Commissione europea, adottato il Clear Industrial Deal


Lo scorso 28 febbraio, la Commissione europea ha adottato il Clear Industrial Deal per aumentare la competitività e la resilienza dell’UE.


La pandemia da COVID-19 e la crisi energetica scatenata dal conflitto russo-ucraino hanno esposto le imprese e i consumatori dell’Unione Europea (UE) a gravi difficoltà di gestione dei costi. Per far fronte a tali esigenze, lo scorso 28 febbraio, la Commissione europea ha presentato il Clear Industrial Deal, un piano audace per favorire la competitività e la decarbonizzazione dell’UE.

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Gli obiettivi della Commissione europea

Con il Clear Industrial Deal, la Commissione europea ha adottato una strategia volta a fornire un sostegno alle industrie dell’UE. Di fatto, i costi energetici elevati e la concorrenza agguerrita e spesso sleale sul piano mondiale hanno compromesso la competitività delle imprese europee. Alla luce di tale contesto, l’Istituzione sopra richiamata ha individuato nella decarbonizzazione un potente motore di crescita per le industrie.

Muovendo da tale prospettiva, la Commissione europea ha ritenuto opportuno proporre delle modifiche al quadro normativo di riferimento. Nel dettaglio, le crisi passate ed attuali hanno evidenziato l’esigenza di garantire una maggiore certezza e prevedibilità alle imprese e agli investitori, aumentandone la competitività sulla scena europea e globale.

Secondo la Commissione europea, tali obiettivi necessitano l’adozione di specifiche misure. Per tale ragione, il Clear Industrial Deal comprende tra i suoi elementi cardine un pacchetto di proposte volte non solo a rendere la disciplina dell’UE in materia più efficiente e semplificata, ma, al contempo, abbassare i costi dell’energia, completare l’Unione dell’energia, attirare investimenti e prepararsi meglio a potenziali crisi energetiche.

I dettagli delle proposte

Come affermato in precedenza, la Commissione europea ha adottato un piano mirato per stimolare la competitività delle imprese e la decarbonizzazione dell’economia entro il 2050. Per far ciò, le misure proposte attraverso il Clear Industrial Deal si concentrano su due settori strettamente collegati, ossia le industrie ad alta intensità energetica e le tecnologie pulite.

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Tale scelta prende le mosse da precise considerazioni. Da un lato, le industrie ad alta intensità energetica sono quelle che necessitano di un sostegno urgente alla decarbonizzazione e all’elettrificazione. Ciò le rende esposte a costi elevati di transizione che ne compromettono l’operato. Se si considerano, poi, gli effetti negativi della concorrenza sleale mondiale e le normative complesse cui si devono interfacciare, ben si comprende come la competitività di tali industrie risulti compromessa.

Dall’altro lato, la Commissione europea si occupa delle tecnologie pulite e del rispettivo ruolo. In particolare, l’Istituzione dell’UE ha posto l’accento sull’apporto cruciale che queste possono fornire sia alla competitività che alla crescita futura. In tale ottica, la circolarità consentirà di sfruttare al meglio le risorse limitate dell’UE e ridurre l’eccessiva dipendenza dai fornitori di materie prime di Paesi terzi.

Le stime della Commissione europea

A fondamento della necessità di adottare le misure presenti nel piano, la Commissione europea ha posto alcune stime. Nel dettaglio, il Clear Industrial Deal farà risparmiare alla famiglie 45 miliardi di € nel 2025, con un aumento progressivo fino a 130 miliardi di € l’anno nel 2030 e 260 miliardi di € nel 2040.

Sotto il profilo delle imprese, le proposte porteranno a risparmi complessivi in termini di costi amministrativi annuali di circa 6,3 miliardi di €. In tale prospettiva, mobiliteranno capacità aggiuntive di investimento pubblico e privato pari a 50 miliardi di € a sostegno delle priorità politiche.

Con riguardo ai finanziamenti, il patto mobiliterà oltre 100 miliardi di € per sostenere i processi manifatturieri puliti nell’UE. A tale scopo, la Commissione europea ha proposto una disciplina degli aiuti di Stato nell’ambito del patto che consenta un’approvazione più rapida e semplificata delle risorse. In aggiunta, l’Istituzione dell’UE ha ritenuto essenziale rafforzare il Fondo per l’innovazione e proporre una banca per la decarbonizzazione industriale, nonché la modifica del regolamento InvestEU per aumentare la capacità di rischio del programma.

Prossime tappe

Il Clear Industrial Deal costituisce la risposta dell’UE agli effetti delle crisi attuali e passate. Ponendosi come obiettivo la riduzione del costo dell’energia, il patto intende fornire un supporto alle famiglie e alle imprese. Tale piano d’azione mira a garantire gli obiettivi della transizione energetica e della decarbonizzazione, rimuovendo gli ostacoli che minano la competitività delle industrie.

In aggiunta, la strategia in esame mira a riformare l’assetto normativo del RePowerEU, ossia del mercato elettrico comunitario. In tale ottica, le misure ivi incluse propongono un intervento per risolvere i problemi strutturali che spingono verso l’alto i costi dell’energia in Europa. Basti pensare al legame tra il prezzo dell’elettricità e quello del gas.

Le proposte della Commissione europea saranno, adesso, sottoposte al vaglio dell’Europarlamento e del Consiglio dell’UE, al fine di divenire atti legislativi. Sarà, quindi, compito dei due co-legislatori trasformare le misure in vincoli giuridici per gli Stati membri.

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Il Clear Industrial Deal funge da quadro di riferimento per adattare le azioni a settori specifici. Per tale ragione, la Commissione europea ha già annunciato che presenterà nei prossimi mesi diversi piani. In particolare, verranno lanciati due piani d’azione concernenti, da un lato, l’industria automobilistica e, dall’altro, la siderurgia e la metallurgia.



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