostegno degli Stati Uniti e per il ruolo che hanno svolto nella sicurezza europea per decenni», ha detto ancora von der Leyen. «Come presidente della Commissione, uno dei miei obiettivi principali è quello di avere relazioni solide con gli Stati Uniti, sia a livello bilaterale che attraverso il G7. Ma il contesto in cui operiamo sta cambiando drasticamente e drammaticamente. Le fondamenta su cui è stato costruito l’intero ordine politico ed economico europeo del dopoguerra sono state scosse fino al midollo. E quando l’ordine europeo è scosso, la storia ci insegna che l’intero sistema internazionale può essere destabilizzato».

Dure le prime reazioni che arrivano dall’Italia, con il Movimento 5 Stelle che definisce il piano «una follia bellicista»: parole condivise da Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e parlamentare di Avs, che chiede l’apertura di un dibattito in Parlamento sul tema.

Anche la segretaria del Pd Elly Schlein sostiene che quella imboccata da von der Leynen non sia la strada giusta: «All’Unione europea serve la difesa comune, non il riarmo nazionale. Sono due cose molto diverse. Manca ancora la volontà politica dei governi di fare davvero una difesa comune e in questo piano della Commissione mancano gli investimenti europei finanziati dal debito comune, come durante la pandemia. Così rischia di diventare il mero riarmo nazionale di 27 paesi e noi non ci stiamo».

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Opposto il punto di vista di Antonio Tajani, ministro degli Esteri e leader di Forza Italia: «Finalmente si fanno concreti passi in avanti per costruire una indispensabile difesa europea. Era il grande sogno di De Gasperi e Berlusconi. Ora bisogna realizzarlo, senza indugi, nel modo migliore possibile per rendere più forte l’Europa nel contesto di una solida alleanza con gli Stati Uniti». 

Quali sono i 5 punti del piano ReArm Europe

Ecco i 5 piani del piano ReArm Europe.

1. Attivazione della clausola di salvaguardia nazionale del Patto di stabilità per permettere agli Stati membri di poter spendere per la difesa anche sforando il 3% del deficit. «Se gli Stati membri aumentassero la loro spesa per la difesa dell’1,5% del Pil in media, ciò potrebbe creare uno spazio fiscale di circa 650 miliardi di euro in un periodo di quattro anni», ha spiegato von der Leyen;

2. Varo di un nuovo strumento per fornire 150 miliardi di euro di prestiti agli Stati membri per investimenti nella difesa. «Si tratta fondamentalmente di spendere meglio e spendere insieme»; 

3. Flessibilità nel bilancio europeo per permettere agli Stati che lo vorranno usare programmi di politica di Coesione per aumentare la spesa della difesa;

4. Mobilitare il capitale privato accelerando l’Unione del risparmio e degli investimenti;

5. Mobilitazione della Banca europea per gli investimenti per il sostegno del piano di riarmo.

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Articolo in aggiornamento…


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4 marzo 2025 ( modifica il 4 marzo 2025 | 16:12)

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