Caro energia: sono necessarie misure strutturali per poter ridurre il costo dell’energia per le aziende e per aiutare i cittadini più vulnerabili nel passaggio a un sistema a tutela graduale più conveniente dell’attuale
L’analisi semestrale del Sistema Energetico Italiano (I semestre 2024 – la più recente a disposizione) di Enea mette in rilievo che i prezzi dell’energia in Italia, nononstante continuino a scendere rispetto ai picchi del 2022, restano sopra le medie storiche.
Il differenziale tra il prezzo italiano dell’elettricità e quello delle principali borse europee (Germania, Francia in primis) è salito al doppio nel II trimestre 2024. Un problema enorme per il settore industriale: Confindustria ribadisce infatti che il costo dell’elettricità per le imprese italiane (300€/MWh nel 2023) è tra i più alti in Europa, spingendo per una riforma del mercato e incentivi strutturali alle rinnovabili.
Questo nononstante gli interventi del governo (per esempio con l’azzeramento oneri di sistema) che hanno contenuto i prezzi nel 2022-2023, ma che oggi, secondo Arera devono essere seguiti da misure permanenti per stabilizzare il mercato.
Riforma del mercato elettrico e disaccoppiamento dal prezzo del gas
“Oggi il governo ha stanziato 3 miliardi per contrastare il caro bollette. Parliamo di circa 1,6 miliardi euro per le famiglie e 1,4 miliardi di euro per le imprese” annuncia oggi, 28 febbraio, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
“Con questo intervento le famiglie con un reddito Isee fino a 25mila euro, quindi la stragrande maggioranza, potranno contare nel prossimo trimestre su un sostegno di circa 200 euro se ne faranno richiesta. Questo significa che dovrete presentare il vostro Isee – continua Meloni – È un contributo che salirà ad oltre 500 euro per chi ha già i requisiti per il bonus sociale. Quindi i nuclei con un Isee vino a 9.530 euro“.
“Andiamo anche incontro alle imprese. In particolare tagliamo gli oneri di sistema per le piccole e medie imprese e assicuriamo così una riduzione delle prossime bollette che si aggira introno al 20 per cento.
Avremo finalmente delle bollette chiare grazie all’obbligo di trasparenza che imponiamo ai gestori. Oltre a un certo prezzo dell’energia lo stato ha deciso che rinuncerà all’Iva e destinerà l’eccesso di Iva alla riduzione delle bollette” conclude la premier.
All’opposizione, il Pd spinge per un’accelerazione decisa sulle rinnovabili e sull’efficienza energetica, criticando il governo per la lentezza nelle riforme strutturali del mercato elettrico e per il prolungato affidamento ai fossili.
La loro proposta riguarda l’istituzione di un fondo pubblico per finanziare la transizione ecologica delle famiglie meno abbienti e una revisione più radicale del sistema Ets per penalizzare le fonti inquinanti.
Per il Movimento 5 Stelle serve invece una transizione rapida verso le rinnovabili e l’abbandono totale del carbone e del gas, con proposte come la nazionalizzazione di alcune infrastrutture energetiche per controllare i costi.
Infine, Verdi e Sinistra Italiana chiedono interventi radicali: stop immediato ai sussidi ai combustibili fossili, investimenti massivi in comunità energetiche e una tassa sui profitti extra delle aziende energetiche per finanziare la transizione.
Quali misure per i consumatori più fragili?
In questo complesso scenario che coinvolge sia imprese che cittadini, una parola sulla tutela dei consumatori meno abbienti arriva da Adiconsum e da altroconsumo, che ci hano inviato questi commenti, che pubblichiamo su GreenPlanner.it.
“Purtroppo, nonostante le prese di posizione delle Associazioni dei Consumatori del Cncu e, per quanto ci riguarda, le proposte che da anni come Adiconsum abbiamo messo in campo, i Governi, che si sono succeduti, hanno continuato ad emettere provvedimenti emergenziali, sicuramente utili nell’immediato, ma non risolutivi dei problemi strutturali.
Nel mentre siamo in attesa dell’ulteriore decreto sul caro bollette, da parte del Governo in carica, il 26 febbraio si è svolto alla Camera dei Deputati un importante convegno, al quale abbiamo partecipato come Adiconsum avendo peraltro già sottoscritto il Manifesto a sostegno, sul comparto idroelettrico (strategico e storico), per il quale se non si interviene sulle concessioni, che l’Europa ci impone di mettere in gara, rischiano di far finire in mano a fondi di investimento esteri le centrali idroelettriche, patrimonio inestimabile; ciò sarebbe un danno enorme per l’Italia e per il costo dell’energia elettrica.
Così come, lo scorso 25 febbraio l’On. Alberto Gusmeroli, Presidente della X Commissione della Camera dei Deputati, primo firmatario dell’emendamento al Ddl Concorrenza 193/2024, relativo ai clienti vulnerabili (over 75, diversamente abili e fragili economici), ha indetto una conferenza stampa, alla quale hanno partecipato i rappresentanti delle Associazioni dei Consumatori del Cncu, tra cui il nostro presidente Adiconsum, per affrontare la confluenza di detti soggetti nel sistema a tutele graduali, al momento il più vantaggioso dal punto di vista economico, con risparmi annui stimati in almeno 130 euro.
Come Adiconsum, abbiamo sostenuto il presidente Gusmeroli rispetto questo provvedimento, pur considerando che è una possibilità che tampona la situazione fino al 31 marzo 2027, ma non la risolve, rispetto alla prospettiva dei clienti vulnerabili.
In ogni caso, a nostro avviso, bisognerebbe innanzitutto superare il termine previsto (30 giugno 2025) per il possibile passaggio di detti soggetti, oltre che avviare una vasta campagna comunicativa istituzionale, anche con l’ausilio degli sportelli fisici delle Associazioni dei Consumatori sul territorio, magari integrata con le iniziative degli enti locali che hanno attivato sportelli finanziati con le risolse del Pnrr, che potrebbero essere utilizzati anche per una informativa rispetto al tema delle Comunità Energetiche Rinnovabili.
Non si tratta, infatti, di supportare e aiutare in questo passaggio volontario solamente i clienti vulnerabili, che a oggi si trovano nel Mercato Tutelato (circa 2,5 milioni), ma anche gli 8 milioni stimati di clienti con caratteristiche di vulnerabilità che si trovano, molto spesso inconsapevolmente, nel Mercato Libero, con tariffe molto più elevate.
Come Adiconsum ci preme ribadire, tuttavia, che il vero problema del mercato dell’energia nel nostro Paese resta quello del prezzo troppo elevato per famiglie e Imprese, del gas e dell’energia elettrica, ed è ormai urgente e non più procrastinabile, convocare un tavolo con tutti gli stockholder per modificare le modalità di formazione del prezzo, semplificare la struttura tariffaria e contenere oneri, accise e tassazione.
Nei prossimi giorni, come Adiconsum daremo indicazioni a tutti i soggetti interessati (utenti vulnerabili) sulle modalità del passaggio al servizio a tutele graduali, con l’indicazione degli operatori che si sono aggiudicati le aste di ogni area geografica interessata, magari rivolgendosi alle nostre strutture presenti sull’intero territorio nazionale“.
Per Federico Cavallo, responsabile relazioni esterne di Altroconsumo: “Il caro bollette che colpisce famiglie e imprese è causato da diversi fattori, quali il mix energetico e le dinamiche di mercato.
Le prime misure del Governo, con 3 miliardi di euro, sono un passo positivo, ma non risolvono completamente il problema. L’aumento dei prezzi del gas e dell’elettricità danneggia soprattutto le famiglie vulnerabili e le imprese, che vedono crescere i costi produttivi e la competitività internazionale.
Dunque, i 3 miliardi di euro (di cui 1,6 miliardi per le famiglie) messi sul piatto dal Governo non saranno sufficienti a dare una risposta completa al problema, ma ci auguriamo siano solo il primo passo per misure più ampie per una riforma strutturale del mercato.
Accogliamo con favore il bonus sociale potenziato che, ampliando la platea dei cittadini che potranno usufruirne (il limite Isee arriva a 25.000 euro), darà la possibilità di ridurre il costo delle bollette, anche se solo per tre mesi, grazie a un nuovo bonus di 200 euro che si aggiungerà a quelli già in essere per gli Isee entro i 9.530 euro e sarà erogato anche alle famiglie con Isee entro i 25.000 euro.
Ci auguriamo che nella conversione in legge si riesca ad aumentarne la durata e a introdurre anche una rimodulazione in base alla numerosità del nucleo familiare, come peraltro spiegato nella nostra petizione che ha raccolto più di 58.000 firme.
Bene anche la riduzione degli oneri fiscali anche se solo per le piccole e medie imprese. Una misura di riduzione dei costi che dovrebbe riguardare anche le famiglie e che dovrebbe essere parte di una riforma più strutturale per non fa cadere sui consumatori i costi della transizione ecologica.
L’introduzione di un’unica aliquota Iva sul gas al 10% avrebbe aggiunto maggiori benefici alle famiglie, ma purtroppo su questo non ci sarà nessuna novità.
Infine, lavorare sulla trasparenza e sulla correttezza degli operatori è fondamentale per avere un mercato concorrenziale e quindi migliore per tutti.
Offerte non chiare e pratiche commerciali scorrette nella promozione, nel contenuto delle offerte o dei loro rinnovi non permettono di sfruttare a pieno le potenzialità del mercato libero e della concorrenza. Il decreto-legge del Governo è una prima risposta al problema, ma non è la soluzione definitiva; servono interventi strutturali.
Bisogna aumentare la concorrenza nel mercato, anche attraverso le concessioni idroelettriche e della rete di distribuzione. Il disegno di legge sul nucleare potrebbe contribuire a ridurre i costi energetici, ma non è una soluzione immediata. Servono interventi rapidi, come l’incremento delle energie rinnovabili, per ridurre la dipendenza da gas e petrolio a costi inferiori“.
Crediti immagine: Depositphotos
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